NORD KAPP!

27 GIUGNO 2009 

Salve Gatti Neri!!!!

Innanzi tutto una premessa: preparando il viaggio in solitaria, tra le altre cose, mi sono premurato di vedere i vari Meteo, per la giornata di oggi in Austria, Germania ed eventualmente Danimarca: BEL TEMPO.

Stamattina mi affaccio, pronto a partire e….sorpresa: piove!

In considerazione che il biker non è idrosolubile, che dei due adagio “Il buon giorno si vede dal mattino” e “Partenza bagnata viaggio fortunato” è opportuno scegliere senz’altro il secondo, non ho neppure indossato l’antipioggia.

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Partenza puntuale, 07.00, e piove….

Arrivo ad Ud e pioviggina, arrivo a Gemona e tra gli squarci delle nuvole si intravede un bel sole, le montagne si stanno scrollando di dosso l’umidità notturna facendo innalzare nuvole bianche.

La strada però è bagnata e quindi prudenza, gomme nuovissime e peso del trasporto eccezionale (a spanne sui 500 kg tutto incluso) impongono attenzione.

Tauri, si comincia a sentire il freddo, il tunnel è sempre un piacevole intermezzo con il suo tepore dovuto agli scarichi.

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Procedo con gli occhi al cielo ed ai parabrezza delle macchine che incrocio, si fa sempre più minaccioso, al pit stop mi decido ed indosso l’antipioggia…da quel momento ha sempre diluviato!

Traffico intenso, code in prossimità dei grossi centri, pioggia battente mi limitano assai.

Avevo programmato 12 ore di moto per percorrere 1.200 km così da arrivare in serata a Rostock e traghettare domattina di buon’ora, invece dopo 11 ore di guida ho percorso solo 950 km.

Mi fermo, il Red Ghost che siede sul sellino posteriore mi suggerisce di stoppare in prossimità di un centro commerciale dove si intravedono le insegne di diversi hotel. Vado a naso e ci azzecco: Hotel Bavaria a Brehna, dopo Leipzig ed a circa 150 km da Berlino, doccia stratosferica, cena e collegamento Internet, ma che volete di più dalla vita?

Domani il meteo dice sole ma mi scappa già da ridere.

Per gli amanti delle statistiche: 52 litri di carburante ma domattina devo fare il pieno, vignetta per due mesi 11,10, tunnel 9,50 autostrada S. Giorgio – Tarvisio 7,50

 

28 GIUGNO 2009

Eccomi in Svezia!

Beh, non male per essere partito ieri mattina da Precenicco.

Sono a 2.150 km da Nordkapp e se il tempo ed i lavori in corso sulle strade mi sono propizi mercoledì sarò nel piazzale!

Stamattina il tempo si presentava molto male, cielo grigio che si faceva sempre più plumbeo e carico di pioggia man mano che mi avvicinavo a Rostock, fortunatamente l’antipioggia e servito esclusivamente da antivento.

Il tratto fino a Rostock è libero da divieti o limiti di velocità quindi sono riuscito a percorrere 350 km in tre ore nonostante gli innumerevoli cantieri di lavoro, cosa comune anche in Danimarca ed in Svezia.

Tutti ligi ed osservanti dei limiti, tranne qualcuno non di pura razza ariana, naturalmente mi accodo a questi esseri impuri e di bassa casta ed aumento anche la mia andatura.

Ticket prima della città e poi una volta arrivato a Rostock il navigatore impazzisce, mi porta in centro e mi fa fare ben tre giri attorno alla caserma dellaPolizia(????), lo spengo e raggiungo lo scalo Ferrries alla vecchia maniera.

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Mentre aspetto l’imbarco (perderò ben 5 ore tra attesa e traghettata) penso a tutti gli impianti eolici che ci sono da queste parti,li ho visti parecchie volte ma ogni volta mi colpiscono, sono maestosi e soprattutto di un silenzio innaturale, macchinari imponenti che trasformano l’energia del vento in energia elettrica senza fare rumore, senza fare fumo, senza disturbare.

Le grandi eliche girano paciose ma possenti e nulla può fermarle.

A volte guardando in lontananza quegli enormi steli nella campagna mi fanno pensare ad una flotta di macchinari alieni scesi sulla terra da chissà quale pianeta lontano….si vabbè, state tranquilli non ho né fumato né bevuto, sono solo i risultati di ore e ore di viaggio in solitaria.

