Per il momento mi sto preparando mentalmente..
L’idea è di andare in Irlanda, subito all’inizio del nuovo anno , 2025, facendo tappe poco programmate ma dipendenti dalle condizioni meteo del momento.
Il piano sarebbe di partire la mattina presto, direzione Milano, attraversare la Svizzera, entrare in Francia e prendere il traghetto a Calais.
Niente tunnel, si sa mai che carichino qualche macchina elettrica…
Sbarco a Dover e proseguo verso Liverpool via Londra, doveroso pit stop nel tempio dei Beatles di un paio di giorni, dopo, trasferimento a Pembroke, traghetto fino a Rosslare e di li velocemente a Dublino.
Qui profondo e devoto omaggio alla Guinness…
Probabilmente un paio di giorni di pit stop saranno necessari…
Questo è il piano per il viaggio di andata, ora aspettiamo il meteo di inizio anno…
Dimenticavo, come al solito in assoluta solitudine.
Intanto si comincia con il cambio delle “calzature”…si sa mai che il meteo durante la strada mi regali anche la neve.


…e viste le eccezionali previsioni meteo del prossimo, immediato futuro, con freddo, pioggia, neve e possibilità di ghiaccio, sarà il caso di riesumare i chiodi per pneumatici della Best Grip.
Mi hanno aiutato a rientrare dalla Spagna, qualche anno fa, quando fui bloccato dalla neve sui Pirenei, mentre tentavo di raggiungere il motoraduno dei Pinguinos, quindi…
…prevenire…prevenire…prevenire…


Tutto pronto, itinerario di riserva per evitare le montagne della Svizzera, in caso di nevicate, quindi allungo di un 500 km e passerò da Ventimiglia per risalire verso Calais.
Il Karma…dente del “giudizio” da estrarre…
Karma bis…mai avuto un raffreddore ed ora una botta di febbre, tosse, mal di gola…
Ma non cambio di una virgola, o meglio, probabilmente andrò direttamente a Dublino, il passaggio a Liverpool lo tengo di scorta per il ritorno, condizioni meteo permettendo.
Nel frattempo, vista la sosta forzata posso pianificare il tragitto e le tappe…
Avendo deciso di non passare per le montagne svizzere, il tragitto sarà il seguente…

La distanza, salvo condizioni meteo particolarmente avverse, si può coprire in giornata, con partenza alle 06,30 è ottimisticamente pensabile l’arrivo a La Destrousse tra le 17,00 e le 18,00.
Pit Stop in un grazioso Hotel, già conosciuto in altri viaggi e dopo una notte ristoratrice, il giorno successivo ripartenza direzione Calais.
Purtroppo i km superanno i mille, quindi spezzerò la tappa in due, pernotto in area Digione e ripartenza il giorno successivo per Calais…

a Calais il pernotto sarà d’obbligo, infatti il traghetto per Dover salperà alle 08,25 per cui, dovendo essere all’imbarco almeno un’ora prima…

…una volta sbarcato, direzione immediata Pembroke, il porto dal quale salperà il secondo traghetto…

Pembroke , altro pit stop notturno perché il traghetto che mi porterà in Irlanda, nel porto di Rosslare salperà nel primo pomeriggio, per arrivare in Irlanda alle 18,45…
Bene, se tutto andrà come previsto, prima notte in terra irlandese e probabilmente primo pub con una pinta di Guinness!
L’indomani mattina ultimo step : Rosslare – Dublino.

Per viaggiare tranquillo, in previsione di temperature piuttosto rigide, ho il necessario: giubbino termico, riscaldato via presa accendisigari, guanti termici, riscaldati con batterie (naturalmente ne ho un set di scorta), solette termiche per gli stivali.
Ho solo una presa accendisigari sul manubrio e me ne serve un’altra per alimentare il navigatore…
Sembrerebbe un problema, chiedo informazioni, mi sconsigliano: troppo assorbimento…
Io non sono un tecnico ma, a naso, mi pare che il navigatore non assorba molto…
San Giorgio di Nogaro, l’officina di Tomas…RISOLTO IL PROBLEMA!
Praticamente è tutto pronto, caricate tutte le batterie di scorta, cavi, cavetti e cavettini…pronto tutto il vestiario tecnico : intimo della Odlo, stivali da moto più performanti per il periodo invernale.
Ma sempre a causa delle previsioni meteo penso di evitare il canale della Manica e l’Inghilterra, quindi nuovo percorso…

