UNO DEI PRIMI FAAKER SEE

Nel 2010 decido di andare al Faaker, ma la stagione, la precedente esperienza in tenda e l’occasione (ghiotta), prospettatami da Redi, di affittare un camper per passare la notte al caldo ed all’asciutto mi fa propendere per questa soluzione.

Partenza, la giornata è bigia, ma è tutto nella norma, io avanti con il King e Redi dietro con il camper affittato in Slovenia, dove i prezzi sono decisamente al di sotto di quelli italiani.

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Sosta all’ultima area di servizio prima del confine austriaco per rifornimento ed acquisto vignetta.

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Arrivati e parcheggiato il “dormitorio” nel camping Arneitz, nel centro della manifestazione, ci spostiamo subito a tastare il polso della “febbre” dell’evento…

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…e dopo la notte “tormentata”, lo sguardo mattutino è scintillante….

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Indosso l’uniforme (!!!) e si va!

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Il parcheggio comincia ad affollarsi di prima mattina, per il primo pomeriggio sarà stracolmo, al punto di fare fatica a trovare un posto per parcheggiare la moto.

Ma noi ci avviamo a fare una piccola colazioncina , in tema con l’ambiente e per stimolare i succhi gastrici….

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Riacquistate le energie necessarie, possiamo gironzolare per la manifestazione e goderci lo spettacolo…

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quando il tempo è bello, la cornice è fantastica!

Il lago del Faaker è incastonato tra le montagne della Carinzia ed offre uno spettacolo che merita essere visto..

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camminando tra i vari stand e padiglioni si possono ammirare tutte le customizzazioni più importanti ed originali..

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..si cammina tra gli immancabili stand dei gadgets….

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…ed attiva l’ora di ascoltare le proteste dello stomaco, quindi, alimentazione ipocalorica per non appesantire l’attività cardiocircolatoria….

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Si cammina fino a sera, le cose da vedere sono tante……

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…anche al buio…

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ed a fine serata, giusto per conciliare il sonno, una magliettina ……

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Oggi, sabato, c’è l’evento clou della manifestazione: la parata!

Coinvolge migliaia di moto, un supporto della polizia locale veramente imponente: 16 moto, 4 macchine ed 1 elicottero!

Il percorso è lungo un’ottantina di km ed il traffico viene completamente bloccato fino al passaggio dell’ultima moto, ma qui la gente non protesta, anzi saluta entusiasta la miriade di motociclisti!

Prima di partire un breakfast leggero…

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e poi si va ad incolonnarsi per la parata….

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…e si parte con un panorama stupendo..

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..attraversando Villach…

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e rientrando al Village in una lunga coda di Harley rombanti…

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finito il momento clou si rientra, dobbiamo riconsegnare il camper e dirigerci a casa..

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Anche questa è fatta!

Al prossimo Faaker See.

 

 

 

 

IL METAL DETECTOR

IL METAL DETECTOR

 Negli ultimi anni la crisi economica già da tempo latente, ha colpito anche un settore che proprio non dovrebbe essere “spinto” in termini di produzione.

Produzione nello sminamento equivale al risultato di metri quadri bonificati, giornalmente, agli operatori si è chiesto sempre di più, talvolta sacrificando la sicurezza od il risultato alla soddisfazione  economica.

Personale più professionalmente preparato è stato spesso sostituito da operatori meno esperti ma dalle esigenze salariali più modeste.

La tecnologia ha spesso soppiantato l’uomo, gli animali, tra l’altro più disparati (cani delle razze più diverse, topi!!!!!!!!, forse anche qualche bel maialino…) hanno preso il posto degli sminatori più esperti ma sicuramente più costosi.

Li ho visti lavorare: gli uomini, le macchine, i cani, fortunatamente fino ad ora mi è stato risparmiato lo spettacolo dei topi.

L’uomo ha creato le macchine ed ha dominato gli animali, la tecnologia e lo studio mettono quotidianamente l’essere umano in grado di spostare i limiti precedenti più in avanti ma quello che mai potrà succedere è che l’uomo possa dare intelligenza ad una macchina o ad un animale.

Il più perfetto dei computer potrà effettuare calcoli complicatissimi in un tempo sempre minore con possibilità di errore praticamente a zero ma senza la mano umana che inserisce i dati e preme Enter…..

Gli animali, sottoposti ad un continuo  ed esasperato addestramento da istruttori più che qualificati, riescono ad esprimere doti di ricerca che possono anche stupire ma che tali non resterebbero se  l’animale non fosse in continuazione mantenuto “sotto pressione” ed in allenamento.

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ceia 2L’uomo ha l’intelligenza che lo pone al di sopra di ogni macchina ed animale, tuttavia nell’opera di sminamento la macchina, intesa come metal detector, diventa essenziale.

La differenza poi, a parità di strumento, la fa la sensibilità e professionalità dell’operatore.

Resta comunque la supremazia di una macchina rispetto all’altra, la ricerca premia, le Società statiche che riposano sugli allori sono destinate ad essere superate e surclassate da prodotti che vengono costantemente aggiornati, studiati, migliorati.

Fino a pochi anni fa gli strumenti che andavano per la maggiore non erano molti, considerati al top, venivano comunque in gran parte sponsorizzati dalla Nazione dove la Società produttrice risiedeva ed operava.

Con l’evolversi della ricerca in funzione dell’esigenza sempre più pressante della bonifica di aree minate che si scoprono sempre più estese e disseminate quasi ovunque nelle aree di quei continenti dove le guerre più o meno convenzionali ed “ufficiali” hanno disseminato morti e distruzioni, dove gli odii etnici e tribali provocano ancora spargimenti di sangue incontrollati ed incontrollabili, alcuni prodotti sono diventati obsoleti, solo i vecchi operatori sono rimasti affezionati a queste macchine, anche perchè è per loro difficile pensare di essere in grado di apprendere l’uso di strumenti che li spaventano solo perchè tecnologicamente molto più avanzati ma che di fatto sono impiegabili con una facilità estrema e con risultati a dir poco strabilianti.

Io ne ho provati molti, sicuramente tutti quelli che andavano od ancora vanno in certe aree per la maggiore, prodotti quasi tutti provenienti dall’estero, con una tradizione alle spalle, impiegati universalmente con risutati soddisfacenti.

Qualche anno fa, in occasione di una campagna di sminamento nel Libano del Sud, mi fu affidata una macchina italiana, TUTTA italiana, un metal detector dal nome intrigante: CEIA MIL D-1, prodotto ad Arezzo da una Società che da diversi decenni è leader nel settore della ricerca e produzione di tecnologie applicate all’elettromagnetismo, la C.E.I.A. appunto, acronimo che sta per Costruzioni Elettroniche Industriali Automatismi.

L’approccio fu subito soddisfacente, il feeling con la macchina immediato, il terreno del Libano del Sud fu un ottimo banco di prova, l’elevato grado di contaminazione metallica del terreno diede lo spunto per raffinare ulteriormente le già eccellenti capacità della macchina, l’utilizzo giornaliero diede risultati stupefacenti, al punto che gli stessi operatori delle Nazioni Unite preposti al controllo tecnico delle operazioni di sminamento ne furono entusiasti.