Attraverso la Danimarca di corsa, sono un paio di centinaia di km ed al primo pit stop mi tolgo l’antipioggia: FINALMENTE IL SOLE!!!

Alle 20,00 sono a 2.150 km dalla meta e quindi decido di fermarmi.

Hotel, doccia calda, cena ed eccomi qui.

Quando stai più di dieci ore filate in moto non hai voglia di metterti a cucinare quindi anche per stasera dissipiamo i fondi familiari!

Domani partirò come al solito alle 07,00 e se il tempo tiene stavolta più di mille km non me li toglie nessuno, altrettanto martedì e quindi mercoledì mi sodomizzo il globo metallico!

 

29 GIUGNO 2009.

 

Detto e fatto!

1.000 erano in programma e mille ho fatto. Sono ormai a soli 1.250 dalla meta, spero domani di farne altri 1.000 così mercoledì mattina, secondo tabella dovrei atterrare nel piazzale di Capo Nord.

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Stamani partenza alle 07,00 come da copione, la giornata è splendida, neanche una nuvola e nemmeno vento, condizioni ideali

Al primo pit stop perdo un’oretta per trovare da cambiare euro in corone svedesi, purtroppo qui il cambio lo fanno solo in banca, non negli hotel, non nelle aree di servizio, quindi attendere l’apertura della banca alle 10,00, poi una ventina di minuti in farmacia per un tubetto di collirio, tutte queste svedesone mi hanno fatto arrossare….gli occhi!

Si riparte, i limiti sono da rispettare ma ogni tanto ci provo, quando meno te lo aspetti eccola!

La telecamera infame, comunque proseguo imperterrito.

Devo dire che da quando sono partito da Precenicco ho visto una sola pattuglia di Polizia, in Germania, mentre controllavano un autotreno, altrimenti nemmeno l’ombra!

Qui ne ho viste due più un motociclista ma nei paesi, sull’autostrada nessuno.

Tra l’altro nei paesi ci sono fior fiore di telecamere ed appena superi..ecco la pattuglia e qui non perdonano.

Comunque si viaggia bene e scorrevolmente, purtroppo un sacco di animali selvatici morti investiti: tassi, volpi, lepri, scoiattoli, gatti selvatici ed anche uccelli: molti corvi, un fagiano ed uno strano esemplare (*) di cui vi dirò in fondo.

Lunga attraversata di Copenaghen a causa del traffico intenso e lavori in corso, poi si riprende, ad un tratto iniziano i cartelli di pericolo per le renne, una moltitudine di autotreni sfoggia robusti bull bars ed anche i furgoni, questo, unito all’esperienza del Red fa tenere su le antenne, attenzione ai massimi livelli ed occhi a scrutare avanti sul ciglio della strada e nei cespugli per rilevare ogni possibile movimento riconducibile alla presenza di questi animali, fortunatamente ho il Red Ghost sul sedile posteriore che guarda a sinistra così io devo concentrarmi solo sul lato destro.

Fortunatamente nessuna sorpresa.

Ogni 200 km faccio un pit stop per rifornimento e lasciar riposare la superficie d’appoggio….a tal proposito spesso i cartelli indicanti la stazione di servizio in autostrada ti fanno uscire ma la stazione e a qualche km di distanza nel primo paese….

Arrivato a 1.000 penso che sia ora di fermarmi e visto che c’è un bell’albergo sulla sinistra …accosto e via!

Niente Internet così mando un SMS al President, però poi mi ricordo di avere la chiavetta ed ecco fatto, anche stasera report.

Allora, dati tecnici: oggi 73 litri, niente spese per ponti, tunnel o traghetti.

(*) Uccello di origine strana: mi sembrava una cosa strana e mi sono fermato, ho chiesto ad un indigeno di passaggio e mi ha detto che qui è rarissimo e lo chiamano “Patulhen”, allora veloce richiesta via Internet ai maggiori esperti di avifauna ed ecco la risposta: “Trattasi di esemplare rarissimo di Renatus avis vulgaris, sfornito di ali e piume, corpo completamente glabro, vola non per sostentamento ma per energia cinetica.

È ritenuto praticamente estinto, la sua collocazione era nel Sud Europa, precisamente nel Nord Est dell’Italia, in località Aquileia.

È ermafrodita, non nidifica ma tende a sfruttare i nidi altrui, per questa ragione è estinto, non riesce più a mangiare, quindi NON BECCA PIU’, avvizzisce, diventa giallo, casca e muore!!!!

Ma guarda tu cosa si impara girando il mondo….