…da Cherbourg traghetto che mi porterà al porto di Rosslare e di lì a Dublino.
Saggia decisione, non ho problemi a viaggiare d’inverno ma con questi Alert…
Https://www.ilmeteo.it/notizie/avviso-meteo-europa-ciclogenesi-esplosiva-tra-poco-con-venti-da-uragano-a-oltre-200-kmh-rischi-per-litalia-140003
…aspettiamo che si tranquillizzi, almeno un poco.
Intanto controlliamo una parte del materiale che serve per mantenere operativi i supporti “tecnologici”…telefonino, tablet, batterie per i guanti, carichino per il navigatore, scaldino per gli stivali, tessera dell’IPA nel caso dovesse servire un supporto…
GIOVEDI’ 6 FEBBRAIO: FINALMENTE SI PARTE!
L’ora prevista era le 06,00 ma la voglia di salire finalmente in moto e di darmi una bella “sfogata” con un tiro da 900 km mi ha fatto alzare per tempo, quindi partenza 05,30


La temperatura è bassina ma le protezioni termiche: giubbino Klan e guanti Clover…eccezionali!

…uniti all’intimo tecnico da montagna ODLO, fanno si che non senta il freddo, diciamo che viaggio ben riparato.
La tabella di marcia prevede di fermarmi a Brescia a fare il pieno ma visto che il serbatoio ancora non dà segni di arsura decido di proseguire.
La sorpresa era praticamente “dietro l’angolo”, a Manerbio cala la nebbia, ma quella brutta molto brutta e molto bagnata!
Mi accompagna fino a ben oltre Piacenza, mi fermo a fare benzina all’area di servizio Nure e sono bagnato come se avesse piovuto, e a dire il vero ho sentito qualche brivido di freddo, nonostante le protezioni.


Vabbè, bikers si nasce e nel DNA c’è la capacità di non essere idrosolubili e resistenti alle intemperie e freddi intensi.
Proseguo allegramente e finalmente arrivo in vista del mare Ligure, 17°!!!
Però nei primi 500 km è transitato un solo biker…IO!
La A10 è il solito tormento, code continue dovute ad una miriade di cantieri, senza soluzione di continuità, per fortuna non è stagione balneare, così riesco a mantenere una discreta media.
Attraversato il confine con La Francia le cose cambiano, le strade sono scorrevoli ma con parecchi Tutor…e mi sa che ne ho beccato uno…mah dobbiamo pur aiutare i cugini francesi.
In compenso avere il Telepass europeo consente di passare veloci ai caselli, anche quando ci sono tante macchine in colonna.
Pit stop solo per rifornimento, a parte un cappucino prima di entrare in Francia e poi diritto fino a La Destrousse, dove passo la notte.
Lo stomaco protesta, quindi 2 km prima dell’albergo mi fermo a fare il pieno, così domani mattina sono pronto per riprendere la strada verso Auxerre (seconda tappa), e mi mangiucchio un trancio di pizza con una Birra ALCOOL ZERO!!!….Mi viene da piangere…


5 minuti e sono arrivato, totale Km …833

Questa volta camera molto piccola, o meglio, il letto è molto piccolo, vabbè mi adatto per una notte…
Prima di farmi una doccia devo cancellare la visione ed il sapore della birra ALCOOL ZERO!
Scendo alla reception, il bar è chiuso, apre alle 19,30 ma l’impiegato ha un cuore tenero e mi accontenta, una bella bionda…

Finalmente apre il ristorante, fanno “nouvelle cuisine” ma si mangia discretamente, anzi, direi bene, il menù è abbastanza interessante..

Ma ti pare che prima di cena non mi faccio un aperitivo squisitamente e tradizionalmente Francese?

Lo so che a molti non piace ma visto che lo bevo io mi gusto un bel Pastis!
Le portate sono scenografiche ma tutto buono..


