Un bel giro fino a Sarajevo, tre giorni viaggio compreso, con l’amico Daniele, ha stuzzicato l’appetito. Il King scalpita ed è necessario far girare le sue ruote, al più presto. Da mesi sto accarezzando l’idea di partecipare alla 18^ edizione … Continue reading →
Quattro anni fa ci avevo provato, ma a pochi km da Valladolid, la location del Motoraduno de “Los Pinguinos”, ero stato bloccato da una tormenta di neve che mi aveva costretto ad una sosta forzata di tre giorni in un alberghetto fortunosamente trovato sulla Sierra.
Per i successivi quattro anni l’evento non era stato replicato, le varie amministrazioni comunali spagnole avevano negato il permesso agli organizzatori per i motivi più disparati.
Finalmente quest’anno il Raduno si svolgerà nuovamente!
La location è cambiata, non più nella zona di Valladolid, ma nella Provincia di Segovia, nel Comune di Cantalejo, i giorni della “concentracion” IL 13 ED IL 14 DI GENNAIO.
Il paese è piccolo e le possibilità di trovare una sistemazione alberghiera sono praticamente inesistenti.
Quindi la programmazione sarà in funzione di questo problema: tenda, sacco a pelo ad alta termicità, stufetta da campeggio.
Le previsioni del tempo fanno pensare a temperature molto rigide, quindi…abbigliamento termico.
PREPARATIVI:
La moto, il fido Varadero 1.000, Novembre 2006 con km 139.955, ha bisogno di un super tagliando.
Catena, corona e pignone, olio, filtro, candele, rabbocco (anche se minimo) di antigelo, sostituite le pastiglie dei freni, sostituita la batteria (a temperature molto di sotto allo zero meglio non rischiare).
Sostituite le coperture con quelle tassellate che aspettavano ansiosamente di essere rimontate sui cerchi!
L’ultimo viaggio sono state indispensabili, unitamente ai chiodi della Best Grip, per poter rientrare…alla faccia dei colleghi che sfottevano abbondantemente prima della partenza!
L’itinerario, questa volta, è cambiato, non passerò più da Nord, San Sebastian, ma da Sud, via Marsiglia, Barcellona, Segovia.
08/01 Prima tappa: La Destrousse, Hotel Occitan, nei pressi di Marsiglia; 09/01 secondo giorno: La Destrousse – Saragozza; 10/01 Saragozza – Alovera, per pit stop presso un amico biker che salirà con me a Cantalejo….spero.
Il 12 ed il 13 Raduno!
Intanto la moto è pronta, domani mattina si va!
08 GENNAIO 2017
La partenza l’avevo fissata per le 07,00 ma vista la temperatura preferisco aspettare una mezz’ora, se c’è ghiaccio per terra voglio vederlo prima di finirci sopra.
!
Ore 07,40 PARTENZA!
Navigatore impostato, giacca e guanti termici funzionanti.
Imbocco l’autostrada a Latisana e mi posiziono sui 130 km/h, traffico leggero, il freddo si fa sentire ma per il momento l’attrezzatura fa il proprio dovere.
A Brescia primo pit stop per rifornimento e bisognino fisiologico, lo strumento preposto alla minzione è di difficile reperibilità…sottopantalone tecnico, imbottitura, pantaloni in goretex…. per fortuna niente antipioggia o sarebbe stata impresa titanica!
L’addetta al distributore mi dice che fa un freddo cane….controllo il mio termometro: – 4, quasi umano!
Riprendo la strada, imboccata la Piacenza il freddo si fa sentire sul serio, quello è un tratto che ha sempre temperature notevolmente più basse.
Le mani sono ok, i paramani di fortuna (li avevo comprati molti anni fa per il Dominator) fanno egregiamente il loro dovere ed i guanti termici altrettanto, le gambe non hanno problemi, il serbatoio del Varadero è abbastanza avvolgente; i piedi non risentono più di tanto, stivaletti due numeri più grandi fanno si che le dita si possano muovere nello stivale e mantengano attiva la circolazione.
Il punto dolente sono le braccia, raccolgono tutta l’aria e provocano brividi continui alla schiena.
Fortunatamente il giubbino riscaldato fa il suo dovere, ma il freddo è freddo e quando continua per ore…
Imboccata l’autostrada per Ventimiglia, penso che se continuerà così dovrò fermarmi prima del previsto, sono abituato al freddo ed alla pioggia, ma questo è troppo.
Finalmente vedo il mio Mare!
E la temperatura si alza!
Sopravvissuto!!
Nel frattempo arrivo al confine con la Francia, attraverso e , dopo pochi km, vedo il primo biker, nella corsia opposta, che si dirige verso l’Italia…
Considerazione: da Precenicco al confine bikers ZERO!
Evidentemente ci sono solo pochi duri e puri, gli altri tutti proprietari di moto…
Tepore primaverile, scalda l’anima!
Verso Nizza il cielo si rannuvola, non vorrei mai dover rimpiangere il freddo, guido con un occhio costante al piano superiore, ma le nuvole, pur belle cariche e scure, sembrano non volersi alleggerire, speriamo bene.
Le mie soste sono regolari, ogni 250 km faccio rifornimento ed il consumo è più o meno costante: 15 litri o giù di li.
Mantengo una velocità di crociera sui 120/130 che mi consente di sostenere la media dei 100/h.
Finalmente vedo le indicazioni Marsiglia, questo significa che sono nelle vicinanze de La Destrousse, dove ho prenotato il mio solito albergo: l’Occitan.
Gentilissimo come sempre il consierge, ma ha una brutta notizia: il delizioso Restaurant dell’albergo è chiuso!!!!
Chiedo se ci siano alternative, in paese no, c’è un ristorante qualche km più avanti, è aperto ma non ci sono taxi!
Ho parcheggiato la moto, ho fatto una doccia bollente e non ho nessuna voglia di rimettermi in sella, la temperatura sta ridiscendendo, quindi…
Pare che una cinquantina di metri più avanti dell’Hotel ci sia una pizzeria al taglio, a mali estremi….
Mi imbottisco e vado…..a vedere che la pizzeria è chiusa!
Mah…proseguo ancora una ventina di metri per vedere se in una piazzetta più avanti ci fosse, per caso, un bar aperto, invece , come un miraggio nel deserto, mi appare un furgone con una scritta al neon PIZZA!
Mi avvicino con circospezione, tocco le lamiere per assicurarmi che non sparisca come tutti i miraggi che si rispettino, ed invece è reale!
Dentro un pizzaiolo di buona volontà e ciarliero, ma in 10 minuti ho la mia pizza calda nella scatola da asporto.
Ritirata strategica in Hotel, prendo in prestito un paio di posate e di corsa in camera.
La mangio per fame , ma fa quasi pietà!
Amen.
09 GENNAIO 2017
Sveglia alle 06,30 ma fuori è buio pesto, ancora un po’ di letto e poi : giù dalla branda!
Preparo i bauletti, alle 07,10 scendo a colazione, faccio con calma perchè non si decide a fare giorno, come al solito, con la temperatura che può essere al di sotto dello zero, voglio vedere dove metto la ruota anteriore!!
Il consierge mi dice che siamo sui due gradi sopra lo zero, per me temperatura africana!
Pago, saluto e parto.
Di fatto l’aria è frizzante, tendente al freddo ma piacevole, cielo terso e sole che comincia ad alzarsi.
Giubbino termico indossato ed acceso, guanti e moffole nel bauletto, ma a portata di mano caso mai…
Arrivato a Montpellier comincio a dovermi confrontare con il “solito” vento che spira con notevole energia da destra, qualche folata più energica delle altre fa si che l’attenzione salga al massimo, mani ben serrate sulle manopole.
Tutto nella norma fino a Beziers, dopo di che si scatena la bufera di Mistral, le indicazioni stradali sono continue “Raffiche Violente” e per di più laterali, esattamente a 90°!
Raffiche violentissime, rischio più volte la caduta, mi mantengo al limite della corsia di emergenza e mi ritrovo ad invadere la corsia alla mia sinistra, senza riuscire a raddrizzare la moto!
Le dita sono praticamente piantate nelle manopole, la testa in postura Andreottiana per evitare di essere sballottata, ma è tutto l’insieme che va dove vuole il vento.
Riduco la velocità a 70/80 km/h, mi sorpassano anche i TIR e quando li ho di lato spero sempre di non finire sotto le ruote a causa di qualche raffica improvvisa.
Finalmente, a Dio piacendo, in prossimità di Perpignan il vento cala moltissimo, riesco a riprendere il controllo delle mani!
Attraverso la frontiera franco/spagnola ed un bel sole caldo, con una leggera brezzolina primaverile mi dà il BIENVENIDO!
Finalmente rilassato proseguo verso Barcellona, il traffico si fa intenso ma io svicolo prima al bivio per Zaragozza.
Inizio a salire, anche se di poco ma la temperatura si abbassa di qualche grado, prima era a 16, ora , a 500 metri di altitudine è sui 13.
Nessun problema, ho il mio giubbino termico che si prende cura di me, poi passo pure sotto il meridiano di Greenwich….
A circa 250 km da Zaragozza leggo un avviso luminoso “Causa nebbia intensa e scarsa visibilita tra Borges a Fraga, ridurre la velocità”, mi viene da sorridere, che ne sanno gli spagnoli delle nostre nebbie???
Già, che ne sanno?
Entro nella nebbia, fitta, fredda (da 13° scendiamo a 3°), bagnata!
70 km di sofferenza, le mani che urlano vendetta rimpiangendo moffole e guanti termici!
Ma non voglio fermarmi, l’avviso diceva tra Borges e Fraga, ma io mica lo sapevo che tra le due località ci sono 80 km!
Finalmente usciamo dalla pianura padana e torna un bel sole caldo…
Dura poco, in prossimità di Zaragozza, circa 35 km , inizia un vento forte e freddo, grazie Signore per avermelo riportato!
Finalmente entro in centro città, il navigatore mi porta davanti all’albergo, in pieno centro, parcheggio la moto e mi affretto in camera per una mega doccia bollente.
Dopo il report andrò a cena, FINALMENTE!!!
Domani leggera tappa di trasferimento ad Alovera, nei pressi di Madrid, mi fermerò un paio di giorni a fare il turista in attesa che la location del raduno sia pronta.
La cena?
Meravigliosa, cara ma meravigliosa!
10 GENNAIO 2017
Mi sveglio al solito verso le 06,00 ma resto ancora a poltrire per una mezz’oretta.
Poi preparo i bagagli e scendo a fare colazione, abbondante.
Pago e vado a a recuperare la moto in garage, la rampa è ripida, il portone non si apre e quando freno, la moto inizia a scivolare indietro, inesorabilmente!
Allento il freno e la “guido” lentamente all’indietro.
Fortunatamente una vettura deve uscire, aspetto che parta e la seguo, sperando che mi lasci spazio per uscire dalla rampa!
Così è, mi metto in strada, direzione Madrid – Guadalajara, ma mi fermerò prima, ad Alovera.
Il cielo è pesantemente nuvoloso e non promette nulla di buono.
Più si sale e più la temperatura si abbassa, l’asfalto è lucido e quindi massima attenzione, le gomme tassellate sono ottime per neve e strade sterrate, ma per asfalti bagnati…
Salgo fino ad oltre 1.100 metri slm, e finalmente ecco le prime gocce sulla visiera!
Fortunatamente solo spray…però sento un insolito brivido lungo la schiena, la temperatura è bassa, ma per niente vicino allo zero, per cui mi fermo in un’area di servizio.
Come pensavo: uno spinotto del giubbino termico si è scollegato, ricollego e riparto.
I km da percorrere sono pochi, 265 circa, quindi un’inezia.
Finalmente in vista di Guadalajara, la supero ed esco ad Alovera.
Il navigatore mi porta fino davanti casa dell’amico biker, che stava aspettandomi.
Saluti e sfottò di rito!
Ora e per un paio di giorni, niente moto, solo turismo assistito.
Mi sistemo, aspettiamo la moglie che rientri dal lavoro, poi smonto una lampadina del Varadero che si è bruciata e lo specchietto retrovisore di destra che continua a muoversi.
Andiamo in un autoaccessori e troviamo quello che serve, di là ci dirigiamo ad una concessionaria BMW, l’amico vorrebbe prendersi un RT 1200, io non sono un amante delle BMW, ma devo dire che l’RT è una gran bella moto, confortevole ed affidabile…almeno così dicono.
Si discute sul prezzo e credo che domani farà l’acquisto!
A domani, con la temperatura primaverile in calo, alle 22,00 era 9,5°.
11 GENNAIO 2017
Alle 0800 è ancora buio, ovvio, siamo ad ovest…..
Mi alzo con calma, estrema calma, oggi piccole cosucce sulla moto: cambio lampadina bruciata del faro anteriore di sinistra, sostituzione dello specchietto retrovisore di destra, oliare la catena, issare la bandiera spagnola a fianco di quella italiana.
L’insegna dei Gatti Neri passa dietro appesa al bauletto, è l’ultimo viaggio con questa insegna, dovevo portarla ai Pinguinos 4 anni fa, non ci sono arrivato, ma ora la porterò fino a là, costi quel che costi!
Poi dal prossimo viaggio metterò al vento la mia insegna: “BORN TO BE VAGABOND!”
Sistemata la moto, con l’amico biker andiamo al centro commerciale, uno dei tanti, questo è riservato a prodotti agricoli, una specie di Consorzio con spaccio alimentare, hanno attrezzatura per la produzione del miele…
C’è di tutto e di più, anche prosciutti con prezzi da oreficeria!
…birra e vino di produzione locale….
Fatta spesa, rientriamo, sono circa le 11,00 quindi, ora di spuntino….
Finalmente sazi (….) ci dirigiamo verso Madrid, dobbiamo vedere un BMW di 6 mesi , bella, praticamente nuova, immatricolata a Luglio 2016, 5.000 km…la prenderei anch’io, faremo sapere, il commercio è fatto anche di questo.
Giretto a dare un’occhiata ad un’armeria della Polizia, tanti articoli ma niente di interessante, gran parte buffetteria e torce, oltre a numerosi modelli di giubbini antiproiettile.
Sosta per una “cagna” in un baretto e ci tuffiamo nel traffico del rientro che a quest’ora è veramente intenso.
..una splendida visione della cattedrale ortodossa al tramonto….
Siamo a casa, aspettiamo di cenare…..
Cena, chiacchierata e report.
Notte
12 GENNAIO 2017
Come sempre albeggia verso le 08,15, quindi ci si alza con tranquillità, domani si sale sulla Sierra per cui approfittiamo di questo lungo pit stop, da domani mi dovrò confrontare con freddo, strade fredde se non ghiacciate, speriamo non neve, ma non è da escludere.
Il programma è di salire domani mattina, iscrizione alla Motoconcentracion, notte brava e ripartenza il sabato pomeriggio.
Probabilmente sosterò per la notte ad Alovera per riprendere la strada la domenica mattina, devo essere a casa entro le 12,00 del 17 gennaio.