In brevissimo tempo fui in grado di acquisire una tale confidenza con il  “mio” MIL D-1 da affidargli la mia vita, ogni più piccolo segnale trasmessomi dallo strumento mi comunicava informazioni sempre diverse ma sempre preziose, nessun vuoto operativo, la macchina mi parlava io l’ascoltavo!

Sono entusiasta di questo strumento, l’evoluzione tecnica è in continuo divenire, la C.E.I.A. ha continuato la sua inarrestabile attività di ricerca ed ha prodotto strumenti sempre più sofisticati ed all’avanguardia: il MIL D- 1 DS, il CMD, un passo in avanti per la salvaguardia di chi, come il sottoscritto, spesso si confronta con le insidie di ordigni che la tecnologia della distruzione ha reso sempre più infidi e difficili da rilevare.

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VIAGGIO IN GRECIA – SUPER RALLY DI PATRASSO

LA PREPARAZIONE

Ogni viaggio necessita di una seria preparazione, intesa come attività di controllo, programmazione  e ricerca.

Sarà una deformazione professionale ma è naturale per me, in previsione di un lungo viaggio, cominciare ad ammucchiare con congruo anticipo tutti i tasselli per poi sistemarli in ordine al fine di ottenere un puzzle perfetto.

CONTROLLO

La prima operazione indispensabile è il controllo del mezzo, quindi officina di fiducia cui affidare l’Harley per un supertagliando, controllo pneumatici con sostituzione del posteriore perchè usurato, la Grecia non è a due passi ed in considerazione che il ritorno avverrà per strada normale è opportuno che le coperture non abbiano cedimenti dovuti all’usura, per tutto questo gli amici della Motorcycles Clinic di Campoformido e di Furlan Gomme di Udine sono preziosi ed efficienti.

La raggiatura è un’ esigenza molto spesso trascurata ma su strade sconnesse un raggio che cede perchè “lento” può creare grossi problemi, un viaggio in Nord Europa può dare problemi meccanici che possono essere facilmente risolti ma un viaggio in Grecia, Albania, Montenegro e Serbia richiede maggior attenzione perchè i punti di riferimento Harley, e non solo Harley, o non esistono o…..

Questa volta, caso eccezionale, viaggerò con la mia consorte pertanto si è reso necessario installare un sissy bar con schienalino ed un portapacchi allungato per poter caricare i bagagli senza tormentarci entrambi per qualche migliaio di km a causa della scomodità del bagaglio che preme.

Tutto il materiale necessario deve essere ricontrollato: tenda, sacchi a pelo, pile, pronto soccorso, compressore portatile, liquido anti foratura (anche se per le mie coperture che non sono tubeless serve a ben poco, però poco è poco e niente è niente!), più tutta la normale dotazione di routine.

PROGRAMMAZIONE

Internet fa la parte del leone!

Itinerari principali ed alternativi in quanto la situazione in Grecia in questo momento è tale da consigliare un eventuale bypass delle strade greche per raggiungere via ferry l’Albania, km da percorrere, traghetti, alberghi, elenco delle officine degne di questo nome, numeri di telefono utili ( numeri di emergenza, Ambasciate o Consolati).

Alcune prenotazioni si impongono, il ferry da Ancona è ormai quasi full ma una cabina ancora libera c’è, anche a Patrasso la situazione degli alberghi è critica, l’occasione del Rally europeo Harley Davidson è ghiotta e migliaia di bikers provenienti da tutta Europa si stanno riversando in Grecia ed oltre le tende anche gli hotels sono praticamente tutti full, anche qui a forza di smanettare si combina…

Naturalmente l’esigenza di uscire dalla Grecia evitando lunghi tragitti su strada, stante l’attuale criticità della situazione politica e le gravi tensioni sociali dilaganti nel Paese, consiglia di rinunciare ad attraversare la regione in moto e di preferire un tragitto in mare che da Patrasso consente di arrivare in Albania via Corfù, pure in questo caso una prenotazione si impone perchè è prevedibile che ci sarà un afflusso imprevisto di bikers che rientreranno in Albania con il traghetto.

RICERCA

La strada programmata senza possibilità di modifiche è quella che da Patrasso mi porterà via mare a Saranda via Corfù, da lì proseguirò per Tirana.

Una volta nella capitale albanese avrò diverse opzioni ma deciderò sul momento, potrei salire verso Serajevo e fare una puntatina a Novi Sad per poi entrare in Ungheria e costeggiare il Balaton, oppure da Serajevo proseguire per la Dalmazia e rivedere i posti dove nel ’93 ho fatto i primi capelli bianchi trovandomi nel bel mezzo del momento più intenso della guerra, od ancora da Tirana dirigere la moto verso Mostar per poi riscendere verso la costa e rientrare con calma in Italia.

Il tutto comporta una ricerca precisa degli eventuali punti di interesse, delle strade più interessanti, delle città da vedere ed anche dei luoghi da evitare.

Il viaggio durerà una decina di giorni, la consorte ha diritto di godersi un po’ di motociclismo turistico per cui rinuncerò ai miei amati 1.000 km giornalieri!

La lunghezza prevista varierà a seconda degli itinerari che deciderò strada facendo ma sicuramente non sarà meno di mille e ottocento km, un piccolo rodaggio per cominciare a mettere in cantiere il tour degli States…..

Dimenticavo..controllo si delle mappe sul navigatore ma anche acquisto di tutte le cartine che mancano per completare la totalità del viaggio, il principio è sempre lo stesso, la tecnologia aiuta ma non si può sostiuire all’utente, lo strumento può rompersi ma la cartina no!

 

18 MAGGIO 2010  (La partenza)

La tabella di marcia parla chiaro ma è scontato: quando non sei solo è quasi certo che partirai in ritardo, niente da fare, è un assioma, la consorte comporta sicuramente un ritardo nella partenza.

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Ad ogni modo alle 09,00 il King finalmente inizia a far girare le ruote, il carico è di quelli “super”, non vorrei essere nei panni degli ammortizzatori, speriamo che le strade non siano troppo “BUCATE” …

La giornata è bella, gli occhiali da sole finalmente servono a qualcosa, il traffico è scorrevole, almeno fino alle porte di Ferrara poi un trio di trasporti eccezionali, di cui uno veramente eccezionale, fa in modo di rallentare il traffico al punto di creare una bella coda, ma la moto ha un grosso vantaggio, sfila sempre.

Lasciata l’autostrada a Cesena, direzione Assisi, la E 45 si presenta come al solito, piena di buche, rappezzi, scanalature varie longitudinali, trasversali, di ogni genere di grandezza e lunghezza.

La E 45 è famosa per non essere la miglior strada italiana ma l’inverno scorso ha contribuito ad aumentare i tratti dissestati.