…e poi…per finire…per conciliare il sonno…potevo farmi mancare il favoloso DON PAPA RHUM! Fantastico rhum prodotto, invecchiato ed imbottigliato in un’isola dele Filippine

VENERDI’ 7 FEBBRAIO.
Oggi il tragitto è La Destrousse – Auxerre, circa 560 km, quidi colazione abbondante..

…e si parte.
La temperatura non è eccessivamente rigida, ma io non soffro il freddo, guanti al livello minimo di calore e giubbino al massimo: perfetto!
Traffico scorrevole, tranne nell’attraversamento di Lione, ma ci sta.
Tanto per cambiare: motociclisti ZERO!
Anche qui solo proprietari di moto, nessun biker vero.
Occhio sempre attento ai rilevatori di velocità, ce ne sono molti, anche se normalmente sono segnalati, ma un momento di distrazione….
Sento una serie di colpetti sullo stivale di destra, niente di che e proseguo fino ad un’area di servizio: rifornimento, picccola esigenza fisiologica e cappuccino, ma mentre prendo la tazza butto l’occhio sugli stivali e…

…bel colpo! La protezione di destra sparita e quella di sinistra sta per fare la stessa fine…
Fortunatamente nell’area di servizio c’è un piccolo cantuccio dove ci sono materiali per piccole esigenze automobilistiche , così compro un rotolo di nastro americano e uno di adesivo nero e appena arrivo in albergo..


…ci metterò una pezza, almeno spero.
Trovare questo albergo non è stato facile, nessun indirizzo per cui il navigatore non lo trova, alla fine Google Maps sul cellulare e arrivo, anche qui moto al coperto.
E anche qui, dopo aver sbrigato la prassi di rito, documento, carta di credito, etc etc, mi faccio una birrozza bionda, dopo quasi 600 km me la sono proprio meritata, ho dato da bere anche al Varadero, 2 pieni per un totale di 32 litri.
La stanza , fortunatamente, è bella spaziosa con un bel lettone grande! Quindi si dovrebbe dormire comodi…
Cena al ristorante, anche qui all’interno dell’albergo, grande comodità, e comunque un pasto frugale, molto leggero…

Prima di concedermi il meritato riposo devo mettere la famosa pezza agli stivali, si sa mai che domani piova…

Speriamo che il nastro americano faccia il suo dovere.
SABATO 8 GENNAIO.
Oggi, più o meno altri 5/600 km, mi alzo presto e… guarda guarda: piove!
Non molto, ma è la legge di Murphy: stivali a posto = sole…stivali rotti = pioggia.
Nessun problema, svergino anche la nuova giacca antipioggia, ultimo acquisto da Pignolo a Gorizia, mi va a pennello e il cappuccio, sotto il casco mi tiene anche al riparo il collo, niente male.
Appena partito mi si stacca la vite di supporto della Dash cam…colpa mia, dovevo stringerla meglio, ma non avendo messo la Dash cam perchè pioveva…non importa tutto nel bauletto.


Comunque al primo pit stop non pioviggina più per cui via i guanti di nylon che mi hanno fatto ghiacciare la punta delle dita e su i Clover riscaldati.
Continuo a non vedere motociclette, nè in un senso, nè nell’altro… tutti al caldo.
Finalmente a metà percorso si affaccia il sole, non fa caldo ma almeno non fa freddo come quando sono partito.
Ad un certo punto spuntano, nell’altro senso di marcia, 5 bikers! Sono veri, non è un’illusione, saluti da una parte all’altra dell’autostrada.
A proposito di autostrada, sulla A13 hanno tolto tutti i caselli, funziona quello che loro chiamano il FLUX LIBRE, praticamente ci sono dei lettori ottici fissati su tralicci di traverso alla sede stradale che leggono le targhe e il conducente ha tempo 72 ore per pagare, on line…
Sono perplesso, stranieri che non sanno il francese, persone anziane…poi come fanno a sapere quanto devono pagare?
Mi sa che sarà un grosso problema.
Ad ogni modo arrivo finalmente a Cherbourg, vado al Terminal della Brittany Ferries, mi dicono di tornare alle 18,00 per fare il check in e imbarcare.
Mi giro e rigiro, avanti e indietro per la città, fa freddo.
Finalmente si imbarca, sul traghetto un grande affollamento di moto…
UNA SOLA, LA MIA!