Ultima considerazione: da quando ho lasciato l’Italia ho visto ben quattro, dico quattro targhe italiane: due in Germania in prossimità di Berlino (una S.W. ed un camion) e due in Svezia (un Defender ed un camper), ragazzi ma italiani all’estero non ce ne vanno più???

Messaggio per il Nostro Sommo ed Amatissimo Super President: per fortuna sei rientrato, stavamo per avere le prime crisi da astinenza, comunque poiché hai palesato l’idea di farti un bel giro fino a Nordkapp quando andrai in pensione, vedi di cominciare a riempire un grosso salvadanaio perché qui solo di carburante ce ne va un mezzo ettolitro al giorno!

Mandi frus.

 

 

30  GIUGNO 2009.

 

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Giusto per essere preciso, ieri volevo seguire la vocina del Red Ghost che mi suggeriva di entrare in un Camping e provare l’ebbrezza della casetta, detto fatto con lo sguardo cercavo il primo disponibile, ma voi sapete come si scrive in Svedese “ingresso”?

Bene ve lo dico io, si scrive “INFART”, ora voi entrereste in un posto a dormire dove all’ingresso c’è scritto “ Infart Camping”?

Io sono andato in albergo…..

Ciò premesso stamattina, complice il tempo splendido, alzata usuale di buon’ora, caricato lo Shuttle di Milwaukee, fatta colazione e partito, direzione non so!

Come? Direte voi, non sai dove vai? Sbagliato, so dove vado ma non so che strada farò.

Infatti voglio dare credito alla tecnologia ed ho impostato lo Zumo, gli ho detto “portami a Nordkapp per la strada più veloce” e così è stato.

Non fosse per le decine di telecamere incontrate, nei posti più a tradimento che di più non si può, ho piantato i freni almeno un paio di volte per aver visto la telecamera all’ultimo minuto…

Finalmente ad un distributore trovo due biker milanesi di rientro, dovevano andare a Nordkapp ma un imprevisto tecnico alla moto di uno dei due li ha costretti al rientro quando mancavano 150 km all’arrivo….non mi fate dire di che moto si trattava, quella a posto era un KTM l’altra…..

Proseguo ed ha un certo punto mi trovo in Finlandia!

La fiducia nello Zumo è cieca ma qualche dubbio è d’obbligo, ad ogni modo perseverare, sempre perseverare, ed infatti mi ritrovo in Norvegia!

Proseguo ma le nuvole cominciano ad infittirsi, i paesi sono ogni 60/70 km e non offrono granchè, comunque decido di proseguire fino ad Alta e ci arrivo prima delle 21.00.

Parcheggio, albergo (ultima camera disponibile), cena di pesce squisito (non so quanto pagherò ma ne valeva la pena.

Ed ora report.

Le strade: Svezia con un sacco di limiti e controlli, lavori in corso ma ben servite dal punto di vista stazioni di servizio. Diventano monotone, sempre boschi di pini ai lati ed ogni tanto uno squarcio nel quale si intravede un fiume, un lago, uno stagno, una pozzanghera.

Belli i ponti ma quando soffia, e qui soffia spesso e di brutto ci voglione le p@@@e ad attraversarli in moto.

Limite max 120.

Finlandia: limite max 100, il paesaggio cambia, pini di specie diversa ed un sacco di betulle, le strade non sono il massimo, polizia mai vista (a parte un incidente).

Poche stazioni di servizio.

Norvegia:limite max 90, strade belle come sviluppo, curve lunghe, saliscendi, rettilinei, ma in uno stato non ottimale, buche e dossi e la mia schiena ne sa qualcosa, più qui che in tutti i 3.900 km che ho fatto.

Fattore comune: le bellissime cornute, le renne! Segnali ovunque che ti mettono in apprensione e catturano la tua attenzione, gli occhi puntati ai bordi tentando di bucare la vegetazione.

In Svezia ne ho visto una sola che stava tranquillamente mangiando erbetta sulla sommità di un terrapieno a fianco della strada, mi ha guardato con indifferenza e non si è scomposta.

In Finlandia invece mi hanno fatto fermare, hanno attraversato la strada con tranquillità ed estrema dignità!

Qui in Norvegia segnali tanti ma per fortuna ancora non ne ho viste.

Domattina in un paio d’ore penso di essere nel piazzalone, foto di rito, spesucce varie e poi deciderò cosa fare.