La moto sovraccarica “sente” ogni irregolarità del terreno e la guida si fa zigzagante per cercare di evitare al massimo le irregolarità.

Questo è il tributo da versare al mototurismo della consorte, per andare ad Ancona, partendo da Precenicco si passa da Assisi….San Francesco è  un Grande Santo e magari una sua “assistenza” per il viaggio può tranquillizzare la moglie più delle capacità di guida del marito.

A parte gli scherzi, la tappa ad Assisi è stata bella e rilassante, tempo splendido, poca confusione, lo scenario circostante sempre stupendo.

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Ma può mai passare una giornata senza pioggia?

Assolutamente no! Per cui si va a cena ad una trentina di km da Assisi ed al ritorno si rende necessario vestire l’antipioggia e pare che domani sia peggio, grazie Giove Pluvio, ormai 24 ore senza pioggia mi provocano una grave crisi da astinenza.

 

19 MAGGIO 2010 (Trasferimento Assisi – Ancona – Patrasso)

 

Se il buon giorno …..come al solito le previsioni sono pessime, pioggia prevista in Umbria, nelle Marche e, perché no, anche in Grecia.

Nessun problema, a parte la seccatura del vestire in continuazione l’antipioggia che tra l’altro sta mostrando i primi segni di vecchiaia,  al ritorno da questo viaggetto, se continuerà a piovere, dovrò sostituire i pantaloni che mostrano qualche forellino di troppo per poter ancora essere definiti “impermeabili”.

Il report di ieri non è partito ma solo perché naturalmente ho dimenticato la password per accedere al sito, sul computer a casa, normale anzi normalissimo, se riuscirò a recuperarla oggi vedrò di spedirli entrambi, sempre se a bordo del traghetto ci sarà una qualche connessione Internet.

Vestiti gli antipioggia, si parte direzione Ancona via Gualdo Tadino.

Avevo dimenticato di quanto fossero belli questi posti, gli Appennini, nonostante la giornata grigia e carica di nuvole basse, nere e  foriere di pioggia, si mostrano in tutta la loro bellezza con un verde intenso e rigoglioso.

La strada tutta curve è piacevole e fa godere anche della guida del King, che nonostante il peso super si lascia condurre docilmente e fa sentire il rombo cupo degli scarichi non troppo fuori norma.

Sembra che questa volta la pioggia sia rimasta appesa alle nuvole, ormai mancano una quarantina di km ad Ancona e gli antipioggia sono desolatamente asciutti…..neanche finito di pensarlo ed ecco si aprono i rubinetti, intensa e fitta fitta, in poche parole quella che bagna sul serio.

Ci accompagna fino alle porte di Ancona e poi smette.

Ora si comincia ad intravedere una nutrita schiera di bikers, a gruppi più o meno consistenti ma senza soluzione di continuità, nel piazzale antistante gli uffici della Minoan Lines ci sono parecchie decine di Harley di ogni tipo, non ce n’è una uguale all’altra, le targhe sono tutte straniere, pochi per il momento gli italiani.

Spostamento sul piazzalone d’imbarco, qui si attendono per il traghetto delle 17,30 ottocento, diconsi OTTOCENTO, moto!

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Infatti con una progressione continua le Harley arrivano e si sistemano ordinatamente, il traghetto è in ritardo, dovrebbe ripartire alle 17,30 ma sto scrivendo questo report e sono le 19,11, il traghetto sta ancora imbarcando autotreni, in compenso il popolo dei bikers sta assaltando il bar e di questo passo dovranno trasformare l’acqua di mare in birra perché non credo che la nave abbia riserve illimitate e questi bevono, eccome se bevono….

Il traghetto è di superlusso, ci sono quattro bar, casinò, tavola calda, ristorante, shop, Internet point, sala per i drivers, centro benessere, piscina, shopping center, spazio giochi per bambini.

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Domani mattina il personale di bordo credo che avrà un buon da fare a pulire i ponti perché se i bikers continuano a consumare birra a questo ritmo ed il traghetto poco poco inizia a beccheggiare…..

Ora un riposino si impone e poi una visita alla tavola calda per vedere cosa passa la cucina del traghetto, nel caso di fronte c’è il ristorante…..

 

 

LA TRAVERSATA (Ancona – Patrasso)

 

Il mare calmo, il “soffice” rombo dei motori del traghetto unito ad una leggerissima vibrazione hanno conciliato il sonno.

Al risveglio stiamo costeggiando Itaca, chissà se Ulisse è arrivato di mattina o di sera….

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Stanotte ho avvertito qualche lontano rombo di tuono ed ho intravisto lampi di fulmini ma ora il tempo sembra incerto, il cielo è coperto di nuvole ma sembra che ancora non stia piovendo.

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Dico sembra perché ancora non sono salito sul ponte, il mio orologio segna le 09,30 ma l’ora greca dice 10,30 quindi ora andrò a vedere se il mio antipioggia è destinato ad essere battezzato dalla pioggia ellenica….è vero che l’arrivo è previsto per le 17,30 e c’è ancora tempo ma quando si parla di pioggia il sottoscritto è una garanzia.

Le previsioni sono azzeccate, piove, ora piano ora forte, ma piove.La giornata è lunga da passare, si vedono un sacco di bikers andare a coca cola e minerale, evidentemente i residui della serata hanno lasciato il segno!

Il traghetto è in ritardo di un paio d’ore quindi sbarcheremo verso le 19,00 ora locale, intanto iniziano i “caricamenti” dei bagagli nella stiva anche se sarebbe vietato prima dell’attracco, ma si sa, ottocento moto sono tante e l’ascensore è uno solo.

In garage, sette piani più sotto, c’è un caldo infernale, la sala macchine sta giusto nella stiva e noi sopra!

Finalmente si scende sotto una pioggia torrenziale, la polizia ci ferma sotto un capannone perché il traffico è intasato di moto dirette al Superrally.

Dopo un’attesa di una ventina di minuti ci scortano attraverso la città, 800 moto sotto la pioggia all’imbrunire sono un bel vedere.

Finalmente raggiungo l’albergo insieme ad un folto drappello di Estoni, Polacchi, Svizzeri, Russi, Italiani, Austriaci….ed altre nazionalità varie, l’albergo è grande ma full.

Ragazzi qui piove che Dio la manda, comincio a pensare che sarebbe una buona cosa far sparire i gufi dalla faccia della terra….poveri volatili!

Comunque oggi km pochi, con le due ruote, ma con la nave 1.148, non male…domani si va al Superrally e vedremo quanti siamo,

 

PATRASSO (21 maggio)

 

Alle 04,30 i vicini di stanza iniziano a chiacchierare ad alta voce sul terrazzo e questo non è proprio un bel modo per iniziare la giornata, poi cala il silenzio ma essendo oramai quasi giorno mi affaccio alla finestra e vedo che l’uomo del parcheggio ha scarsa confidenza con le previsioni meteo, infatti aveva assicurato che ci sarebbe stato il sole e naturalmente non è così, un bel cielo scuro carico di nuvole, vuoi vedere che anche oggi…..