La mattina visita ad un centro per materiale edile e poi un ipermercato, i prezzi sono decisamente più convenienti, soprattutto ai banchi alimentari, il pesce ha dei prezzi incredibili, nell’occasione prendo una bottiglia, l’unica disponibile, di 1866, brandy spagnolo, che mi ha chiesto l’amico Moretuzzo, modico prezzo di euro 42,28.
Rientro per pranzo, nel pomeriggio si vedrà.
Intanto una pennica ristoratrice, poi si sgombera uno stanzino, occupato da una cisterna di vetroresina che contiene ancora un ettolitro abbondante di gasolio.
Alla fine belli maculati del nobile liquido, rientriamo, sciacquata e cena.
Domani si sale!
13 GENNAIO 2017
Partenza appena fa chiaro, cioè, come sempre, 08,15 – 08,30…
Direzione Segovia – Cantalejo, l’aria è frizzante ma il tempo è bello, temperatura primaverile, sui 14°.
Il traffico è intenso, si sale verso il tunnel Guadarrama e la temperatura si abbassa, inizia anche a soffiare un bel venticello, abbastanza forte da costringermi a rallentare.
La temperatura si abbassa ulteriormente, in prossimità dell’ingresso del tunnel 4°!
Lascio alle spalle la Castilla La Mancha, Comunità di Madrid ed al di là del tunnel entro in Castilla y Leon, Comunità di Segovia che mi accoglie con un bel – 2°!!
Tempo uggioso, nebbia e freddo.
Ci fermiamo per un caffè ed un mini breakfast, un uovo in camicia, ed incontriamo un padovano stabilitosi da queste parti, ormai da una decina di anni, moglie spagnola, si trova benissimo, a parte la scarsità di lavoro.
Un po’ di chiacchiere e si riparte.
Finalmente Cantalejo!
Iscrizione, l’addetta alla registrazione mi chiede se i 2.097 km sono reali…..mi astengo dal commento che mi verrebbe spontaneo, lei non mi conosce ed io sono un gentleman.
Immediato giro all’interno della location, non male ma pochi bikers, pochissimi stand, scarsi i punti di ristoro, il gazebo con il materiale della Motoconcentracion , magliette, patches, etc etc è scarno ed è già senza taglie…
Compriamo l’indispensabile, patches e una maglietta.
Rientriamo a Turegano, a 16 km da Cantalejo, abbiamo trovato una sistemazione in albergo, non male, con annesso ristorante.
E’ ora di pranzo, ora spagnola ben si intende, quindi pranziamo.
Ottimo cibo, vino di un buon carattere, digestivo “Yerbas”, a volontà…
Il post pranzo richiede un bella pausa per recuperare le forze…
Alle 17,30 c’è l’assembramento in piazza, giusto davanti all’albergo, per quello che loro chiamano “aperitivo”, ma che di fatto si traduce nella distribuzione di un panino con salamino.
A seguire la cerimonia delle bandiere, una decina di moto, me compreso , per portare fino all’ingresso del castello, 5 bandiere di diversi stati che rappresentano i 5 continenti, scortati da 5 moto con torce.
Il castello è bellissimo da vedere dal basso, incombe sul centro del paese ed è illuminato con sapiente maestria.
Nel approntarci alla “parata” facciamo conoscenza con una coppia di Cuneo, anche loro hanno superato l’età della pensione e se ne vanno in giro in camper con al traino , per questa occasione, una bellissima Moto Guzzi 850 dei Carabinieri, perfettamente conservata e con tutti gli accessori.
Loro sono veterani del raduno de “Los Pinguinos” e non fanno fatica ad ammettere che questa riedizione è decisamente al di sotto di quella originale, di Valladolid, dove confluivano dalle 30 alle 45 mila moto!
Partiamo in ordinata fila indiana verso il castello, siamo immortalati dai fotografi ufficiali dell’evento, ci rivedremo sul loro sito web.
Ritirata di pochi minuti in albergo e si ritorna a Cantalejo, questa volta in macchina, mi sono alleggerito, ho tolto i capi tecnici per la moto e quindi preferisco approfittare del passaggio gentilmente offertomi.
La temperatura sta scendendo, il telegiornale dice che tutto il Nord della Spagna è sotto una tormenta di neve!
Mi torna alla mente il mio precedente viaggio, quando rimasi bloccato per tre giorni per la neve ed il ghiaccio, e con me diverse migliaia di motociclisti, quell’anno, all’appello ne mancarono 9.000!
All’ufficio registrazioni degli arrivi, fino alle 21,00 , erano presenti 5 italiani: i 2 di Cuneo (Camper), il mio collega che aspetta gli arrivi la moto ma è in macchina, io , IN MOTO, ed il 5° che non abbiamo incontrato ma che spero sia un biker…
L’affluenza è modesta, sebbene a mezzanotte si festeggerà la “Notte Vieja” e di conseguenza il “Feliz Ano Nuevo” dei Moteri.
Fa decisamente freddo, siamo sotto lo zero di parecchi gradi.
Incontriamo gli amici cuneesi e ci andiamo a sedere davanti ad un fuoco, ne ardono diversi nella zona dei camper, gli altri falò sono tutti nella zona del camping.
Il marito stappa una bottiglia portata da casa, vino rosso, amabile, pochi gradi.
Si sta avvicinando la mezzanotte, ci portiamo al di sotto del palco, il piazzale è pieno ma niente di più di qualche centinaio di persone, non credo superino i 1.000
Finalmente scocca!
14 GENNAIO 2017
Iniziamo il Nuevo Ano Motero con una fetta di panettone ed una bottiglia di Spumante, sempre a cura dei nostri amici.
Chiacchiera dopo chiacchiera si fa l’una e , complice il freddo pungente, decidiamo di tornare in albergo.
Appena in centro a Cantalejo, una nutrita pattuglia di Guardia Civil, almeno 5 macchine ed una dozzina di uomini.
Ovviamente ci fermano, macchina con targa italiana…
Il tenente è molto gentile, controlla i documenti, poi gli facciamo omaggio di un calendario della Benemerita e ci ringrazia calorosamente.
Finalmente in camera!
Sono quasi le due, ma il report reclama i suoi tempi, lo butto giù a penna e poi mi butto giù a mia volta.
Alle 0700 sveglia, preparativi, colazione.
La moto è “congelata”, la temperatura ancora sotto zero.
In macchina andiamo a salutare gli amici, prendiamo un caffè e ci accommiatiamo, gli lasciamo l’incarico di ritirare eventuali premi della lotteria e per i bikers più distant.
Nell’uscire non posso non notare, ancora, il numero impressionante di BMW, ed un buon 50% RT, e continuano ad arrivare….neanche le regalassero!
Il Varadero attende con ansia di essere scongelato, quindi, motori e via!
Il tempo è bello ma la temperatura….
Si intravedono le alture del tunel Guadarrama, con un cappello di nuvole, più saliamo e più fa freddo, all’imbocco del tunnel i soliti -2°, all’uscita 2.
Scendendo la situazione migliora, il sole induce a pensare al caldo mentre le mani urlano vendetta, naturalmente i guanti riscaldati nei bauletti…
Finalmente Madrid, traffico intenso, ci fermiamo in centro a mangiare un boccone e mentre siamo seduti mi arriva una notizia da Raoul, venduto anche il secondo King!
Bene, ma ora devo pensare cosa fare, vorrei cambiare completamente modello, sto pensando ed un…ROAD KING!!!
Casa, freddo, scarico i bauletti, registro lo specchietto di destra, pulisco la visiera del casco e report!
Domani mattina, all’alba (il solito orario) si parte.
Il programma sarebbe di arrivare a Nimes, per un totale di 926 km, ma dipenderà da cosa troverò sulle alture verso Saragozza, siamo ad oltre 1.000 metri e una nevicata improvvisa o la strada gelata….
Ammesso che questo ostacolo non si presenti, dovrò fare i conti con il Mistral della Languedoc, e quello c’è sempre e normalmente intenso con raffiche violente.
Vedremo.
15 GENNAIO 2017
Con calma, con l’usuale estrema calma, mi alzo, colazione, carico la moto, saluto e parto.
Il tempo è discreto, temperatura sui 2 – 4 gradi, ma il vento la fa percepire attorno allo zero, comunque guido tranquillamente senza guanti termici.
Il traffico è ispano/domenicale, di prima mattina praticamente assente!
Inizio a salire, la temperatura ,ovviamente, inversamente proporzionale.
Vedo un mezzo spargisale in azione, se da un lato la cosa mi consola, dall’altro mi fa tenere gli occhi fissi sull’altimetro del navigatore e sull’asfalto.
All’andata avevo registrato mentalmente l’altezza massima a poco più di 1.100 slm, ma ora che penso alla possibilità della strada ghiacciata, controllo meglio, nel tratto da Siguenza a Calatayud, si superano, sebbene di poco, i 1.200.
Quota più che adatta per ghiaccio per terra, nevischio, pioggia…
Fortunatamente gli spagnoli abbondano nello spargere sale.
Ma sapendo che io sarei passato di lì, Giove Pluvio attendeva tranquillo e appena mi ha intravisto ha aperto il rubinetto.
Non intensa, non a scrosci, ma uno spray continuo, non abbastanza importante da farmi fermare per indossare l’antipiogga.
Scendendo verso Saragozza vedo sereno all’orizzonte, quindi si asciugherà da solo il Goretex.
Ecco il sole.
Comincia però a soffiare il vento, prima leggero, poi sempre più impetuoso, non proprio come il Mistral ma siamo da quelle parti..
Arrivato alla piana di Muela, vedo una distesa di pale eoliche che girano vorticosamente, di concerto girano anche quelle del biker, anche se non sono eoliche!
Quindi, tra prima e dopo Saragozza mi sciroppo un’ottantina di km di vento forte, per fortuna la direzione d’arrivo è quasi sempre ad ore 10, ciò significa che arriva di fronte, leggermente a sinistra, ma si può contrastare bene.
Faccio uno stop per un paio di foto, c’è una chiamata di Gino, l’amico di Cuneo che parte oggi da Cantalejo, lo richiamo, ha ritirato in nome mio il premio per il solitario arrivato da più lontano, bene!
Mi informa che sta cadendo un pò di nevischio, quindi penso che la mia decisione di passare per il mare sia stata la più giusta…..
Aspetta Silvio…..aspetta …
Esco da Barcellona e ricomincia il vento, ma questa volta subito intenso, violento, disordinato, arriva da tutte le direzioni.
Faccio fatica a mantenere la moto sulla mia corsia, spesso le folate di vento mi fanno piegare pericolosamente.
I cartelli “VIENTO FORTE” si susseguono.
L’idea è quella di arrivare a Montpellier, se non a Nimes, in modo da lasciarmi alle spalle la zona ventosa, perchè se qui la tramontana è forte, non oso pensare cosa sarà il MIstral.
Ad ogni buon conto 700 km li ho macinati, tutto quello che farò ancora è tutto di guadagnato.
Decido di fermarmi a La Jonquera per fare il pieno, così potrò attraversare tutta la zona ventosa senza dovermi fermare.
Pago, metto in moto, mi avvio e…..per un pelo vado a terra!
La forza del vento è aumentata talmente che è impossibile governare la moto, proseguire significherebbe finire certamente a terra e magari sotto le ruote di qualche TIR, ergo, camera nel motel di frontiera.
Inoltre la temperatura si è abbassata notevolmente, brutti nuvoloni hanno ricoperto il cielo, niet! si trascorrerà la notte qui.
Non c’è il ristorante, ma a mali estremi…King Burger con patatine!
Speriamo che durante la notte si calmi e che domani possa riprendere la strada, se così fosse, teoricamente potrei fare i 1.2000 km tutti in un tiro, ma molto più saggiamente, ne farò 8/900 , passerò la notte nei dintorni di Brescia, per essere a casa martedì prima di mezzogiorno.
Sempre che il vento cali…
A domani.
16 GENNAIO 2017
La notte quasi insonne.
Le varie ipotesi vengono esaminate, ma quello che è certo è che se il vento persiste con questa intensità, sarà impossibile muoversi.
Poco male, la camera sarà sicuramente disponibile ed il King Burger non chiuderà di certo!
Continuo a controllare le previsioni meteo, ma sembrerebbe che la situazione peggiore si stia delineando in Francia, vento forte e pioggia, qui sembrerebbe calare il vento…ma l’albero fuori dalla finestra segnala il contrario.
Verso le 05,00 mi arriva un messaggio confortante dalla Spagna: ” A La Jonquera si prevedono raffiche fino ad 80 km/h, neve su tutta la Spagna, leggermente migliore, ma non confortante, per la Francia”…
Bene, mi consulto con i miei neuroni e decido che;
tornare indietro a Barcellona per aspettare domani e prendere un traghetto per Genova:JAMAIS!!! Chi si astiene dalla lotta….e mia mamma era una brava donna, quindi ESCLUSO!
Aspettare che faccia giorno e valutare la situazione: potrebbe essere la soluzione più logica e normale, mah…io tutto sono meno che normale, guardo il mio albero di riferimento, mi pare che le fronde ondeggino un po’ meno violentemente di ieri
Partire al più presto, anche con il buio, se il vento non sarà impetuoso, potrei guadagnare qualche km verso casa, se invece dovesse essere proibitivo, rientrare , se possibile, ed attendere tempi metereologici migliori
Nella valutazione dovrebbe prendere un posto importante la mia sana abitudine di non partire al buio, per evitare di non vedere eventuali lastre di ghiaccio, ma in questo momento prevale l’audacia: mi vesto e scendo!
Il consierge, quando mi vede vestito da “motero”, sgrana gli occhi e mi chiede, cortesemente dove devo andare, gli dico “In Italia”, più sgranati di così non si può , ma il dondolio sconsolato della testa è più che eloquente.
Mi informa che le notizie sono pessime, la Francia sarà sotto una coltre di neve…
Bene, tempo ideale per testare , ancora una volta, le mie gomme tassellate ed, eventualmente, chiodate.
Pago, saluto ed esco, ma non pago delle brutte notizie ricevute fino ad ora, quando incrocio quattro camionisti spagnoli che stanno entrando nel bar, chiedo loro se hanno aggiornamenti sullo stato dell’autostrada in Francia.
Spiacenti, arrivano da Barcellona, fino qui la strada è buona, al di là del confine…ad ogni buon conto un “Cuidado con la moto!” ed un “Buen viaje y suerte!” scalda il cuore!
Motore e via!
Il vento è di intensità più che accettabile, anche se qualche raffica improvvisa mantiene il sistema nervoso in continua allerta, soprattutto quando sorpasso un TIR o quando mi sorpassano.
E’ buio, non vedo la situazione della strada, la temperatura è sotto lo zero, quindi il gelo potrebbe essere in agguato.
Procedo spedito ma con prudenza, in prossimità di Perpignan il traffico aumenta e continua intenso.