Aggiornamento della tabella: 63 litri di carburante e nulla più, a tutt’oggi km 3.800 + 100 in traghetto, domani 200, totale 4.100.

 

 

 1 LUGLIO 2009.

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Stamani si fa il salto definitivo, Alta – Nordkapp!

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Stanotte ha piovuto parecchio e stamani le nuvole sembrano toccare i tetti di Alta, cariche e nere come solo lo sanno essere da queste parti.

Al momento non piove, colazione abbondante, carico bagagli e pronto a partire. Mentre aspetto di pagare chiedo notizie del meteo, mi garantiscono nuvole ma niente pioggia, bene, ma io avendo notato una certa somiglianza somatica del norvegese con il Sommo, tiro fuori l’antipioggia e lo fisso agli elastici, fuori dalle borse e pronto all’uso.

Partenza, l’aria è freddina ma con il pile leggero dei Gatti si viaggia bene, soliti cartelli, solite renne.

L’aria si fa ancora più fredda, a circa 150 km dalla meta mi fermo per rifornimento ed indosso l’antipioggia per usarlo come antivento, un termometro mi dice 9 gradi e quini la percezione è di 4, freddino.

C’è un biker italiano che aspetta non so chi, accento bresciano o giù di lì, conduce la solita mucca maggiorata, mi dice “ormai siamo arrivati”….mai parole furono più sbagliate!!!

Riparto e comincia la pioggia, prima leggerina poi sempre più forte, aumenta anche l’aria che si trasforma in vento forte e poi fortissimo, fa un freddo polare.

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La moto inclinata per andare diritto, attenzione all’incrocio delle macchine od autobus perché mancando improvvisamente il sostentamento del vento fortissimo si può andare per terra, cosa che non succede ma sbandate paurose si, con asfalto bagnato e le solite pacifiche renne che se ne fottono del tempo ed imperversano.

Ci sono tre tunnel lunghi, 3.000 , 5.000, 7.000 (uno si paga), sembra il Paradiso, niente aria e niente pioggia, in compenso credo che manchi poco allo zero in galleria.

Naturalmente l’imbottitura è nella borsa sul sedile dietro e non ci penso nemmeno a fermarmi altrimenti bagno tutto, ma il freddo è veramente tanto.

La guida si fa sempre più difficile, negli spazi aperti, il vento che soffia impetuoso da ovest la fa da padrone e la moto con il Gatto sopra ed il Red Ghost appollaiato sui bagagli fa quello che può!

100 km di tormento, avrò pensato di fermarmi e girare almeno una volta a km…ma la vocina del Ghost suggeriva di andare a piantare la bandiera dei Gatti.

La natura sembra voglia opporsi a questa specie di intrusione, più vado avanti e più la situazione si fa critica, la strada non finisce mai, anzi, pare allungarsi, le nuvole basse e nere, la foschia densa, tutto è colorato di grigio scuro.

Finalmente l’ingresso!!!

Batto i denti dal freddo mentre aspetto di pagare, scende una specie di nevischio.

Parcheggio la moto e filo DI CORSA dentro, un cappuccino bollente che pago 5 eurini, ma ne avrei pagati anche 10!

E’ fatta ragazzi!

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La bandiera dei Gatti è arrivata al suo posto, non so quanto la lasceranno ma ci è arrivata da sola!

Non mi interessa quanto dovrò soffrire per fare la strada del ritorno, il cavallo è stato domato e non mi disarciona più, salvo trombe d’aria, ben si intende.

In effetti la strada del ritorno è più agevole, la natura che nulla ha potuto prima pare si sia arresa, non del tutto naturalmente, piove sempre da paura, fa più freddo di prima ma il vento è calato di intensità.

A parte un paio di attraversamenti di renne il ritorno ad Alta è abbastanza tranquillo.

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Cosa farò domani?

Lo deciderò stanotte, probabilmente andrò a vedere se Babbo Natale è in casa o è in ferie, a Rovaniemi, in Lapponia, l’ho promesso alle mie nipotine, poi si vedrà.

Mandi frus

 

 

02 LUGLIO 2009.

Incredibile ragazzi, non riesco più  a fermare lo Shuttle!

Ha sentito il caldo e mo’ chi la ferma più???