Ad ogni buon conto un controllino alle previsioni meteo via Internet si impone e quel che ne esce è poco tranquillizzante, qualche giorno fa le indicazioni erano di pioggia fino a ieri e poi bello ma stamani sono decisamente cambiate, pare che il maltempo perdurerà fino a domenica compresa, anche se con una discreta variabilità, speriamo bene.

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L’ingresso al Superrally è quello classico ma sembra un po’ “povero”, dà l’impressione di una gestione di un piccolo raduno, un paio di bikers del luogo che raccolgono i soldi e ti danno una piccola busta con qualche cartaceo e ti applicano braccialetti al polso ed alla moto

Moto tante, tende tante, fango tanto.

Il tempo è instabile, pioviggina a tratti, è ora del breakfast gratuito e si è formata una coda lunghissima e corposa di persone in fila per ricevere il sacchetto con le vivande e le bevande previste, è un po’ avvilente, solo un tavolo di distribuzione, riporta alla mente le code nei campi profughi….

Anche la parte riservata ai gazebo dei venditori è molto misera, non parliamo degli espositori, praticamente inesistenti, a dire il vero siamo abituati a ben altro, forse troppo bene ma per un Superrally europeo mi aspettavo un qualcosa di più sostanzioso.

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PATRASSO 21 MAGGIO 032Distribuisco nei punti strategici, cioè vicino alle casse più frequentate, ed a mano a diversi gruppetti italiani e polacchi i pieghevoli della Bikers Fest.

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Visito tutti i gazebo e per far passare il tempo faccio tre o quattro giri ma il risultato è sempre lo stesso, qualcuno è ancora chiuso, visto il perdurare del maltempo, ma credo che non ci siano grosse sorprese all’interno, i soliti venditori di gadget, articoli in pelle, bigiotteria a tema, caschi più o meno omologati, cianfrusaglie varie ma nemmeno moltissime.

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Facciamo un break ed aspettiamo il pomeriggio per vedere cosa succede, nel frattempo all’Information Point chiedo delucidazioni per i run di domani e domenica, mi dicono di registrarmi ma non hanno una penna a disposizione per scrivere i dati…….

Il sole si è affacciato tra le nuvole, decisamente ci si sente meglio senza questo discontinuo gocciolio che “rompe” e non permette né una buona riuscita dell’evento né la programmazione di giri turistici per visitare qualche località interessante nelle vicinanze.

In compenso il flusso degli arrivi si è fatto incessante, quasi frenetico, il popolo biker nell’ambito del Superrally è cresciuto a dismisura, c’è veramente tanta gente ed altrettante moto, finalmente si sente la presenza italica, si vedono un sacco di gilet con le patches più svariate, praticamente da tutta la penisola ed isole comprese.

I pochi gazebo sono full, l’unico preparatore greco presente ha esposto dei modelli niente male, ma tra gli arrivi qualcuno cavalca mezzi altrettanto interessanti e soprattutto viaggianti!

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Ora ho la penna quindi posso iscrivermi al run di domani sul ponte sospeso ed a quello di domenica a Delfi, poi tento una sortita turistica ma dopo 15 chilometri vengo respinto con perdite…antipioggia di corsa per non soccombere sotto l’ennesimo acquazzone.

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Bene, ciò detto penso che per oggi mi sono bagnato a sufficienza quindi cena a base di pesce e poi mi ritiro in buon ordine, domani parata sul ponte sospeso, tenteranno il Guinness, poi in base al meteo si vedrà.

 

PATRASSO (22 maggio)

 

Non ci posso credere, attraverso le tende della finestra spunta il sole!

In effetti la giornata sembra quasi bella, alcune nubi in arrivo lasciano però la speranza di poterci bagnare anche oggi.

Ma se qui, che siamo decisamente a sud rispetto ad Udine piove sempre, l’anno prossimo al Superrally di Klaipeda (Memel) in Lituania cosa succederà??? Raduno di moto d’acqua equipaggiate con il bicilindrico di Milwaukee??

L’ingresso al Superrally mi lascia attonito, sembra che tutto l’universo degli Harleysti si sia riversato sulla sponda del mare a Patrasso con tenda al seguito.

Stamani c’è una marea di gente nuova, tende ovunque e moto a perdita d’occhio, in compenso qualcuno a fare il bagno e niente coda per ritiro breakfast, questo significa che stanotte  fiumi di birra e Ouzo si sono riversati nelle ugole riarse dei motociclisti.

Giretto in ricognizione prima dell’ammassamento per la Parata sul ponte, vado a sfrugugliare il titolare di una Ditta polacca che produce borsoni per moto di varie dimensioni , ne ha uno che mi piace assai, 75 lt di capienza ed ha gli attacchi per il sissy bar, il prezzo è decisamente conveniente rispetto all’originale Harley ma aspettando domani credo che si possa ancora mercanteggiare e spuntare un prezzo ancora migliore.

Gli standisti odiano ricaricare la mercanzia e pur di non riportarsi indietro gli articoli, specie se hanno dogane rognose al rientro, preferiscono disfarsi del materiale a prezzi molto più bassi, qindi, in attesa del momento propizio,  gli chiedo di venire ad installarlo sulla moto così da rendermi se si adatta al mio King.

Mi piace, gli faccio un’offerta che solo ieri avrebbe rifiutato sdegnosamente ma che oggi accetta senza batter ciglio perché vuole rientrare domani mattina.

Bene, ora prepariamoci ad incolonnarci per la Parata, e qui si evidenzia ancora una volta la scarsa organizzazione, chi ci manda da una parte, chi ci manda dall’altra, pare che non ci sia una mente direttiva ma tante persone di buona volontà ma che non comunicano una con l’altra.

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Ad ogni modo, alla fine, le diverse migliaia di moto vengono incolonnate e si parte, ragazzi questo è il momento clou, per quanto mi riguarda la sensazione che si prova sfilando in mezzo alla folla che applaude e  ti saluta vale il viaggio!

Io ho fatto molte sfilate, a piedi, in moto, su mezzi vari,  ho sempre sentito un brivido percorrermi la schiena nel vedere tutta la gente che ti trasmette calore ed affetto battendo le mani e salutando anche quando sono fermi in colonna perché il traffico è bloccato per consentire il passaggio delle moto, forse più all’estero che  in Italia, perché naturalmente noi abbiamo sempre fretta e non possiamo aspettare qualche minuto in più.

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Finita la sfilata sembra che il tempo tenga e quindi prua verso Delfi.

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Strada facendo un paio di spruzzatine ma niente di più, Delfi trasuda storia da ogni metro quadrato di terreno, rovine, pietre, colonnati ed il museo con materiale molto bello.

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Il centro del paese è molto raccolto ma ci sono un sacco di negozietti che fanno la felicità delle Signore, incluso la mia, fortunatamente la carta di credito funziona per i prelievi internazionali, chissà perché poi ho detto “per fortuna”……

Nell’uscire dal Museo trovo Giorgio “Lupo Solitario”, Harleysta D.O.C. friulano, e come si può evincere dal suo nick uno che come me ama viaggiare da solo.