All’improvviso uno spruzzo d’acqua sulla visiera!
Ci siamo?
Guardo in alto, ma è buio, intravedo nuvole ma non riesco a quantificare l’eventuale carico di pioggia, ad ogni buon conto solo uno spruzzetto e niente più.
Non posso incrociare le dita perchè sono artigliate sulle manopole.
Proseguo, alle 08,20 l’alba!
Meravigliosa!
Un colore rossastro che precede il levar del sole, si vedono le nuvole ma il tempo sembrerebbe volgere al meglio.
I km scorrono, il sole si alza, la temperatura no, mi guardo in giro: nessun segno di neve o nevischio, anzi, non fosse per le mani che mi dicono che siamo sotto lo zero, direi che potrebbe essere una splendida giornata.
Il traffico è intenso, soliti rallentamenti all’altezza delle principali uscite: Montpellier, Nimes e deviazioni.
Io proseguo imperterrito, felice che le previsioni, fino ad ora si siano rivelate di Baracchiana memoria.
Mantengo una media di 100 km/h, voglio avvicinarmi il più possibile a casa, se la situazione dovesse peggiorare almeno avrei meno km da percorrere domani.
Durante una sosta per pieno e cappuccino, vedo un bel po’ di soldati dell’ Armée Francaise, trasportati a cassone sui camion, che si riversano nell’autogrill, infreddoliti, a loro dire la temperatura si aggira sui -6*… le mie mani non mentono.
Ho indossato il giubbino riscaldato, ma non i guanti, per ora non soffro al punto di dovermi fermare per indossarli.
La strada scorre veloce sotto le ruote, io mi sento ottimista ma tengo sempre d’occhio il “piano di sopra” che si mantiene terso e limpido, alla faccia delle previsioni catastrofiche.
Quando poi arrivo in prossimità di Nice, il cielo si rannuvola pesantemente e la temperatura si abbassa ulteriormente, speriamo bene.
Ma alla vista del mare, del mio mare, il sole torna a splendere!
Nice, Monaco, Mentone, finalmente l’Italia!
All’ingresso dell’autostrada un bel cartello “Vento forte da Sanremo a Savona”, beh, per uno come me che ci è nato da queste parti e che conosce le folate di vento sui viadotti, oltre a quello che ho provato ieri sera a La Jonquera, questo avviso mi fa un pochettino sorridere.
E non dovevo proprio sorridere, anzi!
Mai provate, su questa autostrada, folate di vento così violente!
I viadotti lunghi sono una tortura, la moto va di qua e di là, a volte avvicinandosi pericolosamente al guard rail, senza che io possa minimamente impedirlo, per consolarmi, a Savona, un altro cartello che informa che il vento forte sarà fino a Voltri, tanto vale scrivere fino a Precenicco!
Finalmente il bivio per Alessandria – Milano, il vento persiste ma con meno intensità, il freddo invece aumenta, il Passo del Turchino non è innevato ma la sede stradale è completamente bianca a causa del sale che continua ad essere sparso dalle macchine operatrici.
Questo significa che il freddo non cala, e si sente.
Altro bivio, quello per Milano e poi Piacenza, comincio ad intravvedere la possibilità di fare rientro a casa questa sera, so che da Piacenza a casa servono 4 ore, sono le 14, 00 quindi potrebbe essere più che possibile.
Il tratto da Piacenza a Brescia è notoriamente MOLTO freddo, lo è stato all’andata e non si smentisce al ritorno.
La moto vola!
Come gli ormai storici buoi, ha sentito l’odore della stalla ed il Mitico VARADERO non si ferma più, quasi quasi nemmeno per il rifornimento!
Cala la sera, sono a Padova ed i brividi di freddo, nonostante il giubbino, si fanno frequenti e fastidiosi, ma la causa è la stanchezza e lo stress.
Sorpassare richiede sempre più attenzione e lo sguardo nel retrovisore sempre attento.
Comincio a vedere neve nei campi a lato, sto arrivando a Latisana, esco e dopo pochi minuti suono il campanello di casa!
Scendo e bacio la mia cavalcatura!
Varadero quanto ti amo!
Fine del viaggio: un totale di 1.153 km tutti in un tiro, non male.
Al prossimo viaggetto!
DETTAGLI TECNICI:
KM totali percorsi: 4.196
Consumo: media di 15 km/lt
attrezzatura: chiodi della Best Grip
.faretto :
Navigatore ZUMO 550 (Fabio Chiuppani)
Tenda canadese 2 posti Ferrino:
…il secondo posto è per il Pinguino….
Sacco a pelo Millet: (Vidussi)
Stufa da campeggio Fiascaris (UD)
Guanti invernali Dainese in goretex (Motoshop Pignolo)
Casco modulare Shoei (Motoshop Pignolo)
..aerografato da Maurizio Forestan…
Moffole paramani Givi
Intimo Odlo (Vidussi)
Completo in Goretex Dainese (Motoshop Pignolo)
Air bag Elite Italia
Pettorina e guanti termici Klan
Collare in lana merinos (Amazon)
Fascia renale leggera in neoprene (Louis)
Collare stop wind
stivaletti invernali Dainese (Motoshop Pignolo)
per concludere, una buona attrezzatura risolve buona parte dei problemi.
Come ogni anno, la prima settimana di settembre, in Austria, nelle vicinanze di Villach, si svolge il mega raduno Harley Davidson che vede arrivare sulle sponde del lago Faak (Faaker see) decine di migliaia di motociclisti, provenienti da ogni parte di Europa ed anche oltre.
Io, come consuetudine, se non sono all’estero, vado e mi trattengo qualche giorno per godere del clima particolare che solo i bikers sanno apprezzare e godere appieno.
La consuetudine è di salire al Faaker e ridiscendere in giornata, con l’amico Maurizio e , talvolta, con qualche altro biker, poi ritorno da solo per pernottare per qualche notte e poter così vedere con calma gli spettacoli che si susseguono in continuazione nei vari stand.
Interessanti , anche se sempre gli stessi, i vari tendoni Harley, provenienti dall’Italia e dalla Carinzia, e gli innumerevoli gazebo dove si possono acquistare i più disparati gadget per bikers duri e puri….
Per gli amanti delle customizzazioni c’è da godere nell’ammirare le creazioni dei vari preparatori, creature metalliche che a volte rasentano l’impossibile, tutte funzionanti ma spesso destinate a girare per i vari avvenimenti internazionali, in cerca di premi da “Best in Show”.
Pezzi di ricambio, originali ed after market per tutti i gusti e per tutte le tasche.
Sui gilet i colori di una moltitudine di Gruppi di tutte le nazionalità, Hells Angels in testa, ma la Polizia austriaca è presente in forze, se ne sta in disparte ma ben visibile e non permette alcun accenno di violenza, cortesi ma decisi.
Quest’anno è stato per me un Faaker See da non dimenticare, il sabato mattina, all’area di servizio di Gonars, incontro con i miei Autieri della Degano: Dante e Fabrizio!!
Dante con gentile Signora al seguito e Fabrizio con il suo rampollo!
Solo questo ha dato un significato estremamente importante all’evento, ci eravamo rivisti, dopo tanti anni, al raduno della Degano, ed ora tra Bikers!
Meraviglioso!
Saluto caloroso tra vecchi commilitoni, caffè d’obbligo, sigaretta per chi fuma e si riparte, direzione Austria.
Tappa all’ultima area di servizio per acquistare la vignetta che è obbligatoria per chi vuol transitare sulle autostrade austriache, costa poco ed è consigliabile non dimenticarsene, la polizia austriaca controlla e non perdona.
Pochi litri di benzina, quel tanto che serve per arrivare oltre confine, il prezzo in Italia è assolutamente inaccettabile, quasi 1,800 al litro!
Pochi km ed eccoci in vista del Faaker See!
Un fiume di moto, ininterrotto ed in entrambe le direzioni, solo chi ha vissuto il raduno può capire…
Entriamo nel ring che costeggia il lago e veniamo assorbiti dal flusso delle moto, Dante, Fabrizio e suo cugino Daniel riescono ad individuare l’ingresso del camping, io salto l’entrata ma li raggiungo a piedi.
Il tempo è ideale per la tenda, ma io ne ho fatta anche troppa di attività sotto tenda per cui vado a sistemarmi in un hotel a circa 3 km dal lago, è servito da navetta per cui una volta parcheggiata la moto non avrò più necessita di muoverla.
L’ora del “rancio” si avvicina, ritorno al campeggio e ci muoviamo, in moto, per andare a mangiare una tartare in Slovenia, a Kranjska Gora da pri Martinu, il locale è super frequentato, ma vale la pena di aspettare, se serve.
Saliamo sul Wurzenpass, sosta per foto di rito sul T34 sovietico puntato verso l’Austria, e leggerissima spruzzata d’acqua, così, tanto per gradire ….
Pri Martinu ci accoglie con un tavolo libero!
Arrivano le tartare!
A detta di tutti valeva la pena scavalcare il Wurzenpass, una bella mangiata fa vedere tutto più roseo.
Dopo il pit stop con le gambe sotto la tavola, si rientra, i ragazzi e la ragazza, la biker ad honorem, Signora Michela Ranghetti in Vavassori, si fermano al campeggio, io proseguo per l’albergo, appuntamento tra qualche ora per una pasta al campo!
Avere la comodità della navetta è il massimo, si parcheggia la moto e, nel caso si voglia bere una birra, non c’è il problema della patente a rischio, la polizia austriaca non scherza e non perdona.
Il problema, nel mio caso, è che l’autista della navetta ha un tasso alcolico notevolmente elevato, e si vede, al punto che anche i passeggeri austriaci manifestano una certa preoccupazione…
Ad ogni buon conto arrivo nella zona dell’Arneitz Village senza problemi, entro nel campeggio e ci ritroviamo, pronti per preparare una bella pasta asciutta, assolutamente italiana!
Tutto ottimo, reso eccezionale dallo spirito dell’amicizia che pervade questa serata, anzi questa avventura!
Il tempo passa, la temperatura cala, quindi ci salutiamo e mi avvio alla navetta, il driver ha evidentemente incrementato il tasso di alcool , fortunatamente il mezzo meccanico sembra vivere di vita propria e ci porta, tutti, a destinazione senza problemi.
L’appuntamento è per il rientro, la mattina è fresca, direi freddina.
Dante e signora, Fabrizio e figliolo, sono pronti, ci avviamo.
Fermata per il pieno primo di attraversare il confine, è ora di salutarci con l’impegno di non perderci più!
Grazie amici miei, è stato un grande piacere rivedervi, lo sarà sempre di più continuare a mantenere viva questa amicizia!
………………………………………
Piccolo ricordo postumo….sono anni che vado al Faaker See ed in giro per l’Europa, non ho mai preso una contravvenzione, dopo un mesetto mi vedo recapitare un’ingiunzione di pagamento per una violazione del codice della strada austriaco.
Aver superato di ben 15 km/h il limite di velocità consentito, creando pericolo per la circolazione, in effetti viaggiavo a ben 45 km/h sul limite di 30 !!!
Avevo visto, quando siamo entrati nel ring del Faak, all’altezza della stazione ferroviaria, un furgone della Polizei con la cupola della telecamera per il rilevamento della velocità, ma io sapevo del limite dei 50 km/h, invece, stranamente, avevano posizionato una tabella di divieto, sulla sede stadale . indicando il limite dei 30….
Beh…paghiamoli questi 35 €!!!
Alla prossima!
PICCOLA RETTIFICA: dopo un mesetto altro obolo di € 35 alla Polizia di Villach…speriamo sia l’ultimo!
Una premessa: mai ebbi ispirazione migliore quando ho deciso di acquistare un soprasella ad aria!
Quindi Dio benedica chi lo ha inventato e mandi un piccolo virus intestinale, non grave ma breve ed intenso al responsabile dei lavori autostradali della rete viaria tedesca!!!
Ciò detto, si parte.
La previsione era 05,50/06.00 da casa mia, i km sono qualcosina più di mille, il tempo dovrebbe essere variabile, che nel mio vocabolario significa ACQUA!
Pronto, mi affaccio alla finestra e…piove!
Non forte e non sembra neanche voglia continuare, decido di aspettare, in effetti dopo una decina di minuti smette.
Finisco di caricare la moto, fisso l’ultimo borsone, copro il tutto con il mega “Yellow Condom” , gentile omaggio di Tomasz, titolare della DEEMEED, la società che produce i borsoni che uso anch’io, veramente comodi e pratici.
Il contachilometri segna 106.074, il parziale azzerato.
Si parte, ingresso autostrada San Giorgio di Nogaro e via!
Il cielo è coperto, verso la montagna è scuro….tempo ideale per me.
Ad un certo punto si accendono due o tre spie sul cruscotto, il maledetto bug della Thundermax!
Nessuna paura, spengo e riaccendo in corsa, tutto ok, tranne il conta km, parziale, totale ed analogico, vabbè, breve sosta velocissima in area di servizio, spengo, riaccendo e via!!!
Arrivo al confine di Villach e prendo la vignetta, fa freschino, nonostante il giubbino di cuoio.
Arrivato sui Tauri sento che il freddo aumenta, brividi lungo la schiena, non va bene.
Area di servizio, cappuccino, anzi GROSS CAPUCCINO, e poi….il pile è sommerso a piano terra del borsone, il borsone è sotto il borsino…perfetto, tiro fuori la giacca antipioggia, dovrebbe bastare, se non passa aria non si sente freddo.
Mai decisione fu più azzeccata!
Infatti da quasi subito comincia a gocciolare, non forte e nemmeno continuo, ma mi accompagnerà fino all’arrivo.
Arrivato al confine con la Germania vedo una bella coda, sostanziosa!!!
Ma io ho la moto e passo.
Da questo momento in poi dovrò confrontarmi con un susseguirsi ininterrotto di code, più o meno ferme.
Lavori in corso in continuazione, cambi di corsia, restringimento di carreggiata, e chi più ne ha più ne metta, non manca un incidentone e nemmeno un incidentino…
In compenso ho sempre il piacere, ogni volta che mi trovo in coda in autostrada in Germania, ovviamente in moto, di vedere che gli automobilisti, e perfino i camionisti, si allargano per lasciarti passare, un solo imbecille, targa norvegese, ma probabilmente di origini italiane…. si mette al centro per non farmi passare, cerebroleso, io scarto a destra, veloce sorpasso del camion sulla corsia di emergenza e rientro 4 macchine davanti a lui!
Intanto i km scorrono, ogni 200 , più o meno, mi fermo a fare il pieno.
Alle 13,00 mi sgranocchio una barretta dietetica, a pranzo non mangio mai quando devo fare tanta strada, ci si abbiocca come in macchina, se non di più.
Tra uno scroscio d’acqua e l’altro, tra qualche chilometro di coda e l’altro, mi avvicino a quota 900, siamo oltre le 10 ore di moto, impossibile!
In autostrada in dieci ore si dovrebbero percorrere 1.100/1.200 km, mah, prendiamola come viene.