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Stamattina, ad Alta, 6 gradi con un venticello che taglia la faccia, mentre carico i bagagli vedo che accanto alla bestia di Milwaukee è parcheggiata una mucca R 1150 targata italiana con un bel avviso dietro: “Just Married”, certo che se volevano fare la prima notte qui hanno proprio sbagliato periodo, ora è sempre chiaro, per la notte di sei mesi a voglia aspettare…

Parto ben imbottito, memore del calvario di ieri stamattina altro che carciofo..maglietta  da alpinismo, polo a maniche lunghe dei Gatti, pile leggero dei Gatti, giacca Danese con imbottitura, mo’ vediamo…..

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Imbocco una specie di gola che porta fuori da Alta ed ecco le prime gocce, ti pareva???

Stop immediato alla prima piazzola e su di corsa l’antipioggia previdentemente lasciato a portata di mano.

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A parte il vento molto freddo, l’acqua fortunatamente resta appesa alle nuvole ed allora si procede speditamente, renne permettendo, tra l’altro all’uscita di una curva una bella coppia di cani, enormi, che se ne vanno in mezzo alla strada, penso che vadano in coppia così se ne investi uno l’altro ti sbrana!

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La strada invoglierebbe, bei curvoni, traffico quasi inesistente, ma quei cartelli ad ogni piè sospinto ti mettono ansietà, i famosi 500 kg del carico eccezionale piegati all’uscita di una curva magari a più di cento all’ora penso reagirebbero molto male se si dovessero trovare di fronte una mandria di renne….

Quindi giudizio e guida responsabile, passo in Finlandia in direzione Rovaniemi, la casa di Babbo natale ed il circolo Polare Artico, gli ultimi 220 km mi lasciano sfogare un po’, niente traffico, niente telecamere, solo qualche rallentamento nei paesi, qualche puntata a 140 che è il massimo consentito.

Arrivo a Rovaniemi alle 15,30 e finalmente mi tolgo l’antipioggia che fortunatamente non è servito anche se è andato bene per il vento che ha soffiato per tutto il tragitto, non forte come ieri ma fastidioso, con folate di intensità alterna come le frecce delle macchine dei carabinieri: adesso si, adesso no!

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Babbo Natale è in casa quindi gli facciamo una visitina veloce, salutiamo anche la principessa dei ghiacci e poi piedino sulla striscia del Circolo Polare Artico.

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Vorrei pernottare a Rovaniemi ma è ancora troppo presto, seguendo il consiglio di una coppia di bikers olandesi, marito e moglie, proseguo…e qui succede l’imprevisto, strada facendo il termometro sale a 23!!!

La bestia di Milwaukee impazzisce e non ne vuole più sapere di fermarsi, a voglia dirle che comincio a vedere le renne anche dove non ci sono, i due pistoni volano verso il caldo!!!

Talmente impazziti che non mi rendo conto di aver lasciato la Finlandia e di essere in Svezia…ma si può???

Finalmente alle 21,00 riesco a fermarla, ma intanto il tachimetro ha 1.000 km in più rispetto a stamattina….

Mandi frus

 

 

 03 LUGLIO 2009.

Sono in rientro e quindi me la prendo comoda: sveglia alle 07,00 con colazione alle 08,00 e partenza alle 09,00.

Prima di mettere in moto domanda di rito alla proprietaria dell’albergo:  “Che tempo farà oggi?”, risposta “Freddino, niente pioggia, ma se va a sud farà più caldo”, bene, massima fiducia ed antipioggia a portata di mano….

L’aria è frizzante, 13 gradi, il cielo è nuvoloso ma non troppo, imposto il navigatore per la via più breve e non la più veloce, naturalmente evitando gli sterrati, così mi farò qualche bella strada in mezzo ai boschi.

Così è, il paesaggio è sempre lo stesso ma i paesini sono bellini se pur piccolissimi, le case tutte dipinte di viola e bianche ed hanno dei giardini   di fiori veramente belli.

03 NORDKAPP (7)Le condizioni della strada stanno peggiorando, crepe sull’asfalto che fanno sbandare, cunette più o meno profonde che fanno gridare vendetta alle vertebre, buche sparse.

Ad un certo punto mi manda per una stradina, cinquanta metri e comincia lo sterrato!!!

Qui ci voleva il President, avrebbe sicuramente goduto e dato sfoggio della sua perizia su questo fondo, ma io sono un carico eccezionale, ho una moto che è nata per le Highways U.S.A., e soprattutto ho gomme con camera d’aria, se foro mi ci vuole il carro attrezzi e dal traffico intenso che c’è presumibilmente mi soccorrerebbe Babbo Natale quando passerà con la sua slitta.

Dietro front ed impostazione per la via più veloce, dopo un centinaio di km mi ritrovo su una strada a grande traffico.