Ora è in compagnia di una coppia di amici, ci salutiamo calorosamente come si conviene e ci auguriamo buona strada per il rientro.

Ridiscendo verso il mare, rientro al Superrally ed ecco la seconda sorpresa della giornata, fresco fresco di arrivo (ma non di forma visto che è appena arrivato dopo diverse ore di moto) Timmy the Red con la sua squadra di amici, anche qui saluti calorosi, scambio di opinioni sul viaggio fatto e da fare dopodichè ci accomiatiamo, loro per scoprire le delizie del Superrally io e la mia signora per andare a scoprire le delizie di un ristorantino dove pare si mangi dell’ottimo pesce.

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Per pura scaramanzia carico l’antipioggia…..il ristorante è ad una trentina di km da Patrasso, bene, giusto perché era per pura scaramanzia dopo circa metà della strada si aprono le cateratte del cielo ed una pioggia battente mi accompagna fino al ristorante e per tutta la durata della cena.

Giusto per non dargliela vinta non mi fermo ad indossare l’antipioggia e mi bagno per bene!

Non credo sia possibile continuare ad avere la nuvoletta fantozziana sopra la testa, domani cercherò di trovare uno stregone locale, una fattucchiera, una maga discendente di Circe per un rito propiziatorio.

In compenso il pesce era ottimo ed il prezzo onesto.

Una piccola considerazione tecnica, le strade sono godibili in termini di tracciato, larghe, molte curve ma che consentono un’allegra andatura turistica, qualche dissesto sul manto ma sicuramente molto migliori della E45, qualche perplessità sulla qualità dell’asfalto, datato sia come periodo di posa sia come qualità, è simile ai nostri degli anni 50/60, poco grip ma senza problemi quando è asciutto, poco grip (praticamente nullo) e molti problemi quando è bagnato, e visto che piove in continuazione la guida deve essere assai delicata, un paio di scodate mi fanno meditare e di conseguenza cerco di evitare anche di salire sulla segnaletica orizzontale che con la pioggia trasforma il grip da nullo in puro sapone!

Per finire…la benzina è a 1,61…meditate gente, meditate.

 

PATRASSO (23 Maggio)

 

Il sole fa capolino e sembra che oggi ci possa accompagnare per tutta la giornata quindi antipioggia al seguito e ci avviamo verso il Meeting Point al Superrally per la partenza verso Olympia, tanto prevede il run organizzato di oggi.

Ho usato impropriamente la parola “organizzato”, infatti l’orario è stato spostato di un’ora e la partenza sarà all’ingresso e non all’uscita, nel frattempo un sacco di moto se ne stanno andando cariche di bagagli, tra le tante scorgo Lupo Solitario, un fischio ed un saluto di buona strada.

Nell’attesa faccio un’ultima semina dei pieghevoli della Bikers Fest, li ho distribuiti un pochi alla volta nei punti di maggior afflusso ed ho potuto constatare che non sono andati sprecati nonostante ne abbia piazzati quasi 2.000!

Oggi che dobbiamo aspettare il sole picchia come avrebbe dovuto fin dall’inizio, con calma arrivano una mezza dozzina di motociclisti turchi….tra i quali una BMW, un VARADERO e due scooteroni!!!

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PATRASSO 23 MAGGIO 007Questa disponibilità e gentilezza dei Greci verso i Turchi mi lascia perplesso, miracoli della stessa passione di bikers, fino a pochissimo tempo fa i due popoli si odiavano e si sparavano ma le due ruote come al solito accomunano ed uniscono.

Finalmente si parte ma con estrema calma e con un altro pit stop nell’abitato di Patra per un motivo non meglio specificato.

La meta dovrebbe essere a circa 130 km ma un po’ prima si fa una sosta non prevista a Pigros per bere qualcosa, magari il titolare del locale è parente del Road Captain…

Si riprende la strada e dieci km dopo arriviamo ad Olympia, tutti in libertà per un paio d’ore, le rovine sono decisamente imponenti ed interessanti, merita visitarle, un giretto di qualche centinaio di metri su di un calesse fa folklore e fa intascare al conducente un paio di euro per persona.

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La compagnia si dirige verso spiagge e locali del posto e quindi io saluto e metto la prua verso Patra ma poiché la strada all’andata è stata piatta e monotona decido di seguire la vecchia strada attraverso le colline.

Esperienza interessante, la strada è stretta, tutta curve, discretamente rovinata, saliamo fino a 600 metri e le nuvole nere sopra la testa fanno presagire un’imminente lavata, di fatto la strada è bagnata il che significa che è piovuto da pochissimo.

Incontro diversi pastori con greggi a lato della strada poi si inizia a scendere e la strada migliora, l’andatura si fa più sostenuta e, cosa essenziale, per questa volta gli antipioggia non sono serviti.

Rientro al Superrally, c’è aria di ritirata anche se gli irriducibili sono ancora molti, gli stand in piedi ancora discretamente numerosi, la band suona convinta.

Giretto per un’ultima occhiata e poi il ristorantino di ieri, pesce fresco, buono e con prezzo decoroso, a proposito di prezzi ho controllato quello del carburante nelle numerose stazioni di benzina, varia da 1,50 ad 1,72 inclusa la Superpower, se questo è l’effetto crisi sarà meglio che ci prepariamo.

Domani ci si avvia al rientro quindi iniziamo i preparativi anche se avrò tutto il tempo in mattinata, il pomeriggio cazzeggio in centro e verso sera l’imbarco, speriamo presto perché il traghetto salperà alle 23,59!

Per finire in gloria questa sera niente collegamento Internet nonostante le tante stelle di questo Hotel, speriamo domani sera nel Paese delle aquile…

 

 

24 MAGGIO (Inizia il rientro)

 

Si fa per dire, visto che il traghetto salperà alle 23,59 ma comunque si ripreparano i bagagli, si lascia l’albergo, si cambiano le cartine autostradali, si comincia a pensare a quanti km mancano per tornare a casa.

La descrizione che ha fatto Timmy the Red della strada è poco lusinghiera ma i miei ricordi di 17 anni fa quando ho trascorso sette mesi in Albania girandola in lungo ed in largo per lavoro mi fanno pensare che comunque loro hanno scelto la strada peggiore.

Io  farò la costiera: Saranda – Dhermi – Llogora – Vlora – Fier – Lushnja – Tirana poi il giorno successivo attraverserò il confine con il Montenegro partendo da Tirana e transitando per Lezha – Shkodra – Murriqan (Confine MNE) – Bar – Tunnel Sozina – Podgorica, poi da lì deciderò il da farsi secondo l’ispirazione del momento.

Ciò detto si va in agenzia a ritirare i biglietti del ferry, precedentemente prenotati via Internet, il trasferimento sarà da Patra a Corfù, la nave dovrebbe salpare alle 23,59….