Cabina, lascio i bagagli, scendo a farmi una doverosa birretta e poi doccia.
Domani dovremmo arrivare a Rosslare alle 12,00 irlandesi, cioè le 13,00 nostre, speriamo non piova.
DOMENICA 9 FEBBRAIO
Il dondolio della nave concilia il sonno, il mare deve essere un pochino agitato, ma non molto, quel tanto che basta.
Comunque mi alzo ben prima dell’apertura del ristorante.
Alle 08,00 scendo per la colazione, la nave è irlandese o inglese , quindi, nonostante l’equipaggio sia francese, Full English Breakfast…

Poi ritorno in cabina ma la connessione con il tablet non funziona, nonostante io abbia acquistato un bonus per 20 ore e due devices…vabbé, pazienza

Non sapendo a che ora dovrò lasciare la cabina, cazzeggio, un po’ al bar, che è chiuso, un po’ sdraiato sul letto.
Finalmente alle 11,30, ora irlandese (1 ora meno di noi), arriva l’ordine di lasciare le cabine.
Raccatto tutti i miei bagagli, pochi a dire il vero e scendo nel garage…il Varadero è solo e sconsolato, circondato da macchine, furgoni, camion e nemmeno una moto…

Vabbé, coraggio, mancano pochi km a Dublino.
La poliziotta al check point di frontiera fa un sorriso strano quando le dico che sono un turista italiano che va a Dublino un paio di giorni per un tour di Guinness e Jameson, chissà perché…
Mi avvio, fa freddino, nuvole basse e strade bagnate, devo fare attenzione, le mie gomme sono tassellate per la neve…
In più devo riprendere alla mano la guida a sinistra, soprattutto nelle rotonde…
Finalmente arrivo all’albergo, proprio di fronte alla Cattedrale…


Poi decido di lasciare la moto davanti all’albergo, il Varadero non soffre il freddo, in teoria non ci dovrebbero essere problemi, al massimo la sposterò in garage, ma domani.
Salgo in camera, sistemazione di tutti, ma proprio tutti i bagagli (due bauletti) e una super doccia.
Scendo alla reception e mi faccio spiegare cosa posso vedere di interessante, giro della città con i famosi Buss Drop On Drop Off, distillerie di whisky Jameson, birreria Guinness.
La ragazza della reception mi consiglia di fare un salto al Temple Bar, secondo lei il locale più caratteristico di tutta Dublino, sarà fatto, ma tanto per cominciare un pit stop al bar dell’albergo per la prima Guinness…

Dopodiché partenza per il Temple Bar, non è molto lontano ma fa freddo.
Da fuori pare bello…

Bene, entro, è pieno nonostante l’ora, musica dal vivo, un chitarrista e cantante maschio, trasmettono anche una partita di rugby, campionato delle 6 nazioni.
Che posso ordinare?
Guinness, naturalmente, sono venuto apposta, con un tostino per fare il fondo…

Ancora una e poi rientro, mi preparo per domani, prenotazioni per Jameson e Guinness.
LUNEDÌ 1O FEBBRAIO
L’ora in meno mi fa svegliare molto presto, più presto del solito.
Controllo il meteo, visto che dovrei camminare un pochino per arrivare alla distilleria Jameson, naturalmente dovrebbe piovere!
Nessun problema, davanti all’hotel ci sono sempre taxi.
Il Varadero è come il proprietario, non è idrosolubile.
Intanto una buona colazione , ovviamente Irish Breakfast

Adesso vediamo cosa dice il meteo, ovviamente pioviggina, ma il buon “chico de Barcelona”, della reception mi procura “pronto un paraguas”

Allora, per arrivare alla Jameson, a piedi, mi ci vorranno circa 15 minuti, nel frattempo mi prenoto un tour per domani con il Bus Drop On.
Decido di muovermi perchè sta piovendo e quindi meglio anticipare, un controllino al Varadero che si è preso la sua dose di pioggia, ma, giro di chiave e parte subito.
Naturalmente sbaglio strada, per fortuna incontro una gentilissima postina, tra l’altro giovane e carina, che mi rimette sulla “buona strada”…
Finalmente trovo la Jameson Distilery…