Finalmente Gottingen!
1.050 km e pioviggina, per fortuna!
Fatico a trovare l’albergo, ma grazie alle indicazioni di due baldi giovanotti vado da tutt’altra parte!
Affidiamoci al GARMIN!
Diritto nel parcheggio dell’albergo!
Purtroppo niente Internet, solo con Telecom….e poi dicono che la mafia è in Italia…
Cena Tedesca….e a dormire.
Mandi.
VENERDI’ 29 LUGLIO 2016 (da Gottingen a Frederickshavn)
Alzarsi, aprire la finestra e vedere che non piove è già una gran cosa, c’è una leggera foschia ma non da destare preoccupazioni….
Parto con calma, 06,50 perchè sono solo 800 km per arrivare a Frederikshawn, quindi…
Appena fuori, mentre imbocco l’autostrada, una leggerissima spruzzatina, così, tanto per farmi ricordare che l’acqua è bagnata.
Ad ogni buon conto la giacca dell’antipioggia sta facendo il suo dovere, i pantaloni ed i soprastivaletti, invece, sono nel sacco stagno, quelli solo in caso di pioggia battente e cielo completamente coperto…
Finisco di pensare ed ecco il diluvio!
In considerazione che non sia da escludere che qualche gentile signora venga a leggere i miei post, mi astengo dall’elencare tutti gli improperi, le parolacce e le maledizioni che ho sfornato!
La grande Genova ha dato i natali a tre personaggi illustri: Cristoforo Colombo, Moana Pozzi ed il sottoscritto…. ma per inquinare la grandeur dei soggetti, si è presentato tale Villaggio Paolo, alias Ragionier Fantozzi, che ha ricoperto di sfiga tutti quanti, io in particolare!
Per cui bagniamoci in serenità!i
Naturalmente niente pantaloni antipioggia e niente soprastivali, la pioggia finirà ed i pantaloni in pelle si asciugheranno con l’aria ed a contatto con le gambe.
Mai lamentarsi poi di dolori alle ginocchia!
A Dio piacendo smette di piovere, ma i cantieri si susseguono, ininterrotti, se si è fortunati si riesce a mantenere la media di 80, ma si fa fatica.
Pit stop ogni 200 km, mi faccio anche un “mini” cappuccino con brioche, tanto sono “solo” 800 km…
Finalmente il confine!
C’è un bello schieramento di polizia in tenuta antisommossa, una bella coda, come al confine austro-tedesco, controllano a campione ma controllano.
Proseguo, qui cantieri praticamente inesistenti, in compenso il cielo non promette nulla di buono.
Una spruzzatina ogni tanto, cosi tanto per non dimenticarsene.
Sotto un cavalcavia due bikers italiani, si stanno mettendo l’antipioggia, io tiro diritto, è una pioggerellina e smetterà presto….
Tre, dicansi TRE km e si scatena il diluvio universale, primo cavalcavia e su tutto l’indossabile!
Non ci vedo perchè la pioggia é fredda ed il respiro appanna la visiera, devo alzarla per disappannare, ma entra acqua…..questa mattina ho finito le maledizioni, quindi, rassegnazione.
Ad una cinquantina di km da Frederickshawn smette, mi fermo per il rifornimento ma non mi spoglio, l’antipioggia non me lo tolgo neppure a letto!!!
Arrivo all’Hotel, solito posto per gente di passaggio, la cameriera gentilissima, mi fa mettere la moto in un angolo chiuso da un cancello.
Poi, arriva un suo collega che mi fa la prenotazione per il traghetto, veramente gentili, peccato che internet non funzioni.
Mandi, a domani
SABATO 30 LUGLIO 2016 (da Frexerickshavn ad Hamar)
Bene, tanto per cambiare sveglia prima delle 05,00….
Ieri sera c’era luce fino a tardi, però non ho visto se è un problema di solstizio, controllerò stasera.
Recupero la moto e la carico, poi colazione, abbondante perchè a mezzogiorno ci si sazia con una barretta dietetica.
Niente pantaloni antipioggia, niente soprascarpe, il cielo sembra promettere bene.
Arrivo in porto e c’è già un norvegese (i genovesi li chiamavano “i norvegini”)…con una Goldwing.
Socializziamo ed arrivano altri sei “norvegini”, tutti con BMW più o meno recenti, che ci vuoi fare, la perfezione non è di questo mondo!
Ci imbarchiamo in orario e ci ancoriamo le moto da soli perchè l’addetto al parcheggio dice che non è necessario, si,tanto a lui….
Saliamo sul ponte e ci godiamo la traversata, il tempo è splendido, il Ragionier Ugo Fantozzi deve essere in trasferta!
Un sacco di bimbi, di giovanottelli che bevono birre in quantità industriale, umanità di tutti i tipi, anche le truppe corazzate vichinghe, pronte a respingere i miei attacchi.
Fuggono anche via nave…
Entriamo nel porto di Goteborg, molto bello l’ingresso, c’è anche un piccolo faro, che mi dicono lo affittino per una sciocchezza, ma se il mare si agita…
Si sbarca, Garmin impostato per Lillehammer, mi vergogno, non sono più di 450 km, ma se il tempo tiene proseguirò per almeno altri 200, vedremo.
Autostrade svedesi molto buone e molto poco traffico, al confine una bella coda per controlli di Polizia, ma con la moto non è certo un problema.
L’autostrada norvegese è come quella svedese, un po’ più trafficata.
Ci sono dei rilevatori per il pagamento automatico dei pedaggi, evidentemente pagano solo i norvegesi!
Mi ritrovo a pensare che di 2.000 km fatti fino a qui, ho pagato solo in Italia, se si eccettua il piccolo contributo di 5,50 € agli austriaci, più 11,50 per il tunnel, Europa del nord…
Comincio a vedere nuvolaglia che si addensa, il colore diventa nero intenso, aumento l’andatura, sembra che la strada gli passi nel mezzo, per fortuna.
Ad un certo punto minaccia veramente, ma è sul fiordo di destra, ed io vado a sinistra, speriamo bene.
Mi fermo per il pit stop, la barretta è rimasta nell’antipioggia, chiuso, per la prima volta, nel sacco impermeabile.
Nessun problema, un hot dog e via.
Salgo in moto e vedo il Ragioniere! Maledetto Ugo, c’era una nuvolaglia dietro di me, a distanza, ma mi ha raggiunto, comincia a piovere, poco, ma piove, mi insegue!
Butto l’occhio, quelli che scendono non hanno vetri bagnati e tergi in azione, quindi sta arrivando da dietro di me, più avanti c’è il sole, quindi, a manetta e lascio indietro il Ragioniere e la sua scorta d’acqua.
Proseguo con l’intento di arrivare dove posso verso le 18,00 ma a 50 km da Lillehammer mi devo arrendere, comincia a piovere, il Garmin mi dice che ad Hamar, già villaggio olimpico nel ’94, ci sono diversi alberghi.
Detto e fatto, trovo una struttura che mi piace, la camera è niente male, INTERNET FUNZIONA!!!!, e c’è il ristorante, cosa volere di più dalla vita?
C’è pure la stazione di ricarica Tesla, per auto elettriche…..
Domani pare che pioverà,sai che novità, e quindi partenza antipioggiato ed una decina di ore, poi vedrò dove arrivo.
Mandi , a domani.
DOMENICA 31 LUGLIO 2016 (da Hamar a Trondheim)
Per chi non è mai stato in Norvegia, soprattutto in moto, vorrei chiarire cosa significa : Tempo Variabile, significa che può variare da pioggerellina a pioggia a secchi, passando per gradi intermedi, ma senza mai smettere!
La pioggia porta con se un brusco calo di temperatura e , se non si è adeguatamente organizzati si rischia la broncopolmonite.
Dalla finestra si intravedono nuvoloni sparsi, quindi antipioggia, ma senza soprascarpe…e mal me ne incoglierà!
Metto in moto, mi avvio, e la pioggerellina pure!
Sembra sopportabile….sembra e basta!
Inizia il rovescio a secchi, la temperatura si abbassa, un termometro all’esterno di una stazione di servizio segna 9*, ma con i guanti inzuppati e gli stivaletti pieni d’acqua (darmi del somaro da solo è il meno che possa fare! I soprascarpe all’asciutto nella borsa sopra la sella…).
Dopo quattro ore anche l’antipioggia nuovo comincia a protestare, i brividi si fanno sempre più ricorrenti, la visiera si appanna e devo alzarla in continuazione, quindi acqua a volontà anche nel casco (asino due volte, la visierina anti appannamento l’ho tolta prima di partire!!!).
Il piano era di viaggiare fino a quasi Mo I Rana, percorrendo circa 600/700 km, ma arrivato in prossimità di Trondheim, mi rendo conto che continuare significherebbe farmi del male.
Ho acqua negli stivali, nel collo, nei polsi, i guanti fradici e, soprattutto, ho freddo, poi vedo che all’orizzonte le nuvole sono ancora più nere, quindi, freccia a destra e albergo.
Camera, doccia e cena….
domani si vedrà.
Mandi
LUNEDI’ 1 AGOSTO 2016 (da Trondheim a Mo I Rana)
Dalla finestra non si può immaginare come evolverà la giornata, meteorologicamente parlando, nel dubbio indosso tutto il necessario, e forse anche di più.
Guanti e stivali sono asciutti grazie al trattamento intensivo con il phon…
Intanto una bella colazione abbondante a base di pesce vario…
Ad ogni buon conto metto su anche i soprastivali, galosce di gomma dell’esercito americano, le comprai tanti anno fa, a Vicenza, caserma Ederle, quando si facevano esercitazioni congiunte, loro sempre con gli anfibi asciutti e puliti, noi sempre con fango a volontà.
Poi visto che usavano queste soprascarpe le comprai, risultato: usate pochissimo in esercitazione, rimaste per anni a sopire in uno scaffale, risorte a nuova vita per dare sollievo al biker!
Fuori dall’albergo c’è una bella parata di moto, tutti pronti a ripartire!
Carico la moto e si parte
Non faccio a tempo ad uscire da Trondheim che inizia a cadere una pioggerellina leggera leggera, non è certo questa che mi impensierisce.
Smette quasi subito, probabilmente il Ragionier Ugo ha visto che sono bene equipaggiato ed ha deciso di non sprecare inutili energie.
Il programma è di fare almeno 500 km, arrivare a Mo I Rana ( uno dei pochi nomi che si pronunciano come si leggono!!!), tempo, strada e traffico permettendo.
La strada numero 6, che praticamente attraversa tutta la Norvegia, ha la presunzione di essere una sorta di autostrada, ma siamo lontani…molto lontani.
Riduzioni di corsia, tratti lunghi di monocorsia, attraversamento di paesi, rotonde, e chi più ne ha…
Finalmente, si fa per dire, vedo il primo segnale di ” Pericolo renne”, ero preoccupato che si fossero estinte!
Comincio ad incrociare parecchi motociclisti, tutti con sgargianti tute antipioggia, predomina il giallo, e con bauletti e borsoni pieni, tornano dal Nord, probabilmente da Capo Nord.
Infatti quando mi fermo per rifornire mi chiedono se salgo a Capo Nord, no grazie, già dato!
Finalmente inizia a piovere!
Mi mancava, il sole che a tratti faceva capolino cominciava a darmi fastidio.
Proseguo con attenzione, il traffico è sostenuto, l’asfalto lucido invita alla prudenza, rappresento un peso di circa 5 quintali, quindi….se scivolo mi fermo nel fiordo, ed in considerazione che uno di questi è profondo 1300 metri…
Durante una sosta per rifornimento vedo le colonnine della Tesla, sono avanti a noi di parecchio, già c’era in albergo ad Haram, ma là ce n’era una sola , qui invece una serie completa!
Si riparte, dopo una sessantina di km, smette di piovere ma l’asfalto è sempre lucido, evidentemente Ugo mi precede di poco.
Mentre sono fermo a scattare una foto mi sorpassano tre bikers in Harley, fanno un’andatura tranquilla e quindi mi accodo.
Ad un certo punto l’ultimo accelera e sorpassa, sparisce….
Dopo qualche km lo vedo che si sta chiudendo la cerniera dei pantaloni…i reni (che non sono i maschi delle renne….) hanno le loro esigenze!
Qualche km e me lo ritrovo alle spalle, tranquillo, arriviamo ad un semaforo e mi salutano, ripartiamo in fila indiana.
All’altezza di un’area di sosta mi sorpassa e mi fa cenno di bere un caffè, ben volentieri, ne sentivo il bisogno.
Parcheggiamo e….due bikers sono gentili signore!
Una la moglie del biker, l’altra un’amica, hanno moto di tutto rispetto, non semplici Sporsterini…fanno una ventina di mila km all’anno!!!!
Mi sento in dovere di offrire il caffè, mi dicono che stanno facendo un giro, sono in ferie ed hanno preso tanta acqua pure loro.
Ci salutiamo e li precedo.
Quando mancano una cinquantina di km a Mo I Rana, ricomincia a piovere, e pure di gusto, quanto basta per dover mettere ad asciugare i guanti, si, perchè grazie ai copri stivali, questa volta i calzini sono belli asciutti.
Via in albergo, dopo di me arrivano altri bikers, probabilmente tutti diretti alle Lofoten, vedremo, domani è un altro giorno.
Mandi
02 AGOSTO 2016 (da Mo I Rana a Lodingen, isole Lofoten)
Alle 04,00 sono già sveglio, ma mi giro e rigiro, alle 05,00 mi alzo e preparo i bagagli, scendo e solito rito, poi vado a fare colazione.
Fuori le solite moto parcheggiate, quella con targa belga a fianco alla mia è di una coppia attempata, hanno coperto la sella con un nylon a fiori….che tenerezza…
Entro in sala, c’è la solita comitiva di anziani (alcuni di loro probabilmente più giovani di me….) che girano il mondo in corriera, e sento una bella melodia in sottofondo, delicata, soft, cerco di capire da dove arriva, giro l’angolo e.
una giovane pianista che suona, e devo dire molto bene, piacevole ed originale, la sera mi era già capitato, ma la mattina mai!
Rifocillato a dovere, tutto pesce ed una puntina di formaggio….
…metto in moto e mi avvio, fa freddo, molto freddo, l’altitudine non è eccessiva, da noi è collinare, sui 500/600 metri, ma qui siamo al Nord, molto al Nord, e quando non ci sono le foreste ci sono montagne brulle con neve
Fa sempre più freddo, non piove, ha fatto qualche leggerissimo “spray”, quasi vaporizzato, ma la strada è bagnata e le nuvole attorno fanno pensare che abbia buttato un po’ d’acqua di recente…
Poi, a 682 metri di quota il Circolo Polare Artico!
Fa un freddo pungente, ma se non fosse cosí, che motivo ci sarebbe di chiamarlo polare ed anche artico???
Chiedo ad una signora che temperatura segna la sua macchina: 6*!!