Bisogna passare il tempo che manca alle 22,00, orario d’imbarco, e quindi visita alla Cattedrale, almeno penso che lo sia visto lo sfarzo ed il numero dei visitatori…

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….e alla fortezza di Patra , da fuori un ammasso di pietre che una volta erano bastioni, dentro ancora peggio ma salendo tutti gli scalini fino al punto più alto del torrione, dove sventola la bandiera greca, il paesaggio è mozzafiato, tutta Patra, il mare a perdita d’occhio, isole e montagne, bellissimo!

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Rientro in albergo per ritirare i bagagli, strada facendo, in pieno centro città dove i semafori sono mediamente a 30 metri l’uno dall’altro e completamente sincronizzati al rosso, per evitare un pedone freno d’istinto con l’anteriore e sento che la moto se ne va, appena a tempo a rilasciare e riprenderla, c’è mancato un soffio, metto i piedi a terra e mi rendo conto che l’asfalto è liscio come il marmo, figuriamoci quando è bagnato…

Il nuovo borsone fa egregiamente il suo dovere, comodissimo ed i 75 litri di capienza fanno si che ingurgiti praticamente tutto, fossi da solo non avrei bisogno di altro, ci starebbero comodi anche la tenda ed il sacco a pelo.

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Penso che il King sia al colmo della capienza, carico da fare schifo, però vedendo la sequela di moto che si avviano al porto mi rendo conto che qualcuno ha osato più di me, forse non andranno in Albania ma le targhe sono dall’Austria in su, quindi molti di loro dovranno macinare strada come me o più di me con le moto stracariche.

Giusto per non avere rimpianti ultimo pranzo in Grecia all’ormai “solito” ristorantino a Monasteraki, come sempre ottimo cibo ed ottimo prezzo.

Nel frattempo si è levato un bel vento che sta portando una bella nuvolaglia sopra di noi, rientro veloce, attraversare il ponte non è cosa da poco con la moto sovraccarica con bagagli alti che fanno vela, ad ogni modo tutto va per il meglio e quindi ultima visita al sito del Superrally dove ancora stazionano gli irriducibili degli irriducibili!

Quattro ore di attesa per far scorrere le lancette dell’orologio, qualche centinaio di moto dirette a Venezia che devono assolutamente imbarcare prima di noi, saremo i primi a sbarcare ergo gli ultimi a salire.

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Finalmente con un’oretta di ritardo sul previsto saliamo a bordo, le moto praticamente tra un portellone e l’altro, siamo in tre a scendere a Corfù, tre temerari che da lì proseguiranno per strada normale.

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Anche stasera niente Internet, a bordo, nella cabina, la chiavetta non ha campo e sono troppo stanco per andare sul ponte, ammesso che là ci sia la possibilità di connettersi, speriamo nella tecnologia albanese di Saranda domani sera.

 

 

25 MAGGIO 2010(Trasferimento Patra –Corfù – Saranda)

(Il giorno delle sorprese)

 

 La sveglia seppur fissata alle 05,00 locali (04,00 italiane) non è servita, dormito molto poco e il “ronfare” discreto dei motori non è servito a conciliare il sonno.

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Ho ritentato la connessione Internet ma con nessun risultato, il cellulare ha segnale ma la chiavetta non riceve, probabilmente è la posizione, all’interno della cabina c’è poco campo se non addirittura assente.

Tra un poco ci prepareremo allo sbarco e poi una decina di ore in attesa del ferry per Saranda, speriamo che Corfù sia interessante dal punto di vista turistico e che non ci siano intoppi al trasferimento Grecia – Albania, c’è un solo ferry al giorno che trasporta mezzi e se si perde quello…..

L’Agenzia per il rilascio dei biglietti apre quasi puntuale ma il ragazzo al banco resta stralunato quando gli chiedo i biglietti  per due persone e per la moto, a suo avviso non esiste un ferry per Saranda che trasporti mezzi, comunque mi chiede di tornare dopo un’ora per accertarsi.

Spremuta e cornetto al bar di fronte, la visita a Corfù è chiaramente sospesa in attesa del chiarimento.

Alle 08,30 precise entro in agenzia e il responso è quello che temevo: niente ferry per Saranda, solo aliscafi che non trasportano che persone;  le mie vivaci rimostranze sortiscono come unico effetto il rimborso del costo del fantomatico ferry.

Quindi di corsa al porto, peraltro distante solo poche decine di metri, acquisto dei biglietti per Igoumenitza ed al volo sul traghetto che sta partendo, il mio pensiero corre benevolo verso il responsabile del disguido.

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Chiedo informazioni all’equipaggio circa la strada da percorrere per arrivare a Saranda, una volta sbarcato,  loro mi garantiscono che nel giro massimo di un’ora sarò in albergo e che la strada è in buone condizioni….

Qui una meditazione si impone, scegliere la strada più lunga che apparentemente, leggendo la cartina, sembra la migliore? Fidarsi del navigatore anche se consiglia altri itinerari? Fidarsi dell’istinto?

Forte dei consigli dei discendenti di Ulisse (ora capisco perché ci ha messo anni per rientrare a casa!) vado per la più breve.

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Il navigatore urla vendetta poi si arrende e mi indica la strada che io caparbiamente continuo a percorrere fino a che ad un certo punto il viola che evidenzia l’itinerario sparisce e la strada pure!

Finito, anzi finita nel nulla!

Dietro front e seguiamo un’altra indicazione datami da gente del luogo, il posto di frontiera è in alto, in mezzo alle montagne e Saranda è sul mare, già questo mi lascia perplesso.

Arrivo al valico greco, vogliono carta d’identità, passaporto, libretto della moto, sto per dargli anche il codice fiscale ed il tesserino sanitario ma mi lasciano andare, dalla parte albanese stessa storia, l’unica cosa che non mi chiedono è l’assicurazione che non ho.

La strada dalla parte greca è buona dalla parte albanese è sterrata….il pensiero corre al Red Ghost, vuoi vedere che aveva ragione???

Poche centinaia di metri e poi una visione paradisiaca, una superstrada bellissima, nuova anzi ancora in costruzione.. già perché dopo qualche km di asfalto comincia il girone infernale, macchine operatrici all’opera, pietrisco alto una spanna, buche oceaniche, faccio fatica a mantenere dritta la moto, il peso quasi tutto sul posteriore mi alleggerisce il davanti e nel ghiaione diventa un incubo.

Il pensiero costante è alle pietre aguzze che ricoprono quel tracciato (definirlo strada significa solo essere albanesi residenti in quei paraggi), se mi si lacera una gomma qui dovrò aspettare l’inaugurazione dell’opera prima che qualcuno venga a soccorrermi, ogni tanto passa una Mercedes targata Saranda, vanno come razzi, certamente, per loro, abituati a mulattiere allargate, questa è una pista da aeroporto o da Gran Premio di F1.

Mi guardo attorno, desolatamente montagne, ovunque, il mare non si vede e non si “sente”, ogni qualvolta incontro un’anima viva chiedo e la risposta è sempre la stessa “Più avanti”.