Naturalmente sono in anticipo, devo aspettare gli altri che hanno prenotato, poi inizia il giro.
A dire il vero mi aspettavo di più, grande esposizione verbale, tutta con filmati poi piccolissima degustazione con tre micro cicchetti di Wisky


Incontro una coppia di italiani, delusi anche loro, vengono da Reggio Emilia e si fanno il tour dei wiskies, della Guinness e dei Bus, ma non ne sono entusiasti.
Ci salutiamo ed ognuno per la propria strada, io rientro in hotel, non piove ma fa freddo, molto freddo.
Ora devo pensare a due cose essenziali: programmare il giro con il Bus di domani, mi ero sbagliato con l’orario di visita alla Guinness, pensavo di aver prenotato alle 14,00 invece è alle 11,00, quindi prenderò il Bus alle 09,30 alla fermata n° 11, proprio dietro l’angolo dell’Hotel…proprio dietro l’angolo no, specialmente se pioverà, per arrivare allo stop davanti alla Guinness Storehouse prima delle 11.00 e poi, finita la visita riprenderò il primo Bus che passa e finirò il giro.
Seconda cosa, cosa faccio questa sera, ci sarebbe un Pub sul lungo fiume dove , oltre a cenare si può assistere ad uno spettacolo di canti e balli irlandesi che durerà dalle 20,00 alle 22,00… l’idea mi attizza ma voglio controllare il meteo, sicuramente pioverà e quindi niente camminata, specie al ritorno, ma solo taxi.
Naturalmente devo essere sicuro di trovare il taxi per il rientro.
Nel frattempo cazzeggio…
Mah, sta piovendo, fa freddo e allora me ne sto in camera e approfitto per un relax profondo.
MARTEDI 11 FEBBRAIO
Bene, visto che devo prendere il Big Bus alle 09,30 per andare alla Guinness Storehouse, mi alzo presto e vado a fare la solita abbondante colazione.
Naturalmente piove ma grazie all’ombrello messomi gentilmente a disposizione dal “chico de Barcelona” mi avvio alla fermata del Bus.
Mentre aspetto mi faccio due considerazioni: primo, ci sono parecchi motociclisti cittadini, oltre a ciclisti e monopattinisti che viaggiano allegramente nonostante la pioggia intermittente e anche quando non piove l’asfalto è perennemente bagnato, quindi penso che rischino parecchio , scivolate sempre in aggato.
Secondo: la popolazione di Dublino è rappresentata da una notevole percentuale, che secondo me arriva al 40%, di persone di etnia non autoctona, le pelli “ambrate”, più o meno intense a seconda dell’origine, presumo India, Pakistan, vari Stati africani, sono numerosissime, ma pare che siano tutti lavoratori, in compenso non ho visto donne con il velo.
Finalmente arriva il Bus, 5 fermate e poi stop alla Guinness Storehouse.
Sono in anticipo di un’ora ma non è un problema, mi fanno entrare e mettere in fila, che è già consistente.
Controllano i documenti ai ragazzi che potrebbero non essere maggiorenni, io gli chiedo se vogliono vedere la mia carta d’identità…
Si entra..

Bel giro, in autonomia, a partire dal piano terra, dedicato al classico Store fino al 7° dove ci verrà offerta una pinta di Guinness da sorseggiare godendoci il panorama


Dopo un doveroso relax dedicato a degustare la mia pinta ammirando il paesaggio, nonostante il tempo non sia l’ideale per apprezzare la veduta di Dublino dall’alto, mi avvio a riprendere il Bus per finire il Tour guidato.
Dublino vanta una miriade di chiese e monumenti, parchi enormi, negozi e pub.
Arrivato al capolinea decido di rientrare a piedi, l’hotel non è vicino per cui mi faccio un pit stop al Temple bar.
Arrivo all’Hotel e vado a dare un giro di chiave al povero Varadero, dopo tre giorni sotto la pioggia e al freddo ci vogliono due tentativi ma poi il motore gira allegramente.
Domani mattina non dovrò fare molta strada, i soliti 150 km e poi imbarco.
Il problema è che partirò da qui verso le 11,00 per arrivare al porto di Rosslare dopo un paio di ore, ma potrò imbarcare non prima delle 19,00 e speriamo che non piova.
MERCOLEDÌ 12 FEBBRAIO
Bene, è arrivato il giorno: l’inizio del viaggio di ritorno.
Ad oggi km 1.814.
Colazione abbondante per sostenere il trasferimento a Rosslare, ben 160 km…
Fortunatamente Giove Pluvio sembra sia impegnato in altri settori.
Ad ogni buon conto rinforzo gli stivali con un bel giro di nastro americano…