Niente male!
La sosta allo shop è d’obbligo, qualche ricordino ed un buon caffè, soprattutto caldo!
Mi ricorda Capo Nord, ma allora pioveva e c’erano 3 gradi.
Prendo un caffè ed affacciandomi alla finestra vedo l’ennesima dimostrazione, la differenza tra un Biker ed un proprietario di moto….un bel esemplare di Harley su un altrettanto bel esemplare di carrello!!
Riparto , strada bagnata, sdrucciolevole, sarebbe bellissima se il fondo fosse asciutto, anche se pesanti, si potrebbero fare curve fantastiche, sempre facendo attenzione ai limiti.
Da quando sono entrato in Norvegia non ho visto uno, dicasi uno, poliziotto, ma gli automobilisti rispettano i limiti e le telecamere non mancano.
Devo fare il pieno e mi fermo in un posto caratteristico, stazione di servizio, motel, shop, rorbu, stazione Tesla, ma la cosa più caratteristica sono i tetti…….
Pensavo fosse non so quale attrazione turistica, invece strada facendo….
Viaggiando in Norvegia, si ha come l’impressione di costeggiare in continuazione fiumi, laghi, torrenti, il mare….niente di più sbagliato, la stragrande maggioranza sono fiordi, di tre categorie: fiordi, “fiordini” e “fiordoni”!!!
Ovviamente scherzo, sempre fiordi sono ma di dimensioni assolutamente diverse
Mi rimetto in movimento, le gallerie si susseguono, molte quasi completamente buie, scavate nella roccia senza alcuna rifinitura, un neon ogni tanto attaccato ad un filo penzolante e bagnate, anzi bagnatissime, con rappezzi d’asfalto che fanno tremare i polsi.
L’assurdo:in prossimità di una di queste gallerie c’è il limite di 70 km/h, dopo 20 metri, in salita e quasi al buio FINE LIMITE DEI 70!!!!
Vabbé…sono contento di aver preso solo freddo e niente acqua, ormai mancano 30 km a Bognes, di li prenderò il traghetto per andare a Lòdingen, nelle tanto sospirate isole Lofoten.
Non dovevo pensarlo!
Maledetto Ragioniere Ugo nonchè Fantozzi….comincia a piovere, ma una pioggia intensa, proprio in prossimità di un tratto di strada con tornanti impegnativi….
20 km, poi smette ed in prossimità del porto di Bognes c’è il sole….
Imbarchiamo, il mare..(o il fiordo???), è calmo, quindi niente fissaggio con le cinture, sono solo 50 minuti di traversata.
Infatti c’è un bel sole, ma dietro di noi si nota una bella scia bianca a cascata, quella è pioggia, ed anche di quella buona!
In compenso la superficie è piatta ed il sole ci accompagna…
Ma prima di arrivare nel porto di Lodingen, ho l’immenso piacere di vedere, in anteprima mondiale assoluta, il nuovo trend di moda maschile vikinga in fatto di pantaloncini estivi da uomo….
Finalmente si sbarca!
Subito il pieno, perchè domani mattina l’ultimo pezzetto di strada, 120 km, più o meno, per arrivare da Lodingen a Svolvaer, la location del raduno Harley più a Nord d’Europa, anzi, pare del Mondo!
Chiedo al ragazzo del distributore dove si trova l’albergo, indicazione precisa, dopo pochi km arrivo a destinazione
Chiedo a che ora si cena, alle 18,00 si chiude…bene, non scarico nemmeno, carne di renna, insalata e pane!
La cameriera è entusiasta….
Quindi, scarico, doccia e report.
a domani, mandi
MERCOLEDI’ 3 AGOSTO (da Lodingen a Svolvaer)
Sembra strano, mi sveglio come al solito, verso le 04,00, fuori è chiaro, anche perchè non è mai sceso il buio.
Le tende nere sono d’obbligo, ma un po’ di luce filtra lo stesso.
Non mi alzo, oggi me la posso prendere comoda, anche se dovesse piovere.
Cosí non è, il sole ammicca tra le nuvole, speriamo bene.
Risistemo tutti gli ammenicoli, mi preparo un thermos di caffè, piccolo, quello grande l’ho lasciato a casa, riaggancio borsa e borsino e parto.
Grande azzardo: niente antipioggia!
Fino a Svolvaer (il nome come lo leggiamo noi non ha niente a che fare con quello che intendono loro!) ci sono un centinaio di km, e, incredibile ma vero, la strada è godibilissima, piena di curve ma completamente asciutta!
“Fiordini” e “Fiordoni….
Prima della meta, una delle tante gallerie si inabissa!
Avete capito bene, all’ingresso – 5 metri sotto il livello del mare, poi sprofonda per qualche decina di metri, ed è lunga e bagnata, ovviamente…..
Riemergo e dopo pochi km eccomi arrivato, non ci posso credere, nemmeno un piccolo piovasco!
Trovo facilmente la location seguendo due bikers locali.
E’ in pieno centro, stanno finendo di allestire, la registrazione alle 16,00.
Uno dello Staff mi assiste, ma quando gli leggo in italiano il nome norvegese del campeggio , Orsvagvaer,, mi guarda come se gli parlassi turco!
Gli faccio vedere l’email.
Ahhhh…..ora si che è chiaro, per lui!
Mi spiega dove devo andare…..a Bagdad avrei capito di piú!
Poi mi illumino d’immenso!
Prendo il Garmin, digito il nome del posto ed il Gps poco ci manca che mi sputi!
Altra illuminazione divina, nei punti di interesse cerco “campeggi”… mamma perchè mi hai fatto cosí intelligente???
Trovo e vado, 8 km dal centro.
L’appartamento (???) non è ancora pronto, lo stanno pulendo e mi daranno le chiavi alle 15,00, mah….chiedo se il ristorante funziona e mi rispondono che è aperto dalle 17,00 alle 21,00…ma questi vikinghi che orari hanno?
Torno in centro, i preparativi fervono, mi siedo ad un tavolino e mi mangio un panino con uovo e salmone, coca e caffè.
Seduto all’esterno guardo passare la fauna femminile vikinga…..molto abbondante, in termine di peso!
Mi faccio una passeggiatina per il centro, veramente piccolo, in compenso due alberghi si affacciano sul porto.
Fa freddino, ma qui tutti in maniche corte.
Entro in una specie di SUPER MINI centro commerciale e vado in bagno….e questa è la seconda sorpresa norvegese, ne ho visti di bagni in giro per il mondo più o meno civilizzato, ma uno che non ha lampadine ma una luce particolare blú che fa riflettere solo i “punti di interesse” con un effetto di fluorescenza…..si illumina anche lo schizzo renale (che continua a non avere nulla a che fare con le renne!!!) e lo “specchio d’acqua” nel water, cosí da centrare l’obiettivo!!!
Vabbè, Paese che vai, toilette che trovi.
Bighellono per il porto, super gommoni da 12 posti per un giro dei fiordo in velocità, io invece mi prenoto un giro con una imbarcazione più consona alla mia stazza.
Domani si salpa alle 10,30 al raggiungimento delle 15 persone, si potrà anche pescare….
La ragazza dell’ufficio non è niente male, finalmente una vikinga D.O.C.!
Continuo il mio tour in attesa delle 16,00 per la registrazione, tento di corrompere l’uomo dello Staff, niente da fare, i vikinghi sono ligi alle consegne.
Il freddo si fa sentire ed allora vado al ristorante “italiano” dove una gentile camerierina mi porta una “pizza”…..stendiamo un velo….
E’ ora di andare a fare l’iscrizione, davanti a me 2 BIKERS DEL CHAPTER PALERMO!!!
Mi dicono che hanno traghettato da Palermo a Civitavecchia, ma i due anzianotti non li vedo molto sciupati, mi piacerebbe dare un’occhiatina alle loro moto, i carrelli vanno di moda…
Prendo le patches ed una maglietta, mi piacerebbe capire perchè in Italia mi serve una 3XL, mentre qui una XL basta ed avanza.
Mentre me ne vado incontro due dei tre bikers con i /le quali ho bevuto il caffè prima di Mo I Rana, sono marito e moglie, la seconda signoranon la vedo.
Torno al campeggio e trovo la mia casettina….
Scarico tutto, ma proprio tutto, attacco quella che in gergo marinaresco si chiama “bandiera di cortesia”, praticamente ora è un Gran Pavese!
Doccia veloce e poi alla reception per internet.
Magari anche una capatina alla location, cosí tanto per vedere come si muove il popolo vikingo.
Niente da fare, la connessione fa schifo, provo e riprovo ma senza risultato, così, visto che ho anche preso freddo me ne vado a dormire, domani è un altro giorno.
Mandi
GIOVEDI’ 4 AGOSTO 2016
Splendida giornata!
Ovvio, mica devo viaggiare in moto….riposa Ragioniere..riposa, ti rifarai a partire da domenica.
Con calma mi preparo e mi avvio, piccolo breakfast alla location, poi mi accorgo di aver dimenticato il cellulare, vado e torno, questa volta breakfast serio: uova, pancetta, fagioli, pane e burro, naturalmente succo di mela e caffè.
E’ ora di imbarcarsi, i bikers hanno una barca riservata quindi, come al solito, io mi imbarco sull’altra, da solo, unico Biker!
Sulla barca dell’organizzazione, ormeggiata accanto alla nostra, solita caciara di bikers, ai quali probabilmente non importa granchè del giro per il fiordo.
Sulla mia, passeggeri misto mare, famigliole con bimbi, anche di poco più di un anno, con tanto di giubbino salvagente!!!
Bellissima!
Bimbe senza famiglia……….
signore anzianotte…
anche una giovane coppia di Lecco, sposati da un anno, mi riconoscono dalle patches scritte in italiano…
Simpatici, con lui chiacchieriamo parecchio, il passaggio nei vari punti del fiordo è emozionante, le montagne sovrastano la via d’acqua, imponenti e con tracce di nevai.
Esperienza che merita essere fatta.
Ci fermiamo a pescare, ne prendo tre, pranzo assicurato.
Poi in cima al fiordo pit stop, tazza di zuppa di pesce!
Si rientra, durante la navigazione vediamo anche le aquile di mare…
poi il Comandate fa una deviazione e ci porta a vedere un ”Hotel” su di un isolotto…originale, spartano ma originale.
Il Comandante accelera, impressionante la spinta dei motori di questa “barchetta”, viaggia che è un piacere sollevando a prua un bel baffo di schiuma.
In porto si vedono le caratteristiche rastrelliere per asciugare il baccalà, ora vuote, ma in stagione fa impressione vede quanto piene siano di pesce e, tradotto in euro, che grande capitale rappresentino, non so come facciano a capire di chi siano, ma probabilmente le acquista una cooperativa per conto dei pescatori.
Prima di sbarcare chiedo quale sia la velocità massima: !8 nodi con due motori, proprio niente male.
Sbarcati , ci salutiamo con gli sposini, che sicuramente rivedremo nei prossimi giorni, o meglio, domani perchè venerdì ripartono.
Fuori dallo store Harley mi sento dare una pacca su una spalla, un Biker di UDINE!
Non ci posso credere!
Mi dice che è partito giovedì pomeriggio ed ha preso esattamente tutta l’acqua che ho preso io, mal comune …..
Non è la prima volta che viene al raduno, anzi, mi dice che è la quarta volta, magari ha qualcuno….
Ha una Street Glide CVO in rodaggio!!
Bella bestia.
Saluto e rientro al mio alloggio, cercherò di postare il report di oggi, magari solo fino ad ora, poi lo rifinirò stasera e posterò domani, purtroppo non riesco a postare le foto, il collegamento internet è solo nella zona della Reception ed è anche scarso.
VENERDI’ 5 AGOSTO 2016
C’è grande differenza tra mezzanotte e le sei di mattina….
..bene svegliandomi alle tre e mezza posso pensare che sia ora di alzarsi!
Diamo tempo all’orologio biologico di aggiornarsi.
La giornata è bella, ma non stupenda come ieri, nuvole sparse e temperatura in calo.
Qui, quando non piove dicono che è bel tempo…..
Considerando le previsioni, peggioramento in arrivo (evidentemente qualcuno ha suggerito ad Ugo rag. Fantozzi, che domenica inizio il rientro), penso che anticiperò di un giorno.
Il “fiordino” è bello pieno, alta marea che qui non scherza!
Alla location, per un sano breakfast, incontro i soliti amici bikers, marito e moglie, poi mi faccio una foto con le vikinghe!
Approfitto per un’altra visita alla toilette psichedelica, troppo forte!
Quindi attendiamo le 11,00 per muoverci, in gruppo, verso il Museo vikingo ed il VIKING FESTIVAL, che si tiene nelle vicinanze del museo, a Lofotr, 80 km da Svolvaer.
E’ un evento che si ripete una volta all’anno, sempre nello stesso periodo.
Cominciano ad arrivare i bikers, anche LE bikers, e che grinta!
Hanno moto imponenti, come la mia o giù di lì, qui gli Sporsterini li lasciano ai neonati!
Mentre aspetto vedo una cosa che mi lascia di stucco: alcuni adolescenti, in età scolare, accompagnati da un adulto, equipaggiati con giubbini fluo, scope, ramazze e carretto, vanno a pulire le strade….altro che pokemon!!!
Finalmente si parte.
Il gruppo è compatto, si viaggia spediti, siamo scortati da tre dello STAFF: uno è il Road Captain, una è sua moglie con un’Electra Gide…tanto per gradire) ed uno è il Road Blocker, andiamo lisci come l’olio, una cinquantina di Harley.
Partiti con il sole ed una temperatura gradevole, più proseguiamo e più il tempo cambia, in peggio, obviously!
Il paesaggio è stupendo, io non sono certo un romantico appassionato di paesaggi, ma questi fiordi e l’ambiente circostante, sono meravigliosi, imponenti!
Finalmente arriviamo, fa decisamente freddo, nuvole basse..ed il mio pile tecnico, comprato in porto a Svolvaer, ordinatamente appeso nell’armadio al Campeggio.
Entriamo nel Museo, non è granchè, fuori, ma all’interno dell’edificio, il solito bar ed il solito shop.
Il Festival, come lo chiamano loro, a detta del Road Captain, è ad una quindicina di minuti a piedi.
Mi incammino, alla faccia dei quindici minuti…e si è pure dimenticato di dire che c’è un bel pezzo in discesa, ripida, che per legge di natura, al ritorno si trasformerà in salita, ripida!
Il festival altro non è che una ricostruzione etnica delle varie attività dei villaggi vikinghi, gli artigiani che cuociono, cuciono, intagliano…etc…etc…e vendono.
Spesuccia e riprendo la salitina!
Fa freddo ma sudo copiosamente, vedo un utile bagno vikingo, questo non è psichedelico, ed ha un foro a prova di Parkinson!
Ci sono vari recinti, suddivisi per animali, uno per i cavalli, uno per una famigliola di maiali, uno per le pecore, dove un montone si dà da fare per rendere onore al suo nome!
