11 GENNAIO: IL RIENTRO
Come al solito non serve la sveglia, alle 05,00 gli occhi si aprono ma è buio pesto ed il freddo al di fuori lo si può avvertire solo guardando il cortile coperto di neve e ghiaccio.
La colazione è fissata per le 07,30 ma per quell’ora i bagagli sono fatti, la moto è fuori dal garage con il motore caldo e pronta all’ultimo balzo.
Vestizione definitiva e si parte, sono le 08,00 in punto.
Il traffico è pesante ed è ancora buio, occhi sui retrovisori ed andatura allegra compatibilmente con le gomme fredde ed i chiodi che mordono l’asfalto.
Tutto attorno neve e ghiaccio, certo che questo inverno aspettava proprio me per scatenarsi…la strada comunque scorre veloce, dopo Nimes una piccola distrazione mi costa un rientro ed una perdita di una trentina di km, poco male, si aumenta l’andatura, voglio proprio vedere come rispondono i chiodi ad una sollecitazione maggiore, mi impongo di non scendere sotto i 130 e di non andare oltre i 140, tutto bene anche se evito di piegare e rallento nelle curve impegnative.
Il freddo è intenso ma i km si accumulano e questo è importante.
Finalmente vedo il mare e di conseguenza la temperatura si fa piacevole, da sottozero siamo a più dodici, decisamente piacevole, anche il cielo è terso ed un bel sole scalda tutto attorno, me compreso.
Alla barriera di Cannes mi fermo, come al solito per riporre la carta di credito usata per pagare il pedaggio, mi si affiancano due colleghi bikers su due GS 1200 e mi chiedono se sono riuscito ad arrivare a Valladolid, alla mia risposta negativa hanno come un sospiro di sollievo, anche loro fanno parte di quella schiera di motociclisti che sono stati fermati molto prima di me in termini di km, anche loro hanno aspettato invano di poter riprendere la strada ma hanno dovuto rinunciare.
Finalmente in Italia!
Imbocco l’autostrada che da Ventimiglia mi porterà a Genova e poi su verso Ovada, Tortona, Piacenza, Brescia, Venezia, PRECENICCO.
Le gallerie sono tante ed i viadotti subito al di fuori possono essere insidiosi per le improvvise raffiche di vento, come al solito occhio alle punte degli alberi ed al fumo che esce da qualche camino.
Le curve molto impegnative mi fanno stare molto attento, il peso si fa sentire e non vorrei chiudere in malo modo, sull’Appennino ha nevicato e fa freddo ma in confronto ai meno 15 di ieri sembra di stare in primavera.
Arrivato a Tortona, complice la strada rettilinea, decido di sfruttare al massimo le potenzialità delle gomme corazzate, 150 fisso, voglio arrivare a casa prima delle 18,00!
Allo svincolo per Venezia all’altezza di Brescia mi fermo per l’ultimo rifornimento ad una stazione di servizio Tamoil, le addette sono tutte femmine ed anche discretamente carine, imbacuccate come sono per il freddo non si possono apprezzare in pieno….una in particolare è colpita dal mio “insieme”, mi chiede informazioni, è piacevolmente sorpresa e quando le dico che sto tornando dalla Spagna ha uno sguardo di ammirazione e nello stesso tempo d’invidia, ah …se avessi più tempo….
Riprendo la corsa, il traffico si fa intenso, una leggera foschia scende e dispensa umidità tutto attorno, solo questo ci mancava.
Non faccio il passante, è troppo lungo, a quest’ora Mestre non è intasata e faccio prima.
17,40 sono in officina a Palazzolo, scarico la fidata cavalcatura mentre aspetto la consorte che venga a recuperarmi, domattina dovrò darmi da fare con idropulitrice ed una buona dose di olio di gomito, poi un sacrosanto supertagliando e le gomme normali.
L’avventura è finita, tutto bene, la prossima sarà ancora più tosta.
CONSIDERAZIONI FINALI
Una meditazione a fine avventura si impone.
Innanzi tutto una premessa è indispensabile: io sono un amante non della moto ma del viaggiare in moto.
Trovo la massima soddisfazione quando a cavallo del mio mezzo macino km e km, mi guardo attorno, mi sento libero e soprattutto mi sento appagato da quello che sto facendo.
Per me non esiste una stagione della moto, non esiste spirito di emulazione verso quel motociclista o quell’altro, esisto solo io ed il piacere che provo nel fare quello che sto facendo, non devo misurarmi con nessuno, non devo dare dimostrazioni a nessuno, rispetto tutti i motociclisti, educati e civili naturalmente, qualsiasi mezzo abbiano e qualsiasi modo di pensare sia loro proprio.