Comincio a portare i bauletti sulla moto e, guarda guarda, un foglio del Management dell’hotel che mi intima di spostare la moto dalla “proprietà” pena la rimozione forzata…

Si vede che da due giorni non è in servizio alla Reception “el Chico de Barcelona” che mi aveva permesso di lasciarla lì.
Nessun problema, tanto tra un poco parto.
Prima però prenoto le camere, 1 ad Auxerre per domani sera e 1 a La Destrousse per il 14.
Pronti, via…
La strada è scorrevole, il traffico più che regolare, due orette ed eccomi al Porto di Rosslare, ora dovrò aspettare qualche ora prima dell’imbarco.
Rifornimento così domani appena sbarcato: pronti via!
Una curiosità, entro nel palazzo degli uffici delle Compagnie di navigazione , chiedo al banco della Irish Ferries dove sia il banco della Brittany, mi dicono che non sanno….

…alzo gli occhi e lo vedo, giusto accanto a loro…inglesi ed irlandesi si amano, evidentemente.
In attesa mi servono della toilette…super igienica.

Chiedo all’impiegata della Brittany quanto dovrò aspettare per l’imbarco, probabilmente potrei salire a bordo alle 17,00 e sarebbe l’ideale, così mi sistemo in cabina e fino a domani alle 14,00 a guidare sarà il Comandante della nave che mi hanno assicurato, non è nemmeno lontano parente di Schettino…
Cioccolata calda…

Come da indicazioni ricevute, poco prima delle 17,00 mi avvio al check in, passaggio veloce, la ragazza nello sgabuzzino mi da il foglio d’imbarco e la chiave elettronica della cabina, esattamente la stessa dell’andata, 8310.
Vado a parcheggiarmi, senza scendere dalla moto, di fronte ai cancelli di ingresso…e li sto per ben due ore.
Santi guanti riscaldati e sempre grazie a Gabriele di Motorshop Pignolo di Gorizia che me li ha consigliati e venduti, dopo due ore al freddo le mani sono calde!

Il traghetto è lì, ma sempre due ore per imbarcare…

Finalmente imbarco, come al solito nessuna moto a parte la mia.
Sono in fondo al garage, speriamo che lo sbarco sia veloce, devo fare oltre 500 km per arrivare ad Auxerre, inoltre avevo calcolato sbarco alle 14,00 invece le 15,00 ora francese…
Prendo possesso della solita cabina, poi scendo al ristorante, ho un buco nello stomaco…
Per oggi abbiamo dato, a domani.
GIOVEDÌ 13 FEBBRAIO
La notte è passata tranquilla con il solito dondolio, piacevole.
Meglio scendere a fare la solita abbondante colazione, vista mare…per questo giro, ultimo Full English Breakfast..l’uomo addetto alla cassa mi chiede se ho lo sconto camionisti…forse lo deduce dalla mia stazza…negativo, ma gli chiedo se c’è lo sconto motociclisti, anzi MOTOCICLISTA…anche qui negativo.
Nel frattempo l’altoparlante annuncia gli orari di arrivo, sorpresa, siamo tornati a quanto avevo capito, attracco a Cherbourg alle 13,00 ora irlandese, quindi 14,00 ora francese.
Molto bene, rischio di arrivare ad Auxerre per ora di cena, 500 e rotti km, 1 pit stop intermedio per rifornimento, se non trovo traffico in massimo 6 ore ce la dovrei fare, inoltre c’è un bel tratto di autostrada senza velox, quindi…
Finalmente annunciano che stiamo entrando nel porto di Cherbourg, quindi scendo in garage, che in teoria dovrebbe essere ancora chiuso, invece si può accedere