Rientro nel bar del Museo e faccio una sosta con caffè per cercare di riassorbire il sudore, partire con la moto in queste condizioni può significare una bella bronchite.
Niente da fare, parto lo stesso, l’itinerario del ritorno è lo stesso, ma comunque sempre molto affascinante.
Più mi avvicino a Svolvaer e più il tempo migliora…. il paesaggio, con il contrasto delle nubi e del sole è unico!
Finalmente la location, ora si apre ufficialmente la “Convention”….con il Capitano vikingo e il contorno …
Sosta per mettere qualcosa nello stomaco e poi rientro in campeggio, parcheggio la moto davanti alla porta e…uno stormo di gabbiani, onnipresenti, pensa di dirmi arrivederci!
Due centri!
Uno sulla sella ed uno sulla borsa.
Ora post e poi prepariamo il tutto, domani mattina vorrei partire alle 07,00, avevo pensato di scendere per la 17, ma il paesaggio stupendo di oggi mi ha appagato, la 17 la farò al prossimo giro!
Tra l’altro la 17 , in certi tratti è chiusa per il maltempo, lì le onde non scherzano!
Domani è un altro giorno.
Mandi
SABATO 06 AGOSTO 2016 (da Svolvaer a Trondheim)
Come previsto non serve la sveglia, tra l’altro ieri notte era buio pesto e questa mattina pure…
Sveglia biologica alle 04,00 e giù dalla branda alle 04,30.
Praticamente è tutto pronto, si tratta di sistemare la borsa piccola su quella grande, incappucciare nello “HUGE YELLOW CONDOM”, come lo definisce Tomasz, fissare due elastici per sicurezza, appendere la renna e via!
E’ chiaro che il tempo si presenta minaccioso e quind,i su tutto l’armamentario, inclusi i sopra stivali!
Mi avvio di buona lena, il paesaggio lo conosco ma merita comunque di essere rivisto.
Strada facendo sorpasso alcuni bikers diretti, presumo, anche loro al traghetto per Bognes.
Quando arrivo alla banchina d’imbarco, sono le 07,08 e chiedo a due bikers già sul posto, a che ora parte il traghetto, che di fatto non c’è.
Risposta: 08,15!
Porcaccia miseria, potevo prendermela comoda!
Nel frattempo arrivano quelli che avevo sorpassato, allegra combriccola di Norvegesi!
Da quando ho sentito la loro lingua mi pare perfino di apprezzare il Tedesco!!!!
Finalmente imbarchiamo, ci sono anche due Indian, belle moto, revival di moto che hanno fatto la storia negli States, molto ben curate e superaccessoriate.
Breakfast a bordo e poi si attracca, saluto veloce in corsa e mi sparo su per la salita per Bognes.
Il mio intendimento è quello di arrivare a Trondheim, 1.000 km, uno più uno meno, salvo, naturalmente, meteo avverso
Quindi, per risparmiare tempo, bancomat in tasca, senza portafogli, cellulare staccato ed al riparo all’interno della giacca, assieme al portafogli, così in caso di pioggia non mi dovrò fermare.
Proseguo velocemente, il tempo è bello, a tratti anche il sole si affaccia e scalda.
La strada è magnifica , asciutta è godibilissima, curve veloci, qualche tornantino, ma sempre attento perchè il peso è tanto, una svista e si finisce fuori strada.
I km scorrono, poi arrivo in vista del circolo polare artico, sui monti circostanti qualche chiazza di bianco in più, si sente il freddo.
Aria pungente, e poi, magicamente, comincia a piovere!
Non mi sarei sentito a mio agio senza qualche goccia.
In effetti piove per qualche km, nemmeno molto forte, poi smette, quel tanto da giustificare la rottura di aver indossato l’antipioggia.
Il traffico è scorrevole, abbastanza sostenuto, soprattutto camper, caravan,camion, macchine con carrelli tenda!
Questo è un popolo nomade, quel poco dell’anno che possono sfruttare per muoversi lo riempiono!
Bici, racchette,canoe, tende….di tutto e di più.
Non molto lontano da Trondheim vedo un posto simpaticissimo, un insieme di bungalows, tetti seminati…a fianco di un fiume, centro di pesca, molto bello e soprattutto caratteristico.
Proseguo, sono stanco ma ormai manca poco a Trondheim, siamo a quasi 1000 km da questa mattina, escluse le due ore perse per il traghetto, attesa e traversata, sono 12 ore, non male per 1000 km su strada normale.
Arrivato in albergo vedo una confusione anormale, una massa di ragazzotte adolescenti accompagnate da adulti, scoprirò che si tratta di atlete di Team di pallavolo che hanno partecipato, o stanno partecipando a UEFA 2016.
La stanza c’è, poso i bagagli e mi fiondo al ristorante prima che si esauriscano i posti
Ordino ed aspetto pazientemente, nel frattempo mi girano le scatole, sono stanco e …..
Passa il tempo, pazienza…pazienza….passa anche una lottatrice di sumo…pazienza…meglio non commentare, si sa mai che qualcuno possa equivocare.
Finalmente conto e via in camera.
Domani è un altro giorno.
Mandi
DOMENICA 07 AGOSTO 2016 (da Trondheim a Goteborg)
Il ragazzo della reception dice che il tempo sarà bello, sicuramente niente pioggia….da quello che vedo dalla finestra….
…ma lui mi ripete, guardando il pc : una temperatura piacevole, sfiorerà i 23°, andando verso Sud, in certi posti “a bit colder”, ma appena un bit, qualche nuvola, ma assolutamente niente pioggia, fino a Goteborg!
Quindi, diamogli fiducia, a lui ed alle previsioni meteo norvegesi, e che diamine, mica si può essere sempre scettici!
Tutto il “necessaire” antipioggia nella borsa, esterna…a portata di mano…
Se pioverà, spillone e rito woodoo sulla foto del malcapitato!
Breakfast a base di pesce con i partecipanti a questa Supercup 2016 a Trondheim….sarà ….
Valigia pronta e si salpa, direzione Oslo, Goteborg e, forse, Copenhagen.
I primi km rispecchiano le previsioni, il sole si fa largo tra le nuvole, sempre numerose ma non dal colore “cattivo”, ed un tepore piacevole mi accompagna, non saranno i 23* preannunciati ma siamo vicini, il sole qui, quando c’é, scalda.
Proseguo e lo scenario, piano piano, cambia.
Il sole si fa soffocare dalle nuvole e la temperatura scende, non di molto ma si avverte la differenza, comunque si viaggia ancora con piacere, anche se a Sud, meta della mia tappa si profilano nuvolaglie poco confortevoli.
Giungo al bivio tra la E3 e la E6, prendo decisamente per la 6, è più lunga di una settantina di km, ma dovrebbe essere più scorrevole, poi all’andata ho percorso la 3 ed ho preso 300 e rotti km di pioggia!
Mi infilo in una gola dove fà un freddo pungente, la strada è bagnata, segno di pioggia recentissima, e soffia un vento impetuoso.
Avevo dimenticato quanto forte e costante sia il vento norvegese, tra l’altro soffia costantemente e se uno ha l’impressione della raffica è solo perchè si è frapposto un ostacolo che ha fatto diminuire, per un attimo, la forza del vento.
Quindi massima attenzione, mi sono distratto un attimo e la moto ha sbandato violentemente, per un pelo….
Attenzione massima, la velocià consentita, con la moto che si muove ma è controllabile, è di 100 km/h, di più diventa pericoloso.
Arrivo sopra una specie di altopiano, non finisce mai, circa 900 km di quota, dove il paesaggio è uguale a quello circostante il Circolo Polare Artico, brullo, pietroso, con specchi d’acqua dove qualche folle si avventura in canoa, nonostante il vento forte.
C’é una tabella luminosa che indica la velocità del vento “ Wind speed 15 m/s”, pari a, se le mie riminiscenze di matematica non mi ingannano, circa 55 km/h!
Non sono moltissimo per un triestino DOC, ma per un motociclista stracarico, con un peso totale che si aggira sui 500 kg, sono abbastanza!
Tra l’altro, soffia costante ed impetuoso sempre dallo stesso lato, per cui mi appoggio con la spalla destra al muro del vento e mi “reggo”, facendo bene attenzione agli eventuali ostacoli frangivento sul lato destro, infatti, se mi manca il “muro” all’improvviso, rischio di finire per terra.
Questa delizia si protrae per circa 150 km!
Poi si scende da 900 a meno di 400 ed il vento diminuisce sensibilmente, il freddo invece persiste almeno per un poco.
Fatto il pieno, riparto, il cielo non promette nulla di buono, ma la situazione è statica,temperatura accettabile, vento leggero, segni di pioggia recente.
La E6 è anche piacevole, il paesaggio merita, la guida è rilassata, cosí mi piace, velocità ridotta e godersi il paesaggio, con le gambe distese sui poggia piedi anteriori.
Mi avvicino ad Oslo ed il cielo si fa sempre più cupo, comincia qualche spruzzetto insignificante, tengo d’occhio i parabrezza dei mezzi pesanti che incrocio: asciutti e quindi proseguo.
A 20 km prima di Oslo vedo che tutti quelli che provengono dalla direzione opposta hanno i tergicristalli in funzione, quindi mi fermo in piazzola ed indosso l’antipioggia, non i sopra stivali.
Dopo non più di 50 metri ecco il sole promesso dal meteo: A SECCHI!
Attraversare la circonvallazione di Oslo, supertrafficata, con riduzione di corsia per lavori in corso, è un’impresa!
Non ci vedo per l’appannamento della visiera, alzo la suddetta e mi si riempiono gli occhi d’acqua….
Per fortuna, ogni tanto una galleria, sperando non finisca mai!
Finalmente si esce dall’agglomerato urbano, il traffico è comunque sostenuto e bisogna fare attenzione, fortunatamente ho lo H.Y.C. che mi ha regalato Tomasz, della Deemeed, che mi garantisce una grande visibilità, copre due borsoni in altezza, sul sellino posteriore ed il colore lime si vede nelle situazioni di scarsa visibilità, dimenticavo, H.Y.C. è un acronimo che sta per Huge Yellow Condom…
Mancava qualcosa?
Certo!
Il vento!
E arriva, non forte come quello di prima, ma manca poco, in compenso piove e quindi l’attenzione e la tensione sono al massimo: mani strette sulle manopole, gambe aderenti al serbatoio, posizione “andreottiana”: testa incassata tra le spalle per ottenere due risultati, primo, evitare che l’acqua che scende dal casco si infili nel collo, secondo, che la testa faccia una massa unica con il tronco ed eviti di essere sballottata.
A Dio piacendo, arrivo alle porte di Goteborg, sono quasi le 20,00, gli stivali sono zuppi (ma non i copri stivali, belli asciutti nella borsa..), è ora di trovarsi un albergo.
Imposto il GPS, mi trova subito uno Scandic, lato autostrada, perfetto, non fosse che è FULL .
Chiedo e mi dicono che poco più avanti ce n’é un altro , a scanso di perdite di tempo, telefono, c’è disponibilità, arrivo!
Parcheggio la moto, scarico il borsino, niente doccia calda perchè il ristorante chiude!
Cena abbondante e ritirata strategica per la doccia di cui prima, ma non prima di una sosta “tecnica ” al bar….
Poi il qui presente report.
Domani è un altro giorno.
Mandi
LUNEDI’ 8 AGOSTO 2016 (Da Goteborg a Saelby)
Mi sveglio con calma, l’incazzatura per gli stivaletti allagati è “quasi” passata.
Ho dimenticato di mettere ad asciugare guanti e casco, vabbè, li metto ora, qualcosa succederà.
Fuori dalla finestra tempo meraviglioso….vento e pioggia!
Mi sono proprio stufato, va bene che ci sono abituato, ma proprio ogni giorno, NO!
Breakfast con un sacco di belle svedesine bionde, oddio, anche qualche svedesona e neppure bionda, ma essendo abituato alle vikinghe extra large….
Preparo il sacco, oggi metto l’antipioggia completo, non so perchè ma credo servirà.
La ragazza alla Reception sentenzia: ” Nuvoloso, probabilmente pioverà!”
Grande e facile previsione!
Vado a preparare il “carico”, poi mi trattengo a passare il tempo in camera fino alle 12,00, quindi la lascio ed attendo pazientemente le 14,00 per avviarmi al porto.
Non piove ma….vento sostenuto, se si sente qui, figuriamoci al largo…sarà il caso di fissare bene la moto con le cinghie, checchè ne dica il Nostromo.
Piccola considerazione: le svedesi sono decisamente più carine ed affabili delle norvegesi.
Amen!
Arriva il traghetto, scarica ed inizia subito il carico per Frederikshavn, hanno fretta!
La mia è l’unica moto, per il momento, ed il campanellino che sfoggia ha fatto il suo dovere: i Greemlins sono stati lontani, fino ad ora!
Prima due ciclisti…poi io, al piano superiore, ci sono gli stalli per le moto, comincio a fissare la prima cinghia, di traverso al sedile, poi chiedo al Nostromo se c’è mare, per tutta risposta mi dice di mettere le zeppe di gomma!
Allora metto altre due cinghie, meglio prevenire….
Salgo all’ottavo ponte, terrazza esterna, voglio godermi il mare mosso!!!
Ad ogni buon conto siamo partiti in perfetto orario, speriamo sia il traghetto giusto…
Appena apre il bar della terrazza mi faccio una coca ed un sandwich, con il mare mosso meglio avere qualcosa, ma non troppo, sullo stomaco.
Le onde si sentono, ma niente di eccezionale, il traghetto è grosso e non si muove più di tanto.
Entriamo a Frederikshavn in orario, libero la moto dalle imbragature, tolgo le zeppe ed appena abbassano i portelloni, esco in fila con macchine e camion.
L’unica moto è la mia, scendo dalla rampa e, udite udite, comincia a piovere!!!
Mi mancava.
Mi fermo in piazzola, metto la giacca dell’antipioggia (il resto non l’avevo mai tolto), un pensiero dedicato e profondo al Ragionier Ugo nonchè Fantozzi e riparto.
Per fortuna Saelby è a pochi km dal porto, una dozzina.
Entro in paese e non trovo l’albergo, è tutta zona pedonale.
Chiedi e richiedi, finalmente un signore che parla inglese, mi spiega che ci sono due location dello stesso albergo, una in centro e l’altra un po’ fuori, uscendo da Saelby.
Onestamente ci ero passato davanti, ma guardavo il navigatore e così….
Torno indietro, entro e l’addetto alla Reception, simpatico, mi dice che ho prenotato una camera nell’altra struttura ma se preferisco, me ne dà una qui.
Ci siamo capiti al volo.
Nel frattempo chiedo notizie sul tempo di domani: pioverà!
Grazie, molto gentile.
Doccia e cena, ambiente raffinato, un cameriere molto professionale, mi dà il menù ed io, come al solito, dico che lui sa cosa è meglio, non certo io che arrivo dai territori vikinghi!