Premetto che sulle altre fuori mano si poteva incontrare una vettura ogni 7 od 8 minuti ad essere fortunati, ma per la legge di Murphy, sempre in curva.

Fatti un trecento km il cielo torna nero e le nuvole promettono di tutto e di più, alle prime gocce il pensiero va alla proprietaria dell’albergo e ad un suo lontano parente di Udine…..

Antipioggia al volo e via.

Viaggio tranquillo ma stavolta più spedito, ormai ho capito dove possono essere le telecamere e mi adeguo.

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Certo che quando le mettono lo fanno con serietà, una dietro l’altra ed attaccate al segnale, poi però ci sono dei bei tratti “liberi” e lì sfrutto tutte e tre le posture di guida della belva: impegnata: con i piedi ben piantati sulle pedane (belle grandi da starci comodo il piede), ginocchia aderenti al serbatoio, busto leggermente in avanti, mani ben strette sulle manopole; rilassata: talloni appoggiati sulle pedane, mezzo piede  e punte verso l’esterno, gambe alla “donna di facili costumi” cioè belle divaricate, schiena più ritta e leggermente appoggiata ai bagagli, mani rilassate (ma mai completamente) sulle manopole con magari un ditino sulle leve, si sa mai…. Sbracata: piedi appoggiati sui paragambe con gambe completamente distese, schiena appoggiata completamente sui bagagli, mani praticamente inesistenti sulle manopole, occhi socchiusi a mo’ di pennica,,,, ecco President perché questi sono viaggi da Harley!

03 NORDKAPPTra l’altro ne incrocio una marea, tutte più o meno sullo stile della mia, alcune sono cloni jap ma lo stile è quello.

Poi qualche Gold Wing, moltissime BMW, ma se mi fermo ai distributori arriva sempre qualcuno a chiedermi qualcosa dell’Harley e questo fa piacere.

Comunque tra un pensiero e l’altro mi ritrovo dopo 11 ore di moto ad aver superato Stoccolma, sono le 20,00 passate e devo trovare da dormire.

Posto come da Red Ghost consigliato ma da solo costa poco meno dell’albergo quindi….

Cosa farò i prossimi giorni?

Non lo so, probabilmente rientrerò con calma ma penso entro martedì di essere in Italia, gli stimoli non ci sono più, resta il piacere di viaggiare da soli senza problemi e mete con orari da rispettare.

Niente da verificare, l’unica cosa è stata la solita leggenda metropolitana da sfatare, più di qualcuno che è stato a Capo Nord in quindici giorni, senza mai fermarsi e che all’arrivo ha dovuto mettersi a letto o non ha toccato più la moto per un mese perché gli era venuta la nausea.

Io sto macinando dalle dieci alle dodici ore al giorno, il tempo mi ha dato di tutto, sono solo, ho 59 anni suonati ed anche un po’ di mal di schiena ogni tanto, ma mi sento bene, non mi metterò a letto per una settimana e non mi verrà la nausea della moto, anzi domenica ho una motostaffetta…

Certo che se una fa normalmente in un anno i km che ci sono per andare e tornare da Nordkapp non può pretendere di fare questi exploit e di non avere delle conseguenze.

Quindi quello che mi sono prefisso di fare l’ho fatto, arrivare in non più di 5 giorni a Capo Nord e rientrare passando per Rovaniemi perché lo avevo promesso alle mie nipotine, ora magari cazzeggerò una giornata in Germania ma poi rientro perché non ha senso girare a vuoto.

I musei bisogna visitarli con calma, le città bisogna girarle a piedi, meglio godersi i panorami dalla moto!

Continuerò a mantenervi al corrente dei miei movimenti ma spero, magari mercoledì verso le 18,00 di offrire un bicchiere alla mia salute al chiosco del manicomio.

Mandi frus

 

04 LUGLIO 2009.

 La notte scorsa ha piovuto abbondantemente ed al mio risveglio trovo la moto tutta bagnata e pozze d’acqua ovunque.

Mi metto in strada con antipioggia a portata di mano più di sempre ma non indossato, ci voglio provare…

La strada è completamente bagnata, il traffico inesistente, prudenza più di sempre, mentre le nuvole nere si abbassano fino a lambire il mio casco.

C’è foschia e da un attimo all’altro potrebbe diluviare, qualche gocciolina viene a finire sulla visiera ma tengo duro, per la miseria il Gore tex di Dainese costa un occhio e dovrebbe essere water proof al 100% quindi si guadagnasse la paga!