E’ li che mi guarda, non aspettava altro…
Qualche minuto di attesa, parecchi a dire il vero, ma il traghetto sta ultimando le manovre di attracco e finalmente cala il portellone, io ero in fondo ma mi sono portato subito dietro a due tir che sono in pole position.
Escono loro e io dietro.
Nessun problema al posto di polizia e quindi si va.
Mi avvio allegramente ma i primi km di strada statale sono ben forniti di velox, quindi la media sarà bassa per forza, devo fare oltre 500 km e non vorrei arrivare troppo tardi con il buio.
Dovrò passare vicino a grossi centri abitati e non vorrei trovarmi nel traffico del rientro.
Dopo un paio d’ore mi fermo a fare il pieno, fatti 260 km e quindi dovrei poi arrivare ad Auxerre senza problemi.
Il pit stop prevede la solita visitina veloce alla toilette e un capuccino per scaldare lo stomaco..

Rimetto in moto e…non è possibile, il giubbino riscaldato non si accende, provo un paio di volte, nulla da fare, lascio perdere perchè non ho tempo da sprecare, mi accontento dei guanti caldi.
Andatura allegra, due grossi centri passati velocemente e poi…
IL FINIMONDO!
Nelle vicinanze di Parigi l’apoteosi!
Km e Km di code, su tre corsie!
Il navigatore mi comunica un minimo di un’ora di ritardo…sono incazzato ed infreddolito.
Poi vedo che mi sfrecciano a fianco una miriade di dueruotisti, con moto o scooter, quattro frecce accese e vanno come razzi tra le due file di auto ferme in coda…sai che c’è di nuovo?
Se lo fanno loro…
Tra l’altro c’è pure qualche grossa insegna stradale che indica che le moto possono passare tra le file di auto in coda.
Si, ma passare piano è un conto, sfrecciare come non ci fosse nessuno è un altro.
Comunque mi adeguo, salvo ogni tanto spostarmi per far passare gli assatanati che mi stanno con il fiato sul collo. Per rientrare da una fila, per un pelo uno scooter mi porta via il manubrio.
Però quando la coda diventa un serpentone di macchine che viaggia a velocità sostenuta , il navigatore mi dice che ho recuperato l’ora di ritardo prevista.
Aumento l’andatura ma il freddo si fa sentire, arrivo ad Auxerre, all’Hotel Ibis con il freddo nelle ossa, reception, moto in garage, doccia bollente e cena per risorgere

Domani mattina vedrò di controllare se per caso è saltato un fusibile, se così non fosse le ultime due tappe di rientro saranno frescoline,
VENERDÌ 14 FEBBRAIO
Me la prendo con calma, so che fuori fa freddo e poiché il giubbino riscaldato pare non funzioni, preferisco partire un po’ più tardi.
Dopo la colazione, non certo al livello di quelle irlandesi, anzi, direi piuttosto misera, tiro fuori la moto dal garage e controllo il fusibile sul cavo, é ok, pazienza, soffrirò un pochino.
Alla prima area di servizio rabbocco il serbatoio, poi mi viene la balzana idea di controllare gli spinotti delle prese accendisigari del navigatore e del giubbino, così resto anche senza navigatore!!!
Vabbé, lo spengo, tanto so che per 170 km non ho deviazioni.
Autostrada, lunga, fredda e trafficata.
Ad un certo punto mi sorpassa un manipolo di bikers, 8 e con moto diverse, penso e spero che facciano un tragitto lungo e mi accodo, ma dopo una cinquantina di km escono e se ne vanno.
Prima di deviare in direzione Lyon mi fermo, altro rabbocco, cappuccino, toilette veloce e vado a comprare uno spinotto per presa accendisigari ed una confezione di fusibili.