Vedo un ragazzo al lavoro e mi fermo per l’ennesima volta, mi fa cenno che devo tornare indietro per una ventina di metri ed entrare in una “stradina” che non avevo considerato, eseguo disciplinatamente ma dopo qualche centinaia di metri chiedo conferma ad un trio di vecchiette albanesi vestite di nero che, con un sorriso smagliante ornato di qualche dente d’oro, mi confermano la bontà dell’indicazione.

Altro bivio, altra richiesta di aiuto, ormai  dovrei essere sulla strada giusta ma tutto attorno ancora alture….

Ad un certo punto scollino e VEDO IL MARE!!!!!

Sono arrivato a Saranda!

Per percorrere 50 km ci ho impiegato circa un’ora e mezza, se non ci fosse stata la strada in costruzione ci avrei messo la metà nonostante la qualità della vecchia “mulattiera”.

Per allietare comunque il viaggio ci hanno pensato anche le mucche che viaggiano sulla strada e che fanno i loro bisognini esclusivamente in curva per cui l’aderenza della gomma quando ci si sale sopra diventa una cosa molto aleatoria, ed inoltre le greggi di pecore miste a capre ed a cani pastore che ancora non sanno che i mezzi a motore dovrebbero essere gli unici utilizzatori dei tratti asfaltati.

Finalmente doccia ristoratrice, ci voleva, ma prima un bacio appassionato sul contachilometri della mia cavalcatura, si è comportata egregiamente anche in queste condizioni che avrebbero decisamente richiesto caratteristiche ben diverse, grazie King!

Ora una passeggiata sul lungomare di questa bella cittadina sfregiata da una cementificazione selvaggia, l’Albania di oggi è uguale a quella di diciassette anni fa solo per la polvere che ricordavo essere ovunque e che ancora è presente, per il resto sta modernizzandosi.

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Resiste ancora l’usanza di macellare le bestie sulla strada e le condizioni delle strade in periferia o nelle montagne pare non siano cambiate molto, vedrò domani cosa mi riserva la costiera, intanto penso a cosa sarebbe successo stamattina se invece di una bellissima giornata di sole, piacevolmente arieggiata, avessi trovato pioggia battente….

 

 

26 MAGGIO 2010 ( Saranda – Tirana)

 

Essere al quarto piano dell’albergo, aprire le tende all’alba e vedere il mare piatto ed azzurro, il cielo limpido ed i raggi del sole che iniziano a colorare il paesaggio circostante ti fa vedere la vita sotto un altro aspetto, non pensi a quello che ti può riservare la giornata ma solo a godere di questo panorama bellissimo.

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Il programma è quello di muovermi con calma verso le 09,00 in direzione Tirana, i km dovrebbero essere poco meno di 400, deviazioni inattese escluse, la signora, peraltro molto carina, dell’ufficio turistico ha ben chiare le nozioni riguardanti la viabilità, alla domanda “Quanti km ci sono di qui a Tirana” la risposta è quella classica che sentivo 17 anni fa “Con l’autobus 6 ore”.

Qui la gran parte degli abitanti non si muove per lunghe distanze con mezzi propri e quindi l’unità di misura tra una località e l’altra è il tempo che ci si impiega a secondo del mezzo di trasporto, anche il titolare dell’albergo, pur essendo giovane e dotato di macchina, risponde allo stesso modo, non km ma ore, vabbè….ho deciso che fino a quando sarò in Albania guarderò l’orologio e non il contachilometri!

A colazione seduto al tavolino accanto c’è un albanese che mi raccomanda di seguire la costiera, piena di curve ma a suo dire bellissima, sarò felice di seguire il consiglio, sono stufo di montagne.

Partenza, rifornimento e richiesta di conferma dell’itinerario e del chilometraggio, perfetto si va per la costiera……nemmeno esco stavolta da Saranda che un automobilista mi ferma ed a cenni mi fa capire che la strada è chiusa…non ci posso credere!

Fermamente convinto che mi sta sfottendo decido di procedere ma un km circa più avanti altri due albanesi a piedi mi fanno un gesto eloquente, indicano la strada più avanti ed incrociano gli avambracci, chiusa, definitivamente, irrimediabilmente chiusa!

Altra richiesta di delucidazioni perché il navigatore non ha dimestichezza con il Paese delle Aquile, mi viene indicata un’altra strada che imbocco con il fiato sospeso, ad ogni incrocio chiedo lumi, ad un certo punto, meraviglia delle meraviglie, iniziano  i cartelli indicatori.

La strada sale, sale, sale.. dovrei essere sulla costiera ed invece sto andando sulle montagne tanto per cambiare, strada facendo incontro tutte le specie animali quadrupedi a spasso per la carreggiata: mucche, asini, muli, cavalli, pecore, capre, cani ed anche una bella famigliola di maialetti composta da una grossa mamma o papà ed una decina di porcellini.

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Curve e tornanti a volontà ma la strada è godibile, asfalto buono che consente di prendersi qualche libertà  ma sempre con la massima attenzione perché il peso gioca il suo ruolo.

Si scende finalmente a Dhermi e per qualche km si gode un bel paesaggio marino, poi però inizia nuovamente la salita, stavolta non scherza, su, su su fino a 1031 mt, lo scenario è stupendo, la strada veramente impegnativa per numero di curve e tornanti.

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La discesa finisce a 12 k da Valona, la attraverso ed imbocco la strada per Fier, me l’avevano detto ma è peggio di quanto potessi immaginare per una strada di grande traffico, sconnessa e piena di buche, le sospensioni si stanno meritando un elogio.

Finalmente dopo Fier l’agognata AUTOSTRADA!

Autostrada albanese = incroci, rotonde, trattori efficienti che trainano trattori in panne, gente in motorino, macchina, bicicletta che marciano in senso contrario, molti attraversano scavalcando guardrail o Jersey, in diversi posti per agevolare lo scavalcamento sono stati posizionati o pezzi di pietra o addirittura scalette di ferro….

Poi in prossimità di Durazzo da “autostrada” diventa “ futura autostrada “, cioè lavori in corso per la costruzione della seconda parte.

Entrato in città snobbo il navigatore che durante tutto il viaggio non mi è stato di alcun aiuto e seguo l’indicazione stradale “Tirana”, risultato: ho imboccato la strada vecchia, molto ma molto malandata, la mente corre indietro di diciassette anni, l’avrò percorsa centinaia di volte in sette mesi, le abitazioni sono migliorate ma l’asfalto penso che sia sempre quello, solo 17 anni più vecchio.

Entro in Tirana alle 15,30, traffico bestiale, code e smog di quello albanese, evidentemente c’è ancora una grande quantità di mezzi che usano carburante mediocre o che hanno motori vetusti, risultato l’aria è irrespirabile.

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Passo davanti alla nostra Ambasciata e procedo per la mia destinazione, un albergo che dovrebbe essere a circa 5 km fuori Tirana, infatti c’è ed è pure bello, nuovo, grande con piscina esterna ed interna, parco giochi per bimbi ed altre amenità.