Non piove ma la foschia aumenta, improvvisamente da lontano un faro di moto in senso opposto al mio, prima di incrociarci, le braccia sinistre si distendono ed il saluto con le due dita parte in automatico, uno da un lato dell’autostrada e l’altro dalla parte opposta, è più di un saluto, è un messaggio di solidarietà e fratellanza fra Bikers con la B maiuscola, un attimo fugace che è come un cordone ombelicale ideale che unisce due persone che non si conoscono, in un senso di comune intendere e sentire, “Ciao fratello, la strada ti sia propizia ed il viaggio sereno”, Peace on the road, e questo semplice gesto fatto con spontaneità e calore ti trasmette l’euforia necessaria per continuare con entusiasmo, ovunque ci sia un altro Biker tu non sarai mai solo!

Proseguo e finalmente arrivato ad Helsingborg spunta il sole, quello vero, quello caldo che fa sudare!

E’ d’obbligo fermarsi per togliere tutto il superfluo, pile, imbottitura, maglietta da montagna, questa manovra viene effettuata in un parcheggio di un centro commerciale e quando resto a torso nudo qualche signora attempata mi da’ uno sguardo di riprovazione, maglietta veloce a coprire le nudità e via di corsa.

La strada si allunga davanti a me, l’andatura si fa ardita e veloce perché l’asfalto è asciutto e le macchine corrono, riesco a mantenere la media dei 100 che non è poco, così facendo mi trovo in men che non si dica alle porte di Copenaghen, il traffico è intenso, giretto panoramico dall’esterno e via verso Gedser.

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Ad un certo punto l’occhio mi cade sul navigatore: ragazzi sei, diconsi SEI metri sotto il livello del mare!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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Meglio accelerare e portarsi in zona sicura al di sopra delle acque, si sa mai…..

Per essere partito alle 06,30 ritrovarsi a Gedser, 800 km più in giù, alle 15,30 non è male, il traghetto partirebbe per Rostock alle 17,00 ed allora perché non approfittarne?

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Meglio cazzeggiare in Germania, costa meno sicuramente, sbarco e cerco un Hotel perché una doccia si impone.

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Trovato, vicino, molto bello e molto meno caro di quelli in Svezia, Finlandia e Norvegia.

Mandi frus.

 

 

05 LUGLIO 2009.

Rostock mi saluta con una spruzzata d’acqua…non poteva essere altrimenti! Benedetto il “carciofo”, qui viaggiare senza la possibilità di aggiungere o togliere un pezzetto, ma un pezzettino alla volta, è impensabile, infatti capi pesanti possono essere eccessivi e farvi sentire oppressi dal caldo ma se li togliete potreste patire il freddo, quindi un capo alla volta a seconda della necessità!

Infatti dopo qualche centinaio di km è ora dell’imbottitura, comincia ad alzarsi la temperatura, cielo nuvoloso ma al momento niente pioggia.

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L’autostrada fino verso le 10 è poco trafficata, limiti inesistenti ma una litania di cantieri di lavoro, pensavo fosse una piaga tutta italiana ed invece anche gli altri non scherzano.

Fino a che il traffico è limitato nessun problema ma quando aumenta questi restringimenti provocano code paurose.

Il tempo continua a mantenersi incerto e scoraggia ogni velleità turistica, poi all’improvviso il numero delle macchine diventa imponente, a partire dall’altezza della deviazione per il Ring di Berlino non diminuirà più, anzi…

Qui bisogna fare molta attenzione perché gli autisti della domenica teutonici sono molto più pericolosi di quelli italici e non ci mettono molto a tagliarti la strada.

Km dopo km arrivo ad Ingolstad dove ad un pit stop respiro veramente aria di casa, una bella squadra di 6 o 7 elementi del gruppo X di San Giorgio di Nogaro, apparentemente stanno aspettando qualcuno ed infatti dopo alcuni minuti sopraggiunge il ritardatario che aveva dovuto fermarsi per una foratura….incrocio le dita e proseguo.

Il traffico è sempre più intenso, il caldo comincia a dare fastidio ed allora via un’altra foglia di carciofo.

Ad un centinaio di km una ventina, diconsi venti, di km di coda per un cantiere di lavoro!!!!