Il problema dello spinotto è che è saltata via la molletta spingi fusibile , così devo togliere la molla dal nuovo e sistemarla nel vecchio, sperando che sia solo quello il problema.
Detto e fatto, funziona!
Almeno un problema lo abbiamo risolto.
Proseguo, il freddo si fa meno intenso e fa capolino anche un timido sole.
Arrivato nei pressi di Lyon, sole “caldo”, da non credere e traffico moooolto intenso…
Mi pare di rivedere la scena di ieri sera…
Ma non è ora di fine lavoro per cui le code sono meno di ieri, in compenso ho imparato il trucco: quattro frecce , abbaglianti e via in mezzo alle file di macchine, concorrenti su due ruote: nessuno.
Dopo poco esco dall’area di Lyon ma il traffico è comunque intenso, limite di velocità 110, io mi attengo ma un palo con il velox,, non so perché, mi strizza l’occhio, vedo il flash e mi incazzo, una volta tanto che rispetto il limite…mah…vedremo se mi arriverà qualcosa.
I km da percorrere sono più o meno 650 e dovrei arrivare intorno alle 16 00.
L’hotel mi ha già preannunciato che il ristorante non ha posto, tutto prenotato per San Valentino…vabbé non morirò di inedia.
Mancano circa 150 km e si alza un vento forte, tipo Mistral, d’altronde siamo in Provenza.
Avvisi sui cartelli luminosi in autostrada: “VENT VIOLENT, SOYEZ VIGILANTES”…il vento aumenta e…”VENT VIOLENT, ADAPTEZ LA VITESSE”…
In effetti sento le folate e naturalmente tutte per traverso, mi fermo per un ultimo pit stop e il vento mi fa ondeggiare, bene, l’attenzione è massima, velocità ridotta e occhio sorpassando gli autotreni.
Finalmente arrivo, camera pronta, scarico il solito bagaglio, prendo il cavo di connessione del giubbino riscaldato e lo porto in camera per controllarlo.
Domani ho quasi 900 km da fare e non vorrei congelarmi.
Se il cavo dovesse essere a posto resterebbe il giubbino e li non posso proprio farci nulla.
Doccia bollente.
EUREKA! Il fusibile dello spinotto è bruciato.
Sostituisco con il nuovo e scendo a fare il test: perfetto, domani si viaggia tranquilli.
Faccio un tentativo: scendo al ristorante.
Cristophe, il gestore/cameriere ha già apparecchiato tutti i tavoli, ogni tavolo due coperti…mah…uno ne ha tre…
Nessun commento, va di moda.
Cerco di intenerirlo ma non c’è nulla da fare, solo se qualche coppia litiga e rinuncia…
Vabbé, mi consolo con una birrozza.
Rientro in camera e mi accontento dei due snack gentilmente offerti dal management dell’Hotel, dopodichè …buona notte.
SABATO 15 FEBBRAIO
Sveglia presto, la colazione inizia alle 07,00 ed io voglio partire al massimo alle 08,00.
Ottima ed abbondante, come sempre.
Saluto l’addetta alla reception, ormai sono quasi di casa, e via.
Il traffico è intenso ma scorrevole, naturalmente man mano che arrivo vicino ai centri importanti aumentano velox e code, ma sempre più o meno abbordabili.
Finalmente arrivo in vista della Costa azzurra, il meteo è perfetto e la temperatura si alza.
Devo ammirare i motociclisti francesi, tutti salutano, anche nel traffico più intenso.
Un attimo prima del confine italiano…


…il Paradiso, mi riporta alla mente la zona che ho frequentato da ragazzo, pochi km e sono in Italia, riviera ligure, stupenda.
In compenso i soliti cantieri.
Ad un certo punto l’avviso di vento forte, dovrebbe durare fino a Varazze.
Nemmeno per idea, si fa sempre più forte, molto più fastidioso di quello di ieri. In Provenza gli spazi sono aperti ed il vento soffia sempre in una direzione, in riviera ligure il mare, e quindi il vento lambiscono i piedi delle colline per cui il vento arriva sulla strada da tutte le direzioni, ed è forte.
Un po’ prima della deviazione per Alessandria mi sposto a sinistra per tentare il sorpasso ad un TIR ma mi becco una violenta folata di vento che per un pelo mi stende.
Rallentare è d’obbligo.
Quando prendo la rampa per Alessandria – Milano spero di essermi messo al riparo dalle raffiche ma non è così, mi perseguita fino ad oltre Masone, poi, finalmente scollinando, mi lascio il vento alle spalle..
Conosco bene l’autostrada per cui gas !
Pit stop a Piacenza, ho un buco nello stomaco e le gambe si devono sgranchire poi riparto.
Arrivo come da previsione: 850 km da questa mattina e circa 4.329 in totale.

Anche questa da mettere in archivio.
ALLA PROSSIMA!