L’effetto è sempre lo stesso, sorride e mi consiglia, un filetto ECCEZIONALE!
Mangio di gusto e poi in camera, il report aspetta.
Domani è un altro giorno
Mandi
MARTEDI’ 9 AGOSTO 2016 (da Saelby a Bottrop)
Oggi dovrebbe, ed il condizionale è d’obbligo, essere una tranquilla tappa di trasferimento.
Dalla finestra si vede un cielo nuvoloso ma il sole fa capolino e scalda.
Tappa prevista tranquilla nonostante le previsioni meteo del consierge, e la tabella di marcia programmata.
Breakfast e si appronta la moto.
Intanto bisogna condividere un fatto indiscutibile: quando un consierge asserisce che sarà bel tempo, con ogni probabilità pioverà, quando un altro consierge asserisce che pioverà, sicuramente pioverà!
Pertanto quando esco e trovo la moto bagnata, non mi stupisco.
Avvio il bicilindrico ed imbocco la strada, nubi ovunque, dopo qualche km inizia a piovere, grazie consierge, credo tu abbia lontane relazioni di sangue con tale Fantozzi…
Purtroppo l’evolversi delle condizioni meteo sarà condizionato dal Ragioniere che oggi ha superato se stesso!
Innanzi tutto, pioverà a tratti, più o meno intensi e lunghi, per tutto il viaggio.
A volte il sole fa capolino, il tepore si sente immediatamente e si ha anche voglia e tempo di scattare qualche foto, al volo, di un trasporto eccezionale che ha sul rimorchio, si fa per dire, vista la lunghezza del carico, parte di una pala eolica.
Si tratta di pale dei sistemi eolici che qui sono praticamente ovunque, d’altronde qui il vento è pressochè sempre presente e soffia pure forte, la cosa crea non pochi problemi, soprattutto a caravan, telonati e motociclisti.
Il meteo è praticamente avverso…Ugo è seduto sulla nuvola e la mantiene sulla mia perpendicolare!
Quando il sole scalda, in lontananza, giusto davanti al faro dell’Harley, si vede il classico muro nero di pioggia che avanza, ai lati due bellissimi arcobaleni….
Più vado avanti e più le nuvole si infittiscono, la temperatura, già bassa (16°), si abbassa ulteriormente, ed improvvisamente lo scroscio, intenso, freddo e prolungato.
Più di una volta e mai per meno di una ventina di km, salvo quando arrivo in prossimità di Amburgo, comincia a circa 20 km prima del porto e continua quasi fino a Brema.
Qui il buon Fantozzi supera se stesso!
Arrivati a circa trenta km da Brema , spunta un bel sole caldo, ed il traffico si arresta!
TRENTA KM DI CODA PER LAVORI, con il sole che scalda, io con l’antipioggia e tutti gli ammennicoli, comincio a bollire.
L’ho già detto, ma lo devo ripetere, gli autisti del Nord Europa hanno un altro DNA nei confronti dei motociclisti, quando sono fermi in coda, se vedono un motociclista sopraggiungere da dietro, si spostano a lato per farlo passare, camionisti inclusi.
Ma nonostante loro civilissimo comportamento, zigzagare per 30 km in mezzo alle macchine ed i camion fermi, richiede il suo tempo.
Finita la coda ricomincia a piovere!
Ma se l’Italsider di Genova, negli anno 70 non avesse consentito ad uno dei suoi colletti bianchi, tale Villaggio Paolo, di fare spettacolini aziendali, forse oggi il Ragioniere non esisterebbe, e noi concittadini, avremmo un po’ meno pegola!
Comunque va cosí.
Avevo programmato un tiro di circa 1000 km, pensando di fermarmi per la notte in Belgio, ma alle 19,00 credo sia il momento di dare forfait.
Sono partito allo 08,00 , sono le 19,00, il conta km segna 950 fatti, posso essere soddisfatto.
Chiedo lumi al Garmin, punti di interesse: Alloggi, mi dà un nome di un albergo nelle vicinanze, appena fuori dell’autostrada, purtroppo nessuna disponibilità, ma la ragazza al banco mi dà un altro nome, chiama lei stessa per sapere se hanno posto, Ok!
15 minuti di moto ed arrivo, l’hotel è sulla strada, si presenta bene, ha un garage privato sotterraneo, unica pecca: non ha il ristorante, ma mi indicano una Steak House a due passi, sembra che sia buona.
Sistemo il bagaglio, doccia veloce e via, al ristorante.
Confermo, ottimo, la T bone era squisita.
A proposito, non so neanche dove sono, solo mentre ero seduto, aspettando la bistecca, ho cercato il nome del Paese ed ho realizzato di essere vicino al confine belga.
Bene , domani è un altro giorno, e spero di farcela a cenare sul mare a La Rochelle…
Mandi
MERCOLEDI’ 10 AGOSTO 2016 (da Bottrop a Tours)
Beh….uscire dal garage dell’albergo con nuvole basse ma senza pioggia è già una grande cosa.
Peccato che appena imboccata l’autostrada cominci a piovere, pioggia fredda, brividi lungo la schiena e mani ghiacciate!
Da rimpiangere le isole Lofoten!
Poi le solite code, km e km, un pò per lavori in corso, un po’ per traffico che all’ora di punta, sono le 08.00, gli svincoli non riescono a smaltire.
Fare slalom tra le macchine in coda con pioggia battente non è la cosa più bella della vita, non puoi frenare davanti perchè potresti andare per terra, fai fatica a frenare con il pedale perchè hai i piedi per terra, in più sei ben imbottito ed impacciato..
Piove per circa 200 km, devo essere sincero, mi è venuto un senso di nausea e di repulsione.
In quel momento avrei venduto la moto e senza alcun rimpianto!
Al primo rifornimento, infreddolito come poche volte, mi fermo per un bel cappuccino caldo, esco e passa un bel TIR, con su scritto sul telone SWEDEN – PORTUGAL!
Che sia un segno del destino?
Lui solo dalla Svezia, io dall’Italia passando per le Lofoten!!
Arrivo al confine con il Lussemburgo, il cielo è lo stesso, nuvole minacciose, aria fredda.
Qualche km in territorio lussemburghese e qualche spruzzo, ma niente di serio.
Passo in Francia, stessa musica, solo che qui non piove, anzi, il sole fa capolino.
Sono partito alle 08,00 ed il piano era di arrivare a Bordeaux, ma i km si accumulano e mi avvicino alle 11 ore di guida.
Il paesaggio francese è completamente diverso da quello nordico, ma ha il suo fascino!
Ad un certo punto decido che è ora di fermarsi, freccia a destra, Tours Nord., avrei voluto fermarmi ad Orleans…
…in quanto qualche giovane pulzella, lontana progenie della ben più famosa “Pulzella di Orleans”, potrebbe essere tentata di essere data alle fiamme “Da italico fuoco”!
Scherzo, naturalmente, infatti il mio soprannome è Vagabondo e non Grisou!
Pertanto proseguo, Il Garmin mi suggerisce Mercure Hotel, è una catena di alberghi che già conosco, è vicino all’autostrada, parcheggio custodito e chiuso durante la notte, che volere di più dalla vita?
Il parcheggio è pieno, ma una singola per me c’è ancora, scarico, doccia impellente e poi al restaurant.
Cibo sopraffino per palato delicato!
Domani ostriche a Rochefort, poi via fino a Bayonne, pernotto e l’indomani a Madrid.
Hasta la vista, domani è un altro giorno.
Mandi
GIOVEDI’ 12 AGOSTO 2016 (da Tours a Valladolid)
Veramente potrebbe essere il primo giorno asciutto!
Per scaramanzia metto antipioggia e copristivali nella sacca.
Si parte, un occhio sempre in alto, ma sembra vero…con tenere un occhio in alto intravedo una mongolfiera, se spera di arrivare in Portogallo prima di me, si sbaglia.
La strada è trafficata, anche qui qualche coda, ma niente in confronto a quelle tedesche, però mi fa piacere che abbiano la stessa, buona abitudine, si allargano e ti lasciano passare.
Il programma è di fermarmi a mangiare pesce fresco a Bordeaux e poi proseguire fino al confine con la Spagna, San Sebastian.
Arrivato in prossimità di Bordeaux c’è un bordello totale, code intense in uscita, tutti fermi, quindi proseguo, mi fermerò a Bayonne, sempre Atlantico è.
Nel viaggiare da solo ed a lungo, la mente vola, io mi sorprendo a parlare con la mia moto.
Il mio King con il quale ho condiviso avventure e macinato km.
Gli accarezzo il serbatoio, come fosse la spalla di un fidato cavallo.
Di fatto lo è, di acciaio, ma pur sempre cavalcatura.
Lui risponde con il suo rombo basso ma corposo, il “ronfare” del bicilindrico è indice di tranquillità, potenza,affidabilità.
In effetti mi ha portato ovunque: Capo Nord, Patrasso, Gibilterra, Lofoten e mi ha sempre dato la massima soddisfazione, sei grande mio magnifico KING DB 14355!
Mi è presa anche la febbre del canto, bello!
Nel casco voce possente ed intonata…beh su questo…
Il problema è che la foga mi prende la mano e dirigo il coro, mi muovo come se fossi sul palco!!!
Chi mi sorpassa mi guarda…forse preoccupato.
Nel frattempo Bayonne è in vista, anche qui traffico, ma esco.
Andrò a fare il giro del lungocanale per trovare qualche trattoria “ruspante”, niente di niente, solo ristoranti per turisti in centro.
Via, cambiamo Nazione, San Sebastian, ultima spiaggia, negativo.
Guardo l’ora , telefono all’amico Franco, siamo d’accordo di trovarci domattina a Valladolid, quindi proseguo.
L’ora è decente, nel frattempo Franco decide di salire per incontrarci a Valladolid, cenare insieme e ripartire domattina per Madrid, dove mi aspetta un cambio olio, siamo arrivati ad 8.000 km ed ancora ne devo fare, per cui….
Arrivo all’albergo che ha prenotato da Madrid, bello, centrale, con garage e ristorante, il messaggio con il quale mi diceva che partiva da Madrid porta l’ora 17,21 quindi, conoscendo il ritmo di guida tranquillo di Franco, calcolo 3 ore per vederlo apparire.
Pertanto non ritiro ancora la chiave dalla deliziosa Pilar, la giovane addetta alla Reception, e aspetto, con la moto parcheggiata di fronte all’ingresso,
Passa il tempo e del madrileno nessun segno di vita, comincio a portare su parte del bagaglio e aspetto….
Alle 21,30 comincio a preoccuparmi, metto la moto in garage ed aspetto…
Finalmente, poco prima delle 22,00 arriva!
Era semplicemente partito 2 ore dopo avermi inviato il messaggio..
Nonostante gli usi e costumi spagnoli, ma qui è territorio basco, alcuni locali sono già chiusi, l’alternativa sarebbe andare in alcuni centri commerciali, poco distanti, dove pare ci siano ristoranti aperti.
Io non ho alcuna voglia di ritirare fuori la moto dal garage, per cui attraversiamo la strada ed andiamo in un localino dove servono le tapas, ottime!
Quindi ritirata strategica in camera ed abbiocco quasi fulminante!
Domani è un altro giorno.
Mandi.
VENERDI’ 12 AGOSTO 2016 (da Valladolid a Madrid)
Due cose eccezionali: da un paio di giorni ci sono notti buie e da ieri niente pioggia, questa mattina addirittura un cielo terso, azzurro, bellissimo,
Parto alle 07,00 da Valladolid, la temperatura è tale da far sentire qualche brivido di freddo alla schiena, ma il tepore trasmesso dagli occhi che vedono sole e cielo sereno, riscalda l’epidermide.
A quest’ora si fa fatica a trovare un locale aperto per la colazione, gli spagnoli hanno bioritmi diversi.
La strada è trafficata ma scorrevole, avvicinandosi a Madrid il numero delle auto aumenta, ma niente code, si scorre ed anche velocemente.
Mi aspettano alle 11,00 in officina per il cambio olio, arrivo in perfetto orario, il titolare mi chiede due ore perchè ha lavoro arretrato, nessun problema, qui la vita scorre tranquilla, inutile pensare di accelerare i ritmi.
In effetti la moto è pronta per le 13,30 …..
Pranzo e pennica impellente, il calo di tensione si sta facendo sentire, ho estremo bisogno di riposare, almeno un’oretta.
Cosi’ é, dopo un bagnetto in piscina,l’acqua è fredda ma rigenera.
Il resto è routine, cercando di stabilire l’itinerario per Algarve, domani è un altro giorno.
Mandi
SABATO 13 AGOSTO 2016
TUTTO RELAX!!
Spesuccia al supermercato e poi….Colazione alle 11.00 circa…..
..ceche di anguilla saltate in padella con aglio, prezzemolo, cipolla e pomodoro fresco, con crostino con olio di oliva e , sempre, pomodoro fresco!
Un bel giro in moto , in piacevolissima compagnia!
Visita alla “Comarca” di Al Carria, paesini piccoli e bellissimi, ognuno carico di storia e di tradizioni.
Troviamo un ristorantino in centro ad un paesino, Olivares, perso nel nulla, sotto una freschissima pergola mangiamo in modo stupendo!
….la versione spagnola della “coda alla vaccinara!, solo che questa è coda di toro ed è squisita!!!
Riprendiamo il giro, panorami tutti da gustare.
La vallata del Pantano di Entrepenas, uno splendido invaso al quale è stata scippata l’acqua a favore della Murcia, mettendo in ginocchio avviate attività connesse agli sport nautici.
In lontananza si intravedono i due fumaioli della centrale nucleare di Trillo.
Strada facendo, una fermata in segno di rispetto, al monumento che gli Spagnoli hanno eretto in memoria ed onore, dei soldati italiani caduti nella Battaglia di Guadalajara, 2.000 Italiani!
Il rispetto dei Caduti è sacro, di qualsiasi parte facessero parte, sotto qualsiasi bandiera abbiano combattuto!
Si rientra.
Domani è un altro giorno e faremo un altro giro.
Mandi
DOMENCA 14 AGOSTO 2016
Ancora RELAX!
La mattina passa consultando la mappa della Spagna/Portogallo, domani conto di attraversare il confine, sono 750 km e con questo bel tempo potrò partire con calma ed arrivare per ora di cena.
Tra l’altro, pochi sanno che da ieri il Portogallo ha tirato indietro le lancette degli orologi di un’ora, quindi….
Colazione ad orario spagnolo e poi si parte.
Destinazione qualche sperduto paesino della Sierra Guadarrama, senza meta, l’unica preoccupazione è trovare un distributore, infatti quella zona è praticamente sfornita di stazioni di servizio.
Sono stati dislocati strategicamente….(non so con quale principio strategico..), ai piedi della Sierra, per cui tutti i paesini della zona devono provvedere al rifornimento scendendo a valle, estate ed inverno!