Dio grazie di avermi dato una moto, tra l’altro la gran parte degli automobilisti e camionisti stranieri quando ti vedono arrancare tra le due file di macchine ferme si spostano per darti quel poco di spazio per farti passare, imparate italiani, imparate, infatti un giovane di belle speranze con una Smart con targa italiana si mette a cavallo della striscia per vedere cosa c’è davanti….su 20 km di coda!!!

Superata la coda si impone una scelta: si prosegue o ci si ferma?

Domani i mezzi pesanti riprendono la strada, il traffico dei vacanzieri non diminuirà quindi affrontiamo almeno i Tauri.

Sorpresa! Piove e fa freddo!!

Ma quando mai….

La marcia si interrompe a Villach: temporale è una definizione restrittiva: sembra l’anticamera del diluvio universale ed allora freccia a destra ed albergo

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Mandi frus

 

 

6 LUGLIO 2009.

 E’ arrivato il giorno del rientro, l’ultima tappa (pochi km a dire il vero) di un viaggio lungo ed interessante.

Il rientro è del tutto simile alla partenza: abbondantemente bagnato!

Scendo la vallata che da Tarvisio conduce alla pianura friulana con un misto di sentimenti dentro di me.

Ognuno di noi trae dalle esperienze vissute diversi insegnamenti, riceve differenti sensazioni ma tutto poi entra a far parte del bagaglio di vita vissuta che ognuno si porta appresso.

8.000 km in dieci giorni, 800 milioni di centimetri di asfalto (meno qualcosa di mare attraversato in traghetto) che sono entrati a fare parte del mio bagaglio di vita.

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Ognuno di voi ora potrà trarre le dovute e personalissime considerazioni: pazzia, inutile spreco di energie, spreco di soldi, nessuno scopo, forse qualcuno invece comprenderà il mio modo di vedere.

La mia meta era raggiungere Capo Nord, non in una settimana, non in un mese, ma in massimo quattro giorni, poi il rientro via Rovaniemi ma anche quello in non più di dieci.

Ho viaggiato solo e questo mi ha dato modo di assaporare appieno un qualcosa che avevo ormai dimenticato, un qualcosa che apparteneva alla mia adolescenza quando il progresso ancora non aveva fatto i danni che ha fatto.

Non ho deliziato il senso della vista quanto quello dell’olfatto, si, erano decenni che non mi capitava più di godere degli odori della natura, quella vera ed incontaminata per la scarsissima presenza dell’uomo.

L’odore del bosco, quello dell’erba fresca appena tagliata, il legname tagliato che spande nell’aria l’odore caratteristico, il pesce messo ad asciugare nei fiordi norvegesi che riempie l’aria con il suo afrore, l’odore di stallatico in quei tratti di terreno dove la presenza di animali allo stato brado è più massiccia, in poche parole gli odori dell’aria pulita che fanno presagire anche l’imminente temporale per l’odore potente di ozono.

Questo mi sono goduto ed il fatto di essere solo mi ha permesso di penetrare a fondo queste sensazioni senza alcuna distrazione, di pensare che in queste lande deserte anche il nastro di asfalto costruito dall’uomo è un’offesa alla natura, anche il percorrerle con qualcosa di più rumoroso di un cavallo o di una slitta trainata da renne è un offesa alla pace di questi luoghi.

Che dire poi dello stupore che ti assale quando ammirando un tratto di mare danese ti cade l’occhio sull’altimetro del navigatore che segna meno 6!

Tu guardi il mare che è al tuo lato, poche centinaia di metri da te ed immediatamente realizzi che gli stai sotto ed allora la mente va alla leggenda che hai appreso quando eri giovane, quella del bambino olandese che accortosi che il terrapieno che proteggeva la sua terra dalla forza del mare molto più alto aveva una piccolissima falla, la chiudeva con il suo piccolo dito e permetteva agli adulti di accorrere e turare la falla e salvare tutta la popolazione dall’inondazione.

Bene, in quel momento il tuo pensiero corre ad un immaginario bambino danese che da qualche parte magari sta fermando la potenza del mare con il suo ditino e ti permette di tornare a casa sano e salvo.

Questo è il bagaglio di pensieri che riporto a casa.

Scusate il personalissimo divagare ma credo che sia importante condividere anche queste sensazioni, una preghiera: io non credo ritornerò più a Capo Nord, brulla ed estremo lembo di scogliera protesa minacciosamente verso l’apice del globo, ma se qualcuno volesse provare l’esperienza ci vada da solo, sarà indimenticabile.

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Ora chiudo questo diario che spero non vi abbia annoiato.

Mandi frus