Premesso quanto sopra esaminiamo lo svolgimento di questa avventura.
Porsi delle mete è prerogativa di ogni essere umano ma le mete non sono tutte allo stesso modo importanti.
Ci sono mete per le quali uomini hanno sacrificato la vita e sono quelle che si fissano per altissimi ideali e per le quali si è disposti anche all’estremo sacrificio, la storia è piena di gigantesche figure che in nome di un ideale hanno subito il sacrificio per raggiungere la meta prefissata.
Poi ci sono le mete comuni proprie dei nostri tempi e di quasi tutti noi: la carriera, lo stipendio, la casa, il matrimonio, I figli, queste sono quelle che ci costringono molto spesso a sacrifici notevoli e volontari ma che ci danno molto spesso soddisfazioni che ci consentono di continuare sulla nostra strada.
Per ultime, ma non meno importanti, le mete che io definisco “voluttuarie”, quelle cioè che a noi sembrano importanti ma che di fatto sono superficiali e sicuramente non indispensabili.
I beni frutto della tecnologia quali tv a cristalli liquidi, telefonini dell’ultima generazione, biciclette, moto, camper, auto non indispensabili ma frutto di voglie e capricci, viaggi, donne, gioco….potrei continuare all’infinito.
Ognuno di noi ha, fortunatamente, desideri di questo genere che si trasformano in mete da raggiungere ma che a volte sfuggono di mano e diventano non mete ma ossessioni.
La mia meta voluttuaria era andare in moto, da solo, d’inverno, in Spagna in occasione di un noto raduno nella città di Valladolid.
Il piacere non risiede nel raggiungere la località ma nel raggiungere “la meta”, il viaggio è la meta, la località è un’altra cosa.
Il piacere è molteplice, la programmazione, lo studio degli itinerari, l’approntamento del mezzo, la ricerca di tutti quegli strumenti che possano consentire di viaggiare senza inconvenienti.
L’appagamento è il rientro con il proprio io pienamente soddisfatto, l’orgoglio di aver compiuto “l’impresa”!
E tale non sarebbe se non si fossero incontrate e superate difficoltà, nessun ricordo duraturo di un viaggio comodo e tranquillo, piano piano si affievolisce per sparire per sempre.
Chi attraversava l’Oceano in piroscafo agli inizi del ventesimo secolo per recarsi negli Stati Uniti probabilmente conservava il ricordo di una piacevole traversata per qualche mese, forse per qualche anno, I superstiti del Titanic lo hanno sicuramente conservato indelebilmente fino alla fine dei loro giorni.
Ecco perchè un viaggio deve presentare qualche difficoltà per essere ricordato, a maggior ragione se il viaggio è in moto, in solitaria e nel periodo meno propizio per effettuarlo, con condizioni meteo che è facile presagire non saranno ideali.
Certamente capitare in una perturbazione che ha messo in ginocchio l’Europa e non solo, impedendo di fatto le principali comunicazioni stradali, ferroviarie, marittime ed aeree è chiedere troppo ma a me è capitato, non dimenticherò il raduno de Los Pinguinos 2010, in termini di km me ne mancano circa 200 alla meta geografica ma io la mia meta l’ho raggiunta e ne sono orgoglioso.
PER GLI AMANTI DEI NUMERI E DELLE STATISTICHE
Partito il 06 mattina alle 08,30
Arrivato a Lunel (vicino Montpellier) nel tardo pomeriggio, km percorsi 947
Partito da Lunel il 07 mattina alle 08,30, fermato per tormenta di neve a Puebla de Arganzon (circa 180 km da Valladolid) nel pomeriggio, km percorsi 719
Ripartito da Puebla il 10 mattina alle ore 09,00 arrivato a Lunel nel tardo pomeriggio, km percorsi 742
Ripartito da Lunel l’11 mattina alle 08,00 arrivato a casa alle ore 17,40, km percorsi 982
TOTALE KM PERCORSI: 3.390
Speso per pernotti e garage: 332,00 (compresi 113 di mancata presentazione all’Hotel Topacio in Valladolid)
Speso per carburante: 230,00
Speso per cibo: 140,00
Speso per autostrada: 214,00
Pneumatici tassellati: 210,00
Chiodi: 60,00 (installati 210 e recuperati 173 di cui il 5% inutilizzabile)
Varie: 50,00
TOTALE SPESE: 904,00
Al rientro ricovero della moto in officina per manutenzione, cambio catena, corona e pignone (ma per normale usura da percorrenza di 34.000 km).
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