Saliamo, la strada è bellissima, curve, salite e discese, tra paesaggi diversi, brulli e verdi, vegetazione diversa.
Arriviamo in un paesino, famoso per diversi motivi.
Campillo de ranas, della zona della Tierra Njegra.
Tutta la zona è così denominata perchè è caratterizzata da roccia nera che si sfalda a scaglie che vengono utilizzate per tanti usi.
Si costruiscono i muri ed i tetti delle case, il fondo stradale, i muretti a secco, creano un insieme originale, caratteristico e molto bello.
Il secondo motivo per cui questo paesino è famoso è perchè sta al PRIMO POSTO DELLA GRADUATORIA SPAGNOLA (!!!!) per i matrimoni gay.
Io pensavo che Sitges fosse in pole position, ma sono stato clamorosamente smentito, pensare che questo paesino, sperduto sulla Sierra, avrà non più di 150 abitanti!
Di fatto basta guardarsi in giro, nei quattro locali del Paese per rendersi conto che la popolazione gay , stanziale o di passaggio, è decisamente la maggioranza.
Pranziamo in un ristorante a caso, molto bene e prezzo più che onesto.
Sono ormai le 17,00 e decidiamo di rientrare, il sole picchia e la digestione si fa sentire, per cui pensiamo di fermare le moto a lato della strada, una bella zona ombreggiata e ventilata e ci stendiamo in un campo per una pennica campestre!
Risale ai tempi della mia adolescenza l’ultima volta che mi sono riposato in un campo di grano appena raccolto, una sensazione bellissima, quanti ricordi…
Un’oretta di siesta e si riparte, breve pit stop in un paesino sul percorso, per un caffè con ghiaccio ed un mezzo litro di acqua minerale ghiacciata, dopo si riparte e si rientra.
Bene, le batterie sono ricaricate, questi due giorni di relax a casa di amici erano proprio necessari, domani mattina riparto per raggiungere il Portogallo e, come sempre, domani è un altro giorno.
Mandi
LUNEDI’ 15 AGOSTO 2016 (da Madrid a Elvas e ritorno…a Madrid)
L’intenzione è di arrivare in Algarve, i km 760, purtroppo non è stato possibile trovare un albergo a prezzi umani, per cui ho prenotato sul confine, ancora in territorio spagnolo, poi con la moto mi farò tutta la costa.
Quando metto in moto il King, mi dà un “segnalino”, un rumorino strano in fase di avviamento ed un altrettanto strano rumore, presumibilmente la frizione.
Non mi stupisco, la moto ha 115.000 km e la frizione è quella originale.
Il mio caro amico, mi suggerisce di non arrivare in Portogallo ma di iniziare il rientro,con calma, in modo da evitare l’eventuale crac della frizione.
Ma se ho deciso all’inizio, di arrivare in Portogallo, in Portogallo arriverò!
Deciderò lungo la strada che tragitto fare, ma sicuramente nella direzione prestabilita.
Al primo pit stop il King torna a sussurrarmi qualcosa….allora decido di non deviare per il sud, direzione Algarve, ma di proseguire sulla direttrice per Lisbona, risparmierò in ogni caso un migliaio di km.
Arrivo al confine, pit stop in terra “portughesa”, chiedo al benzinaio cosa c’è di interessante da queste parti, ad iniziare dall’aspetto culinario, tipico del Paese, mi indica una cittadina a pochi km, una decina, c’è un ristorante molto buono, l’ Adega Regional, il paese è Elvas.
All’ingresso un grande cartello che indica che Elvas è un sito patrimonio dell’UNESCO, (come i miei baffi……), più procedo verso il centro e più mi rendo conto della bellezza e particolarità del luogo.
Reminiscenza di un vecchio sito fortificato, conservato benissimo, ma con una struttura non comune in Portogallo/Spagna, mura di cinta a stella di 8 punte, come Palmanova, tanto per rendere l’idea.
Per accedere al cuore del paese bisogna passare sotto le porte, il centro vero e proprio è un insieme di case con stradine strettissime, a stento passa una macchina, pavimentazione antica.
Con il navigatore riesco ad arrivare davanti al ristorante indicatomi, l’Adega Regional, l’ora è classica per pranzare (da queste parti ovviamente..), 14,30.
Entro , il locale dà subito l’impressione del “caratteristico”, tavoli in legno, pochi a dire il vero, un bancone bar, lungo ed in legno, dietro un porta prosciutto con un Patanegra in bella vista .
Dietro il banco una signora alla quale chiedo se conosce l’ italiano: no, l’inglese: no, il francese: no, finalmente ci accordiamo per un “pochito de espagnol”, quel “pochito” che basta per chiedere “para comer” e per sentirmi rispondere che sono pieni e che hanno prenotazioni per i prossimi TRE MESI!
Visto il caldo sofferto e la sete, avrei voluto rispondere alla signora che a me dei prossimi tre mesi….ma ho preferito astenermi, saluto decoroso ed arrivederci, tra quattro mesi….
A questo punto sono le 15,00 passate, mi pervade un attimo di buon senso (fenomeno rarissimo!) e dopo aver visitato (in moto), questo bel paese, decido di mettere la prua del King verso Est.
Non voglio mettere troppo a dura prova la pazienza della mia cavalcatura, con questo caldo, molto più intenso di quello di Madrid, se c’è qualche problema meccanico incipiente, non può che accelerare il deperimento strutturale/meccanico, quindi telefono all’amico di Madrid mettendolo al corrente della mia (saggia e quindi non comune) decisione.
Ma come sempre, mi dispensa perle di saggezza, visto che la strada del ritorno passa per Madrid, Zaragozza, Barcelona (scritti alla spagnola), ed in considerazione che gli oltre 500 km di distanza dalla capitale richiederanno un cinque ore abbondanti, mi propone di fermarmi per cena e pernottare a casa loro.
Proposta accettata a patto che io possa invitarli a cena!
Riprendo la strada e , come da copione, prima delle 20,00 sono a casa , doccia indispensabile, bibita fresca ed a cena in centro in un locale dove si degustano prelibatezze locali.
Bella fine di una giornata che sembrava preannunciarsi non perfetta!
Domani si riprende la via di casa, e come al solito domani è un altro giorno.
Mandi.
MARTEDI’ 16 AGOSTO 2016 (da Madrid a La Destrousse)
Con calma, con estrema calma.
Ore 10,00, caffè , si salutano gli amici e si parte.
Il piano è stato fatto ieri, quindi A2, direzione Barcellona, non è un’autostrada, è una “carretera”, molto scorrevole e bella da guidare, curve, salite, discesone con il 5/6% di pendenza.
Il traffico è sostenuto ma scorrevole.
La A2 la conosco, è un percorso di soddisfazione, soprattutto per i motociclisti, pur scorrendo tra curve e pendenze, lascia tutto il tempo e comodità per ammirare il paesaggio.
Il paesaggio di contorno varia man mano che si procede verso il mare di Barcellona, e sempre più mentre ci si avvicina alla Francia.
I Pirenei faranno presto spazio ai panorami marittimi, l’aria si fa comunque più fresca, il sereno viene “disturbato” da qualche nuvola ma niente di preoccupante, assolutamente nulla a che spartire con quello che ho provato nella prima parte del mio viaggio!
Il piano è quello pensato ieri, la strada è quella ben conosciuta, giunto a Barcellona prenderò per La Jonquera, mitico posto di frontiera ispanico/francese, l’avrò attraversato almeno una ventina di volte, se non più, dal 1969 ad oggi.
La prima volta in viaggio con un amico di scuola, guidando la mitica 600 (750) Fiat di mia mamma, per cercare conquiste sulla costa del Sol, trovate!
Ma anche una raffica di manganellate dalla polizia spagnola per aver fatto gli spiritosi con gli stessi…
Poi negli anni ’96-’97, alla guida di un autotreno, Motorhome del Team De Cecco per il campionato europeo/mondiale di Superbike, più volte in direzione del circuito di Barcellona-Cataluna , di Montmelò.
Più altre volte per turismo, in macchina nel lontano 1973 ed in moto, diverse volte.
Quindi, dopo la Jonquera penso di proseguire fino a che mi andrà di farlo, stanchezza e cavalcatura permettendo.
Potrei arrivare a Perpignano poi a La Destrousse, dove c’è un simpatico albergo presso il quale ho già pernottato altre volte, prezzo onesto, garage e ristorante, ma sono 1.000 e spiccioli km da Madrid, vedremo.
Nel frattempo stop di rito allo shop della Jonquera, per comprare nulla ma è un”must”, non si può lasciare la Spagna senza fermarsi alla Jonquera!
Riparto, fino ad ora il tempo è stato ottimo, qualche nuvola, giusto per tenere fresca la strada.
Ma a sinistra, proprio sopra la Jonquera, un brutto nuvolone nero, speriamo bene.
Appena attraverso la striscia ideale sotto il cartello “Francia” ecco 10 gocce!
Solo 10, ma quanto basta per mettermi in seria preoccupazione, per fortuna era solo un”Memento homo”..
Poi passo anche sotto il Meridiano di Greenwich, domani passerò sotto il 45* parallelo, che volere di più dalla vita?
In Francia la tortura dei caselli autostradali, uno ogni pochi km, poi gli ingorghi al punto di ingresso dei principali centri abitati, vedasi Montpellier e simili, code che però si risolvono velocemente.
Da Montpellier a casa sono 1.000 km, lo so per certo perché quando andai al raduno invernale dei Pinguinos, a Valladolid , mi fermai lì per la notte, provenendo da casa.
Ormai la voglia si fa grande, il King accelera!
Telefono all’Occitan, l’albergo che conosco a La Destrousse, c’è posto ed allora si va!
Arrivo alle 20,30 ma il Restaurant chiude alle 21,00 quindi cena senza nemmeno togliere il giubbino, i bagagli li scarico dopo, dopo anche una mega doccia rigeneratrice.
Provo a fare il post, niente da fare il pc si è piantato, lo farò a casa, pazienza, domani è un altro giorno.
Mandi.
MERCOLEDI’ 17 AGOSTO 2016 (da La Destrousse a casa!)
Dormito poco, troppo caldo in camera.
Comunque colazione di rito, alla francese, un pezzo di baguette, due fette di jambon, un pezzettino di fromage, ovetto sodo, succo e capuccino.
Il meteo è favorevole, non troppo sole, non troppe nuvole.
Il traffico è intenso ma scorrevole, anche nei pressi dei grossi centri urbani, cosa molto interessante, sarà il periodo ferragostano!
Il carico delle borse è parecchio spostato indietro, dovrò studiare qualcosa al rientro, sottometterò il problema al magico Archimede,ma dovrò farlo anche per motivarlo e cercare di farlo reagire dopo la scomparsa dell’amata consorte.
La litania delle stazioni di pedaggio continua, la Francia credo detenga il primato.
La strada scorre,ogni 180/200 km pit stop per rifornimento e caffè, ma questo non sempre.
Il rumorino strano , penso alla frizione (spero non sia qualcosa di più grave) continua, però superati i 120 km/h non si sente più, solo il rombo regolare del bicilindrico.
Il tragitto è di 850 km, quindi con tranquillità, il paesaggio francese è molto diverso da quello spagnolo, molto più “verde”.
Poi si arriva in prossimità del mare, io lo sento a fiuto, per niente sono nato e vissuto a Genova.
Finalmente in prossimità dell’Italia, Cannes, Nizza, Mentone, siamo a poco più di metà strada.
Attraverso il confine, passo sotto il Telepass!!!
Man mano che mi avvicino a Genova vedo una nuvolaglia scura sulle alture, non vorrei ricevere in benvenuto proprio dalla mia città!
Cartello: “Frana tra Vesima ed Arenzano”, strada statale Aurelia, se sommato a quei nuvoloni….la vedo dura.
Poco prima dello svincolo per Alessandria- Milano, quattro gocce sulla visiera del casco, freccia a destra in un provvidenziale spazio di sosta.
Non voglio bagnare i bagagli fino a casa, mancano quasi 500 km, quindi H. Y. C. giallo e la giacca dell’antipioggia per il biker!
Non metto soprapantaloni e soprastivaletti, se inizierà a piovere mi bagnerò dalla cintola in giù!
Attacco la salita del Turchino, autostrada ovviamente, alla prima stazione di servizio pit stop.
Non piove ma le nuvole nere sovrastano l’autostrada.
Chiedo all’addetto al distributore se gli risulta che più avanti piova, mi dice che pensa di no, ma che tutto sommato ho fatto bene a mettere l’antipioggia.
Proseguo, passate le ultime gallerie eccolo…il SOLE!
Cielo terso, un caldo estivo, quello che ci vuole per un biker dotato di antipioggia.
Ma non mi fermo, lo farò al successivo pit stop, facendo un piccolo calcolo, sarà dopo Piacenza e con questo caldo…
Non dovrei lamentarmi, dopo tutto il freddo e la pioggia presi per 5.000 e passa km…ma l’uomo è fatto per lamentarsi, ed io mi lamento!
Arrivo dopo Cremona e mi fermo, la gente mi guarda incredula, un UFO che con più di 30* viaggia vestito con completo in pelle nera, giacca antipioggia e sopra un giubbino “strano”…pochi sanno com’è fatto un giubbino air bag.
Tolgo giacca e giubbino e mi faccio un panino ed una Red Bull, poi riparto.
Pit stop successivo a Padova, poi fermata di rito a Marghera per salutare gli amici dell’Aquatica, un bel caffettino e riparto, il rumorino è ancora presente e direi aumentato, Grande KING, non mi lascerai per strada, lo so, quindi mi metto in marcia con fiducia.
Ben riposta!
Finalmente a casa!
Un segno di profondo ringraziamento al mio GRANDE KING!
Scarico tutti i bagagli e metto la cavalcatura in garage, la pulirò a cominciare da domani, con calma.
Domani è un altro giorno, questa avventura è finita, siamo rientrati il King ed io, abbiamo percorso 11.642 km in questo viaggio!
Di seguito il riepilogo tecnico.
Mandi.
RIEPILOGO TECNICO
Ho commesso un solo grande errore, non ho applicato alla visiera del casco il visierino interno antiappannamento, questo mi ha costretto ad aprire in continuazione la visiera quando si appannava, e così facendo permettere ad acqua e freddo di colpirmi il volto diminuendo anche la visibilità, oltre al disagio.
Sarebbe stato necessario anche qualche capo termico in più, ma col senno di poi…
Il bagaglio era eccessivo, ma si sa, dovendo passare “dalle Alpi alle Piramidi”, la prudenza non è mai troppa!
Ed ora per gli amanti dei numeri:
Km totali percorsi: 11.642
Carburante consumato: lt. 615 per un totale di 29 soste per rifornimento
Importo Pedaggi autostradali all’estero: € 215 per un totale di 23 attraversamenti di barriere
Importo Pedaggi autostradali in Italia: € 64,70 per un totale di 4 attraversamenti di barriere
Importo per traghetti: € 210 per un totale di 4 traghetti