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Comunque l’unica cosa che desidero ora è di fare una mega doccia per scrollarmi la tensione e la polvere di dosso, oggi per percorrere 300 km ci ho impiegato 6 ore, togliamo pure una mezz’ora per le varie foto ed il rifornimento ma la media di percorrenza in questa nazione è sempre la stessa, con giuda veloce non più di 50 di media.

A proposito di rifornimento, qui la benzina costa un euro più o meno.

Con poca speranza chiedo all’impiegata della Reception se in camera c’è connessione Internet, naturalmente no, solo in ristorante (???), quindi arrivo in camera, accendo il portatile che si connette immediatamente…..

 

 

DA TIRANA A…….. (27 Maggio 2010)

 

Già, da oggi non ho prenotato, vado a braccio perché non so quanta strada riuscirò a fare e dove pernotterò.

Bene ho fatto, sono partito alle 08,00 da Tirana e sono arrivato a Spalato, 570 km più in là alle 19,00!

Togliamoci pure un’ora di fermate varie: frontiere, foto, rifornimenti, restano pur sempre 10 ore, media di poco più di 50 all’ora ma solo grazie al pezzo di costiera da Dubrovnik in direzione Spalato ed agli 80 km di autostrada che arrivano a Spalato, altrimenti sarebbe stata molto più bassa, i primi 130 km li ho percorsi in tre ore, dall’attraversamento di Tirana al confine con il Montenegro, ma da lì al confine con la Croazia la distanza è la stessa ed il tempo impiegato idem.

Di questo andazzo devo ringraziare la Comunità Europea, si perché ha stanziato milioni e milioni di euro per la cosiddetta “ricostruzione”, che in parole povere significa essenzialmente strade.

La costruenda autostrada albanese che significa sempre e comunque il caos più assoluto, sensi di marcia aleatori, interruzioni strane o stranissime senza alcuna giustificazione logica, tratti asfaltati di fresco che si congiungono con altri altrettanto nuovi ma con un dislivello di diversi centimetri, proviamo a pensare se avessero dovuto aprire una galleria partendo da due versanti opposti…

La stessa euforia costruttiva è comune a tutte le Nazioni che ho attraversato e quindi il tempo che si perde è moltissimo, se invece di essere in moto fossi stato in macchina avrei impiegato molto di più.

Comunque viaggiando da turista appena fuori il centro abitato di Tirana, nell’area di Kruje, ci si imbatte in una sequela ininterrotta di negozi di mobili, una cosa indescrivibile, uno vicino all’altro, da una parte e dell’altra della strada, la scritta “Mobilieri” mi accompagna per diversi km, chissà a chi li venderanno….

Intravedo diverse macellerie “open air”, praticamente pezzi di animali appena macellati appesi a pali a bordo strada, esposti alla polvere che non è poca, agli scarichi, ed ai nugoli di mosche che sciamano tutto attorno, mi fermo per chiedere il permesso per fare una foto ma al primo tentativo mi imbatto in due “macellai” che molto seccati mi dicono di proseguire senza fare foto, al secondo tentativo mi va meglio.

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Comunque arrivo al confine, non senza aver salutato al volo un poliziotto che mi mostrava la palettina, lui mi mostrava il suo giocattolo ed io gli ho risposto salutandolo, educato no?

I poliziotti albanesi ce la mettono tutta, negli incroci più trafficati si agitano moltissimo ma è difficile capire cosa vogliano dire quando agitano il simbolo del potere o danno aria al fischietto, la gran parte della loro attività è rispondere ai saluti sonori (= clacson) di improbabili conoscenti, ma visto che un saluto non si nega a nessuno….

Il traffico è bestiale, la marea di Mercedes vetuste contribuisce ad appestare l’aria con gli scarichi che diffondono fumo nero dall’odore impossibile, le greggi di pecore continuano ad intralciare ma non ci si può fare nulla.

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In Montenegro le Merceds spariscono per fare spazio ad una moltitudine di macchine “normali” come se ne vedono in tutta Europa.

Comunque ruspe e macchine escavatrici sono all’opera ovunque, ciò mi fa pensare che per i prossimi 5 anni, minimo, sarà il caso di non tornare in questo Paese.

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Soprattutto sarà il caso di evitare il passeggero, è un rischio inutile cui si sottopone il mezzo meccanico, diverse decine di chilogrammi possono fare succedere l’imprevisto, anche le coperture hanno un consumo decisamente abnorme a causa del peso che devono sopportare su una pavimentazione decisamente inusuale.

Comunque sono arrivato a Spalato e domani, a Dio piacendo, rientrerò in Italia e metterò la parola fine a questa avventura, soddisfatto per averla vissuta.

Bell’albergo nel centro della città, per un pelo mi gioco la consorte che scivola nella vasca da bagno, ma non può mica andare sempre tutto bene…….eeheheheheh..

Usciamo a cercare un ristorante, uno a caso e caschiamo bene, piatti ben confezionati, eleganti e cibo buono, prezzo ottimo.

 

DA SPALATO A CASA! (28 maggio)

 

Con calma, ormai sentiamo odore di casa, la strada è buona e scorrevole, l’autostrada è millantata, almeno in una parte.

Poi si scorre, bene e velocemente, il tempo è ottimo ed è un piacere guidare finalmente senza patemi d’animo.

Superata la Croazia entro in Slovenia e prima di arrivare in Italia stop per pranzo a base di pesce al confine con Basovizza.

Ottimo.

Si rientra.

Alla prossima.

DEDICATO AD UN AMICO

TI RICORDEREMO COSI' (2)TI RICORDEREMO COSI' (3)

Sei entrato nella vita ordinaria del nostro Gruppo e l’hai subito trasformata in qualcosa di fuori dell’ordinario.

Sempre allegro, scanzonato, pronto alla sana e sincera risata, ogni cosa per te era fonte di allegria, nulla, per serio che fosse, poteva nasconderti una piega dove si potesse comunque annidare un sorriso.

Lo sfottò era sempre a senso alternato, tu agli altri e gli altri a te ma sempre con un sincero sorriso sprizzante amicizia e voglia di vivere.

Già, amico Giosi, voglia di vivere…..hai fantasticato di “Giosilandia”, un mondo ideale dove tu eri il Principe e tutti noi ospiti sempre graditi del tuo regno fantastico, hai immerso la tua vita nel mondo fatto di amicizia e di allegria.

La vicinanza degli amici ti dava quello che volevi, un senso di affetto sempre ricambiato.

Te ne sei andato in silenzio.

Da solo.

Ci hai lasciato attoniti ed increduli.

La tua famiglia ti piange.

Noi siamo vicini alla tua famiglia e ti piangiamo con loro.

TI RICORDEREMO COSI' (1)

Vai, amico Giosi, che l’immersione nel cielo ti dia l’Eterna Felicità che meriti e da lassù guardaci e facci ancora sentire il calore del tuo sorriso!